Armadi robotizzati e carrelli intelligenti che dispensano le terapie già in singole dosi, avvisando sullo stato delle scorte; software che tracciano i farmaci dal momento della prescrizione fino alla somministrazione, registrando tutti i dati clinici e amministrativi aggiornati in tempo reale; braccialetti identificativi per associare i medicinali a uno specifico paziente, senza rischio di errore. Sono le esperienze dell’ospedale 3.0 in corso già da diversi anni in Lombardia, regione apripista su questo fronte, anche a livello europeo. Esempi virtuosi di gestione informatizzata di farmaci e dispositivi medici che, grazie all’innovazione tecnologica, hanno prodotto vantaggi concreti in termini di sicurezza e appropriatezza delle cure, controllo dei costi, efficientamento e creazione di valore in sanità. Partiti in ambito ospedaliero, di recente sono stati introdotti anche nelle prime RSA, per i benefici attesi sugli ospiti e sul personale. Se ne è parlato a Milano, al convegno “Tracciabilità, sicurezza ed efficienza nella sanità lombarda del futuro”, promosso da Value Relations in collaborazione con la Commissione Sanità e Politiche Sociali di Regione Lombardia, alla presenza di Istituzioni, manager della sanità regionale e docenti universitari.
L’acquisto e la logistica di farmaci e dispositivi medici incidono per il 20% sui costi totali sostenuti dagli ospedali, collocandosi al secondo posto tra le voci di spesa. Si tratta di processi complessi, nella maggioranza dei casi gestiti ancora manualmente. Ne derivano frequenti sprechi e possibili errori terapeutici, spesso influenzati da fattori umani quali stanchezza, carenza di personale o cattive condizioni ambientali. La conseguenza è un prolungamento delle degenze e una crescita di contenziosi sanitari.
Su circa 8 milioni di persone ricoverate ogni anno negli ospedali italiani, si calcola che 320mila (il 4% circa) riportino danni e malattie dovuti a errori nelle cure o a un’organizzazione inadeguata delle strutture sanitarie[1]. In Lombardia, gli errori terapeutici sono la prima causa di risarcimento danni da parte delle ATS (54% degli importi liquidati) e la terza causa per le ASST (11,3%), dopo gli errori chirurgici e quelli diagnostici[2].
Considerando inoltre l’attuale contrazione della forza lavoro in ospedale, diventa imprescindibile snellire i processi, nell’ottica di ottimizzare i tempi e valorizzare le diverse figure professionali.
Per rispondere a questa necessità di maggior controllo, sicurezza ed efficienza, i sistemi regolatori stanno evolvendo verso richieste sempre più stringenti in termini di tracciabilità dei medicinali e dei dispositivi medici. L’esigenza di reingegnerizzare i processi è particolarmente avvertita da Regione Lombardia, che è stata pioniera nell’implementare azioni concrete per informatizzare la gestione del farmaco nelle aziende ospedaliere e promuovere l’impiego della dose unitaria.
“L’automazione del percorso intraospedaliero del farmaco oggi è già realtà in diverse strutture sanitarie lombarde, dove la tracciabilità si è rivelata uno strumento di governo fondamentale per le sue ricadute in termini di appropriatezza delle cure, controllo e sostenibilità della spesa sanitaria”, dichiara Emanuele Monti, Presidente della Commissione Sanità e Politiche Sociali al Pirellone. “Siamo precursori di una nuova frontiera della tutela della salute e della sicurezza, che potrà essere presa ad esempio dalle altre Regioni e anche dal Parlamento italiano”.
Diversi nosocomi lombardi hanno avviato progetti tecnologicamente avanzati, con l’adozione di sistemi che, integrando hardware e software, permettono la gestione informatizzata dei medicinali a livello di farmacia e di reparto, fino al letto del paziente o, per i dispositivi medici, fino alla sala operatoria. I risultati sono evidenti: errori di prescrizione e somministrazione ridotti fino al 100%, azzeramento dei farmaci scaduti, un risparmio medio del 15-25% sui consumi e del 20-40% sulle giacenze di magazzino, con un generale recupero del tempo di infermieri e farmacisti ospedalieri.
Benefici indiscutibili a livello organizzativo e di rischio clinico, sottolineati durante il convegno dalle testimonianze dei Direttori Generali e di Farmacia Ospedaliera di importanti strutture sanitarie che hanno già sperimentato o che stanno implementando queste nuove modalità gestionali, tra cui: Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo di Pavia, ASST Brianza, ASST Spedali Civili di Brescia.
“Valorizzare le opportunità offerte dalle innovazioni tecnologiche nella gestione della logistica del farmaco è stato sempre al centro della nostra attività”, spiega Marco Trivelli, Direttore Generale ASST Brianza. “Il servizio di automazione attivato presso l’Ospedale di Vimercate, e recentemente esteso anche agli altri ospedali di ASST Brianza, è stato implementato dal 2010, quando pochi in Italia potevano vantare simili esperienze. Abbiamo adottato sin da allora il modello tecnico e organizzativo della ‘dose unitaria’, che ha permesso di allestire terapie personalizzate per il paziente. Un modello favorito dalla realizzazione di infrastrutture tecnologiche ospedaliere all’avanguardia e dallo sviluppo della Cartella Clinica Informatizzata. Il fabbisogno terapeutico di tutta l’area della degenza coinvolta dal processo di automazione, per un totale di 357 posti letto, è coperto per l’85%. Nel corso di questi anni abbiamo abbattuto significativamente la possibilità di errore in tutto il percorso della gestione del farmaco”.
Sicurezza del paziente e tracciabilità sono oggi obiettivi trasversali, nella filiera della presa in carico. Per questo motivo, i progetti di logistica innovativa si stanno ora diffondendo anche in setting di cura diversi dall’ospedale e più vicini al territorio, come le Residenze Sanitarie Assistenziali, dove gli ospiti, anziani spesso in politerapia, sono ancora più esposti al rischio di errori nella somministrazione di farmaci. Calcolando che la Lombardia è prima in Italia per numero di assistiti nelle RSA, si comprende perché iniziative mirate a un maggior controllo dei processi siano in crescita anche nelle strutture di lungodegenza.
E se l’automazione del farmaco ha dimostrato di funzionare in ospedale e nelle RSA, la sua naturale evoluzione potrebbe essere nelle farmacie aperte al pubblico, per l’allestimento di terapie personalizzate.
“La recente riforma sanitaria regionale coinvolgerà sempre più la farmacia dei servizi nella presa in carico della cronicità e nel monitoraggio della compliance del paziente”, conclude Annarosa Racca, Presidente di Federfarma Lombardia. “In questo contesto, la terapia in dosi personalizzate offrirà importanti vantaggi, non solo in termini di tracciabilità e sicurezza ma anche per favorire l’aderenza terapeutica e contenere gli sprechi”.