Si è svolto qualche giorno fa, nella sede dell’Urban Center di Trieste, l’evento “The Role of Data in Life Sciences Research: Insights and Perspectives” (“Il Ruolo dei Dati nella Ricerca sulle Scienze della Vita”). L’appuntamento, promosso dal Cluster Scienze della Vita del Friuli Venezia Giulia, in collaborazione con EIT Health, iniziativa europea per l’innovazione in sanità, ha visto l’intervento di relatori internazionali ed esperti locali, ricercatori, professionisti del settore pubblico e privato, rappresentanti del mondo accademico e imprenditoriale, tutti coinvolti nei temi dell’innovazione scientifica e tecnologica applicata alle Scienze della Vita. Al centro dell’incontro, che si è svolto secondo il format internazionale “EIT Morning Health Talks” ideato da EIT Health InnoStars, sono stati analizzati temi cruciali per il futuro del benessere della collettività legati allo sviluppo delle Scienze della Vita, un ambito multisettoriale che si trova a confrontarsi oggi con un sempre maggiore numero di dati potenzialmente a disposizione per lo sviluppo di nuovi farmaci e terapie, il cui utilizzo primario e secondario è stato recentemente regolamentato dalla normativa sullo Spazio Europeo dei Dati Sanitari (EHDS).
Il Cluster Scienze della Vita FVG e l’adesione al network EIT Health: nuove opportunità per il territorio
Ad aprire i lavori è stato Stefano De Monte, Cluster Manager del Cluster Scienze della Vita del Friuli Venezia Giulia, che ha sottolineato l’importanza per il sistema regionale di integrarsi in questa ulteriore rete europea dell’innovazione che promuove tutto l’anno progetti e iniziative come l’evento “The Role of Data in Life Sciences Research: Insights and Perspectives”, capaci di offrire indirizzi strategici, creare sinergie e generare nuove opportunità.
“L’adesione al network EIT Health ci permetterà di portare sul territorio ulteriori iniziative, proseguendo il nostro ruolo come Cluster di trasformare il FVG nel punto di riferimento per la sviluppo dell’innovazione nelle Scienze della Vita”, ha affermato Stefano De Monte.
A seguire, Alessia Rosolen, Assessore regionale al Lavoro, Formazione, Istruzione, Ricerca, Università e Famiglia, Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, ha ribadito l’impegno della Regione FVG nel settore delle Scienze della Vita, secondo un indirizzo strategico ben preciso individuato dal Presidente Massimiliano Fedriga come risposta per il benessere dei cittadini a valle dello scoppio della pandemia Covid-19. Un disegno che ha già portato all’investimento di 30 milioni di euro nel settore e, di recente, all’avvio del progetto del Digital Innovation Hub dedicato alla salute. Un percorso che si inserisce sulla presenza già esistente in regione di un sistema digitalizzato avanzato e di una rete di centri di eccellenza. Elementi che, tutti insieme, sono già stati capaci di attirare ulteriori competenze e collaborazioni internazionali, come quelle previste nel progetto AGORAI di Generali, per lo sviluppo di un hub pubblico – privato sull’intelligenza artificiale.
La mattinata è poi proseguita con l’intervento di Chiara Maiorino, Ecosystem Lead Italia, EIT Health InnoStars, che ha presentato la missione di EIT Health: creare un impatto concreto sulla vita dei cittadini attraverso prevenzione, innovazione e cooperazione transnazionale. Ha ricordato che l’Italia, insieme a Polonia, Ungheria e Portogallo, fa parte del cluster InnoStars, e che proprio dal Friuli Venezia Giulia stanno emergendo nuove progettualità di valore europeo.
A seguire tre momenti hanno approfondito la discussione
Il primo panel ha mostrato le normative, il funzionamento e i risultati di alcune sperimentazioni nell’uso dei dati sanitari svolti in vari Paesi europei. Ha iniziato Sinead O’Connor, professoressa associata a contratto, Trinity College Dublin, CEO di Ethomix (Londra), che è intervenuta su “Spazio Europeo dei Dati Sanitari: opportunità e innovazione” approfondendo la recente normativa europea EHDS, approvata nel marzo 2025, che stabilisce nuovi standard per rendere i dati sanitari accessibili, interoperabili e riutilizzabili a fini di ricerca, innovazione e salute pubblica. Ha evidenziato la necessità di superare le barriere burocratiche e interpretative (come nel caso del GDPR) che spesso ostacolano l’accesso ai dati da parte di pazienti – che magari richiedono l’accesso alla propria storia medica da Stati diversi, a seconda di dove si trovino nel momento del bisogno di reperire le informazioni su loro stessi, rispetto ai Paesi in cui sono stati curati – di medici clinici e di ricercatori. L’obiettivo è garantire a ogni cittadino europeo l’accesso ai propri dati sanitari in tutta l’Unione, favorendo la creazione di sistemi interoperabili, la prevenzione, la diagnosi precoce e la medicina personalizzata, che dall’accesso ai dati può trarre informazioni fondamentali per lo sviluppo di nuove terapie e cure, più efficaci, e farlo in meno tempo.
Tanja Stamm, Istituto per la Ricerca sui Risultati, Centro per la Scienza dei Dati Medici, Università Medica di Vienna intervenendo su “Dati sanitari riferiti dai pazienti: la base per una nuova era della sanità” ha parlato del valore dei dati riferiti direttamente dai pazienti (Patient-Reported Outcome Measures) nel migliorare la qualità della cura. Ha citato progetti europei come “H20” e le collaborazioni tra istituzioni accademiche e aziende farmaceutiche per standardizzare la raccolta e l’uso di questi dati. In particolare, ha sottolineato la necessità di sviluppare un linguaggio comune e strumenti digitali condivisi per assicurare che i dati siano paragonabili tra Paesi diversi e utili per una sanità più equa e centrata sul paziente.
Julius Juodakis, Responsabile del team dati sanitari, Agenzia Statale dei Dati, Lituania, relazionando su “Esperienze e pratiche finora del progetto pilota sull’uso secondario dei dati sanitari in Lituania” ha condiviso l’esperienza del progetto pilota avviato nel 2022 in Lituania sull’uso secondario dei dati sanitari. Il sistema lituano consente a ricercatori pubblici e privati di richiedere l’accesso ai dati attraverso un modulo unificato, con risposte garantite entro 16 giorni e costi trasparenti. L’infrastruttura è supportata dall’istituto nazionale di statistica, che fornisce piattaforme e interfacce comuni per l’analisi e la condivisione dei dati, superando le resistenze grazie a un approccio basato sulla restituzione di valore anche ai detentori dei dati.
La seconda sessione, “Focus su Imprese e Ricerca”, ha dato voce ad alcune delle eccellenze in campo Scienze della Vita presenti in Friuli Venezia Giulia, che hanno già mostrato casi di successo nell’ambito dell’utilizzo dei dati ai fini della ricerca.
Vincenzo Carbone, Senior R&I Project Manager, InSilicoTrials, intervenendo su “Metodi in silico e dati reali: nuovi percorsi per l’innovazione nella sanità” ha presentato l’utilizzo del modeling in silico per simulare pazienti virtuali e scenari clinici, supportando lo sviluppo e la validazione di nuovi farmaci. La sua piattaforma, riconosciuta anche dalle autorità regolatorie europee e statunitensi (EMA e FDA), consente di ridurre tempi, costi e complessità etiche nella sperimentazione. Il modello punta a rendere l’accesso ai dati e agli strumenti di simulazione semplice come usare Spotify, favorendo la collaborazione tra attori diversi.
Enrico Tongiorgi, Professore, Dipartimento di Scienze della Vita, Università di Trieste, trattando di “Usi tradizionali e innovativi dei grandi set di dati nel processo di scoperta di farmaci” ha messo in evidenza le criticità del tradizionale processo di scoperta di farmaci, sottolineando come l’uso innovativo dei big data e dell’intelligenza artificiale permetta oggi di risparmiare tempo e risorse. Ha descritto uno studio sul riutilizzo di farmaci approvati per nuove indicazioni, mostrando come l’AI abbia identificato target terapeutici inaspettati per la sindrome di Rett, aprendo così nuove strade per la cura.
Sebastiano Saccani, Chief Product Officer, Aindo, relazionando su “Dati sintetici: il nuovo standard globale per l’accesso e la condivisione dei dati” ha illustrato i vantaggi dell’uso dei dati sintetici, ovvero dati generati da algoritmi a partire da dati reali, come strumento per superare le limitazioni imposte dalla normativa sulla privacy che vige sui dati legati a singole persone. Questi dati, sebbene non personali, mantengono caratteristiche statistiche utili per la ricerca e possono essere condivisi in modo sicuro anche con utenti non tecnici tramite interfacce intuitive.
L’evento è proseguito con una terza sessione, la Tavola Rotonda dedicata a Domande e Risposte: Sfide e opportunità nell’uso dei dati secondari nella ricerca.
Gianna Zamaro, Direttore Centrale, Direzione Centrale Salute, Politiche Sociali e Disabilità, Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, ha evidenziato che infrastruttura e formazione vanno di pari passo: senza competenze, l’accesso ai dati rimane solo teorico. Ha descritto l’investimento della Regione FVG in centrali territoriali di telemedicina, percorsi formativi per operatori sanitari e cittadini, e l’impegno nell’integrazione tra ospedale, distretto e domicilio, con l’obiettivo di rendere il dato uno strumento equo e utile per tutti.
Erika Cecchin, Direttrice ad interim, Unità di Farmacologia Sperimentale e Clinica, IRCCS Centro di Riferimento Oncologico di Aviano (CRO), ha sottolineato le difficoltà di uno studio internazionale condotto da 7 centri oncologici in Europa, rallentato dalle differenze normative tra i singoli paesi e dalla frammentazione dell’accesso ai dati. Ha confermato che i dati sintetici potrebbero rappresentare una svolta, ma servono standard comuni e una riforma dei comitati etici per snellire i tempi.
Doriano Maranzana, Direttore Customer Service, Insiel, ha raccontato come l’azienda stia lavorando all’integrazione dei 6 petabyte di dati che gestisce, con l’obiettivo di renderli interoperabili a livello nazionale ed europeo entro 4 anni, seguendo le nuove linee guida. Ha ribadito lo storico ruolo di Insiel come facilitatore tecnologico e normativo.
Peter Fenici, Head of Medical Innovation, AstraZeneca, ha richiamato l’attenzione sulla necessità di sistemi di raccolta e accesso più veloci e uniformi. Ha sottolineato che l’interesse dell’industria non è solo commerciale, ma anche clinico: i dati servono infatti a identificare bisogni terapeutici inespressi e a promuovere la longevity dei pazienti, anche attraverso l’uso di dati ricavati da sensori e wearable oggi spesso ancora esclusi dai circuiti clinici ufficiali.
E infine…
Nel dibattito finale, Chiara Maiorino, ha approfondito la funzione di EIT Health e i progetti di integrazione, anche di fati, che può contribuire a finanziare. A seguire, Franco Scolari, Direttore, Polo Tecnologico Alto Adriatico Andrea Galvani, ha sottolineato come chi arriva secondo nella rivoluzione dei dati, perde e quanto il FVG abbia tutte le carte in regola per guidare questa transizione. Gli ha fatto eco Ketty Segatti, Direttrice, Unità Operativa Specialistica per Ricerca, Innovazione, FSE+ e altri Fondi UE, Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, ribadendo come il Friuli Venezia Giulia, attraverso il Cluster Scienze della Vita, sia il luogo adatto per mettere in pratica best practice e accelerare la trasformazione digitale contribuendo al futuro e come la Regione stia già lavorando per farsi trovare pronta alle fasi attuative permesse dall’EHDS. Stefano De Monte, Cluster Manager, Cluster Scienze della Vita del Friuli Venezia Giulia, ha ricordato infine quanto le sfide richieste dall’utlizzo dei dati siano in linea con il compito che si è sempre dato il Cluster ovvero di rafforzare la collaborazione tra attori pubblici, privati e accademici per migliorare la competitività e l’innovazione nelle Scienze della Vita.
L’evento è stato moderato da Ennio Tasciotti, Direttore Programma Longevità Umana, IRCCS San Raffaele Roma; Professore Ordinario, Università San Raffaele Roma.