Logitech, azienda svizzera specializzata nell’offerta di soluzioni di videocollaborazione di alta qualità e semplicità di utilizzo e adozione, ha collaborato con la società di consulenza Frost&Sullivan nella realizzazione di uno studio sulla diffusione della pratica della telemedicina nel 2020, dal quale emerge che gli strumenti di collaborazione video sono stati utilizzati nei più svariati modi durante la pandemia per consentire alle istituzioni sanitarie di garantire continuità nell’operatività.
L’emergenza sanitaria ha rivoluzionato la pratica della medicina e il servizio di assistenza sanitaria in gran parte del mondo. L’urgenza di attuare e rispettare rigorosamente le misure di distanziamento sociale ha infatti creato la necessità di un servizio di telemedicina. Durante la pandemia, questa tecnologia è stata ad esempio utilizzata per monitorare le condizioni di salute di alcuni pazienti COVID-19 a distanza. Oltre alle visite virtuali, gli operatori sanitari hanno poi adottato soluzioni di telemedicina e strumenti di collaborazione video in un’ampia varietà di casi d’uso, acquisendo esperienza con tali strumenti e integrandoli nella routine quotidiana.
Inoltre, come in qualsiasi altra azienda, le istituzioni sanitarie hanno sfruttato le piattaforme di collaborazione video per consentire ai dipendenti – soprattutto al personale finanziario e operativo – di lavorare da casa, connettersi con gli altri membri del team, tenere riunioni e formare il personale a distanza. Frost&Sullivan ha stimato che il mercato statunitense della telemedicina avrebbe registrato una crescita del 64,3% nel 2020. E, se si considera che prima della pandemia tale dato era stimato intorno al 32,3%, si capisce come l’aumento della richiesta sia strettamente legato all’emergenza sanitaria e, per quanto possibile, alla necessità di tutelare la salute di parte del personale e dei pazienti degli ospedali.
Se è vero che la particolare situazione che stiamo vivendo ha dato un notevole impulso alla pratica della telemedicina in gran parte del mondo, lo stesso non si può dire dell’Italia, dove, oltre alle varie barriere culturali, i principali ostacoli all’adozione della telemedicina sono: la scarsità di rimborsi governativi e altri incentivi, i costi troppo elevati delle soluzioni di videocollaborazione e la qualità, giudicata insufficiente da medici e pazienti, delle interazioni che ne derivano.
Gran parte di questi ostacoli possono tuttavia essere facilmente superati affidandosi a fornitori competenti e affidabili. Le soluzioni Logitech Video Collaboration, ad esempio, offrono numerosi vantaggi, coniugando alte performance audio-video e semplicità di utilizzo ad un ottimo rapporto qualità prezzo.
A un anno dall’inizio della pandemia, anche da noi, è giunto tuttavia il momento di valutare seriamente tutte le potenzialità della telemedicina. Con l’adozione della giusta tecnologia, questa si può infatti rivelare una valida alleata nel raggiungimento di alcuni obiettivi fondamentali per le strutture sanitarie, a partire dal miglioramento dell’esperienza di assistenza, sia per il medico che per il paziente. La telemedicina aumenta infatti la possibilità di accesso alle cure, promuovendo un contatto regolare tra medico e paziente, migliorando la gestione dei soggetti con malattie croniche e permettendo consulenze specialistiche anche a distanza.
Con la pandemia, gli operatori sanitari si sono trovati ad affrontare una gamma più ampia di casi d’uso per soluzioni di telemedicina e collaborazione video, mettendo in contatto i medici con i pazienti e le figure del personale sanitario tra loro. Anche in Italia, le strutture sanitarie dovrebbero quindi imparare da queste esperienze e considerare come sfruttare al meglio tali strumenti per aumentare l’efficienza, ottimizzare i risultati e offrire migliori esperienze a medici e pazienti.
Per saperne di più, consulta il whitepaper commissionato da Logitech a Frost&Sullivan e disponibile a questo link.