La crescente dipendenza da fornitori esterni nel settore sanitario per la gestione di operazioni critiche, espone le organizzazioni a nuovi rischi informatici, rendendo fondamentale una gestione attenta e proattiva delle terze parti.
Nell’articolo che condividiamo oggi, Fabio Buccigrossi, Country Manager di ESET Italia, illustra come un approccio basato sul principio prevention first e su strategie efficaci di third-party risk management possa aiutare nella protezione dei dati sensibili dei pazienti, garantire la continuità operativa e rafforzare la fiducia degli utenti.
Buona lettura!
Protezione dei dati: mitigare i rischi legati alle terze parti nel settore sanitario
Il settore sanitario è sempre più esposto alle violazioni dei dati, a causa della crescente dipendenza dai fornitori di terze parti per la gestione di operazioni critiche, tra cui cartelle cliniche elettroniche, piattaforme di telemedicina, sistemi di fatturazione e logistica della supply chain. Queste collaborazioni, sebbene migliorino efficienza e scalabilità, introducono vulnerabilità significative dal punto di vista della cybersecurity.
I dati dei pazienti rappresentano uno degli asset più preziosi e sensibili nel settore sanitario. Per questo, è fondamentale adottare un approccio basato sul principio “prevention first”, puntando su misure proattive che proteggano le informazioni prima che possano emergere potenziali minacce. Una strategia efficace di third-party risk management (TPRM) è essenziale per mitigare i rischi e garantire la conformità alle normative.
L’importanza della protezione dei dati dei pazienti
La protezione dei dati dei pazienti non legata solo alla necessità di evitare sanzioni o danni alla reputazione, ma anche salvaguardare il loro benessere. Una violazione delle informazioni sanitarie sensibili può compromettere servizi essenziali come sistemi diagnostici, tecnologie mediche, operazioni di assistenza ai pazienti o l’accesso alle cartelle cliniche elettroniche, incidendo direttamente sulla qualità delle cure.
Inoltre, gli enti regolatori impongono normative stringenti per garantire la riservatezza e la sicurezza dei dati sanitari. Il rispetto di regolamenti come l’HIPAA (Health Insurance Portability and Accountability Act) negli Stati Uniti e il GDPR (General Data Protection Regulation) nell’Unione Europea è imprescindibile. La non conformità non solo comporta multe pesanti, ma può anche minare la fiducia tra operatori sanitari e pazienti.
Considerando la crescente complessità delle supply chain e l’evoluzione delle minacce informatiche, le organizzazioni sanitarie devono adottare strategie efficaci di TPRM. Questo approccio garantisce la protezione dei dati dei pazienti, riduce l’impatto finanziario di eventuali violazioni e rafforza la fiducia di pazienti e autorità di regolamentazione.
Sviluppare un programma di TPRM ben articolato
Un programma di TPRM efficace parte da una rigorosa due diligence e da una valutazione dei rischi legati ai fornitori. Le organizzazioni sanitarie dovrebbero condurre analisi approfondite sui potenziali vendor prima di avviare collaborazioni oltre a effettuare verifiche periodiche per l’intera durata del rapporto. Questo processo include la revisione delle certificazioni di conformità e l’analisi degli incidenti di sicurezza precedenti. Audit regolari, assessment di sicurezza e penetration test servono a individuare potenziali vulnerabilità nei sistemi e garantire il rispetto continuo dei protocolli di protezione dei dati dei pazienti.
Allo stesso modo, gli accordi contrattuali dovrebbero definire requisiti e obblighi delle terze parti in materia di protezione dei dati. I contratti dovrebbero includere clausole specifiche sui tempi di notifica in caso di violazione, standard di crittografia, policy di controllo degli accessi e il diritto dell’organizzazione di effettuare audit. Rendendo esplicite queste condizioni, le organizzazioni sanitarie possono responsabilizzare i fornitori su eventuali falle nella sicurezza o mancate conformità normative.
Controllo degli accessi, crittografia e minimizzazione dei dati
Uno delle strategie più efficaci per ridurre il rischio legato alle terze parti è l’implementazione di controlli di accesso rigorosi. Le organizzazioni sanitarie dovrebbero limitare l’accesso dei vendor ai soli dati necessari per svolgere le loro funzioni, applicando il principio del minimo privilegio. Questo approccio riduce il rischio che informazioni sensibili vengano esposte a personale non autorizzato. L’uso di role-based access control (RBAC) e della multi-factor authentication (MFA) aggiunge un ulteriore livello di sicurezza, assicurando che solo utenti verificati possano accedere ai sistemi critici.
La crittografia resta uno dei metodi più efficaci per la protezione dei dati dei pazienti. Le organizzazioni sanitarie dovrebbero garantire che tutti i dati scambiati con le terze parti, sia in transito che a riposo, siano crittografati con protocolli avanzati.
Backup crittografati offrono una protezione aggiuntiva, garantendo la sicurezza dei dati anche in caso di violazione. L’implementazione di tecniche di minimizzazione dei dati, come l’anonimizzazione o la pseudonimizzazione, riduce ulteriormente il rischio di esposizione. Limitando la condivisione dei dati dei pazienti con i vendor solo a quanto strettamente necessario, le organizzazioni sanitarie possono ridurre significativamente il rischio di accessi non autorizzati.
Considerare l’intera supply chain
Oltre ai fornitori diretti, le organizzazioni sanitarie devono adottare una visione più ampia con la gestione del rischio delle quarte parti, ovvero i fornitori dei loro vendor. Questa visibilità end-to-end assicura che i protocolli di sicurezza siano applicati lungo tutta la supply chain, riducendo il rischio di violazioni derivanti da entità meno visibili.
Altri elementi chiave della gestione del rischio delle terze parti
Anche con strategie TPRM avanzate, nessun sistema è completamente immune alle violazioni. Per questo motivo, la cyber resilience è fondamentale per le organizzazioni sanitarie. Un piano di risposta agli incidenti ben strutturato deve prevedere azioni specifiche in caso di attacco e includere le terze parti nel processo.
I fornitori devono essere pienamente integrati nei protocolli di risposta agli incidenti dell’organizzazione, per garantire una rapida ed efficace gestione delle violazioni. Simulazioni periodiche e aggiornamenti del piano migliorano la preparazione e consentono agli operatori di riprendersi rapidamente da eventuali incidenti di sicurezza, minimizzando l’impatto sull’assistenza ai pazienti e sulla protezione dei dati.
Infine, la formazione continua sulla sicurezza informatica è un elemento cruciale di qualsiasi programma di TPRM o cyber resilience. Sia i dipendenti delle organizzazioni sanitarie che quelli dei fornitori dovrebbero essere formati su come riconoscere e rispondere alle minacce informatiche più comuni, come phishing, malware e attacchi di social engineering. Un personale consapevole e preparato può svolgere un ruolo essenziale nella prevenzione degli incidenti di sicurezza.
Prevenzione per il settore sanitario
Poiché le organizzazioni sanitarie si affidano sempre più alle terze parti per gestire funzioni operative chiave, devono adottare misure proattive per la protezione dei dati sensibili dei pazienti. La piattaforma ESET PROTECT offre soluzioni di sicurezza personalizzabili che aiutano le organizzazioni a proteggere i dati sensibili, affrontare le problematiche di privacy e sicurezza, garantire la protezione delle cartelle cliniche elettroniche, mantenere la conformità normativa e ridurre le interruzioni operative.
Gestendo in modo proattivo i rischi legati alle terze parti con ESET, le organizzazioni sanitarie possono garantire la sicurezza dei pazienti, mantenere la fiducia dell’utenza e continuare a offrire un servizio sanitario di alta qualità.
di Fabio Buccigrossi, Country Manager di ESET Italia