Ospedali ‘connessi’ capaci di condividere dossier sanitari, effettuare visite in telemedicina, monitorare i pazienti cronici a distanza. È la sanita’ digitale che l’Italia insegue da tempo e che per diventare strutturale e organica necessita di strategie, di solide fondamenta e di professionisti competenti. Perche’ l’enorme flusso di sensibilissimi dati sanitari generati e condivisi dovra’ viaggiare su binari sicuri, cosi’ da garantire il rispetto della privacy dei cittadini. Si e’ discusso di questo durante il webinar dal titolo ‘Telemedicina’ organizzato da Anorc (Associazione nazionale operatori e responsabili della custodia di contenuti digitali), moderato dal direttore dell’agenzia di stampa Dire, Nicola Perrone.
‘La sanita’ digitale vede al primo posto il fascicolo sanitario elettronico – ha detto Massella Ducci Teri – dove dovranno essere registrati i dati che provengono dai dispositivi di telemedicina, in modo che possano essere a disposizione dei medici sia in caso di cura sia di emergenza. Il decreto Rilancio, emanato da pochi giorni, prevede che vengano attivati i fascicoli elettronici per tutti. E mentre prima era necessario dare il consenso, adesso tali fascicoli sanitari saranno aperti d’ufficio per tutti gli assistiti d’Italia’.
”I dati sanitari espongono ‘i nostri diritti e le nostre liberta’ a dei rischi maggiori – ha detto Andrea Lisi, presidente Anorc – e bisogna capire se veramente quella tecnologia e’ utile e per quale motivo ci stiamo rivolgendo a lei; poi, nel momento in cui abbiamo deciso di sceglierla, perche’ e’ utile come strumento di prevenzione, controllo e analisi, quella tecnologia va comunque verificata finche’ non impatti troppo sui nostri diritti e sulle nostre liberta”.
Ma qual e’, dal punto di vista della sicurezza dei dati, il punto di equilibrio tra la privacy e l’informatica? Franco Cardin, Anorc : ‘È molto instabile – ha detto– dipende dalla consapevolezza che bisogna necessariamente avere rispetto al fatto che digitalizzare tanti documenti sanitari significa porsi il tema dei rischi che sono insiti in questo processo di digitalizzazione. Esiste un rischio hacker’.
Ma quali sono i progetti innovativi che il ministero della Salute sta sviluppando per una sanita’ sempre piu’ efficiente?
‘Nei mesi scorsi abbiamo fatto una mappatura di tutti i progetti di telemedicina in corso sul territorio nazionale – ha risposto Cirillo del Ministero della Salute – e su questi progetti, che sono in totale 282, stiamo facendo una valutazione al fine di far emergere quelli piu’ innovativi ed efficaci, anche nell’ottica di un aggiornamento delle linee guida che, come sappiamo, sono rimaste ferme al 2012′. Il ministero della Salute e’ convinto che ‘attraverso l’utilizzo dei big data il sistema sanitario nazionale possa fare passi in avanti- ha detto Cirillo- sia in termini di programmazione, quindi di razionalizzazione della spesa, sia in termini di ricerca scientifica’. A fine 2019, ha proseguito ancora Cirillo, per potenziare il fascicolo sanitario elettronico sono stati stanziati ‘piu’ di 200 milioni di euro’ e oggi ad utilizzarlo sono ‘circa 14 milioni di italiani’.
Sull’App Immuni, Cirillo ha poi risposto: ‘Chi parla di ‘flop’ sbaglia, al contrario 4 milioni di download in tre mesi sono stati un grande successo”.
“In Italia la telemedicina comunque ‘e’ a buon punto – ha detto Vittorino Gaddi, presidente della Societa’ italiana di Telemedicina – ma avrebbe potuto considerarsi ottimo se si fossero realizzate alcune circostanze un po’ piu’ favorevoli, sia dal punto di vista della programmazione sanitaria sia di coerenza, ossia di capacita’ di fare sistema.
Dopo l’emergenza legata al Covid-19, infine, c’e’ stato un aumento di richieste di telemedicina, avvenuta pero’ ‘purtroppo a macchia di leopardo- ha fatto sapere Mirko Giulianini, amministratore GMED – senza una logica congiunta. Cosi’ magari si veniva a creare un’esigenza sulla singola necessita’, che veniva risolta istantaneamente in maniera scomposta, non pensando magari a tutta una serie di problematiche legate al tracciamento del paziente’. Oggi, ad ogni modo, si sta prendendo coscienza della necessita’ di avere una sempre piu’ efficace telemedicina”.
FONTE: «Agenzia DIRE»