Le prestazioni sanitarie del nostro Paese, è risaputo, presentano non poche criticità. La carenza del personale sanitario e le lunghe liste di attesa per prestazioni sanitarie, sono solo alcuni dei problemi principali che vengono riscontrati.
Per ovviare a queste urgenze, il 4 giugno scorso il Consiglio dei Ministri ha varato un decreto legge relativo alle “misure urgenti per la riduzione dei tempi di attesa delle prestazioni sanitarie“, che punta a intervenire su alcune tra le principali criticità che affliggono la sanità italiana ormai da molti anni.
Prestazioni sanitarie: alcuni chiarimenti sul nuovo DDL
Tra i principali provvedimenti previsti dal decreto spiccano l’introduzione di una piattaforma di monitoraggio delle prestazioni sanitarie, che sarà in capo all’Agenas e permetterà di comprendere il peso di domanda e offerta di prestazione, l’interoperatività dei sistemi regionali, una struttura ispettiva creata ad hoc e l’implementazione di Cup regionali con il privato accreditato e l’acquisto di pacchetti di prestazioni in intramoenia. Il decreto garantirà, inoltre, l’accesso alla telemedicina anche a medici di famiglia e pediatri.
Oltre a questo testo, composto da sette articoli, è stato approvato anche un disegno di legge (15 articoli) nel quale si prevede un aumento delle tariffe orarie del personale, la possibilità per gli specializzandi di svolgere incarichi da liberi professionisti e misure contro i gettonisti. Il DDL dispone anche un aumento dei limiti di spesa per l’acquisto di prestazioni sanitarie da privati accreditati e assegna alle regioni obiettivi annuali sulla riduzione delle liste di attesa per la valutazione e la verifica dell’attività dei direttori regionali della sanità e dei direttori generali delle aziende.
I dubbi delle regioni
Alla luce di quanto espresso in questi due testi, le regioni hanno espresso non poche perplessità sull’assenza di coperture economiche adeguate, che rappresenta un’enorme sfida per la reale attuazione del decreto. Questo andrebbe a complicare ulteriormente la già delicata situazione nel quale versano attualmente le strutture sanitarie, che devono quotidianamente fare i conti con la complessità di gestione delle proprie reti e con il continuo aumento degli attacchi informatici che, vista la natura delle prestazioni sanitarie erogate, rappresentano una minaccia elevatissima per le vite dei pazienti.
“Conosciamo bene la situazione nella quale si trovano oggi le strutture sanitarie e le difficoltà che ogni giorno queste organizzazioni devono affrontare per garantire, nella più totale sicurezza, la continuità dei propri servizi. Tra tutte queste criticità, spicca sicuramente la capacità di proteggersi dagli attacchi informatici, che in questo settore possono avere conseguenze disastrose, e che l’allargamento del perimetro di attacco insito nel decreto stesso, che ha aperto l’accesso alla telemedicina anche a medici di famiglia e pediatri, ha reso ancora più ardua. L’attuazione del nuovo decreto legge va, quindi, ad aggiungersi inevitabilmente al già fitto elenco di sfide che il settore Healthcare è chiamato ad affrontare. Da qui nasce la legittima perplessità delle regioni legata alle coperture economiche, che rappresenta un grande scoglio da arginare. Le strutture sanitare come possono, quindi, far fronte a queste criticità? La risposta è ottimizzare al meglio tutte le risorse già in casa. Per fare ciò, però, è necessario munirsi di un tool in grado di offrire una chiara visibilità di tutti i dispositivi in rete, ma che soprattutto permetta di comprenderne il livello di utilizzo. A tal fine, la piattaforma di sicurezza xDome Healthcare (ex Medigate) dispone nativamente del modulo “Clinical Device Efficiency”, che, oltre a proteggere i sistemi da possibili attacchi, fornisce Intelligence operativa sui dispositivi medicali che comprende attività̀, posizione e mappatura del device tramite integrazioni, come Fortinac di Fortinet, e informazioni sulla fine della vita utile. Questo modulo offre, inoltre, agli utenti la possibilità di monitorare il livello di utilizzo, il numero di analisi svolte e di che tipologia, comparando le stesse con il benchmark di settore – utilizzando i dati provenienti da oltre 500 entità medicali similari. In sintesi, il modulo Claroty permette alle organizzazioni sanitarie di comprendere se un dato medical device sta lavorando al massimo delle proprie potenzialità o è sotto utilizzato, fornendo al contempo raccomandation su come migliorarne le prestazioni sanitarie. È possibile, inoltre, monitorare quali operazioni vengono svolte dall’elettromedicale e da quali reparti. Possiamo, quindi, affermare con sicurezza che l’ottimizzazione delle prestazioni è un’ottima strategia per migliorare le liste d’attesa, permettendo al contempo di contenere i costi e investire in nuove risorse solo dove strettamente necessario. X-Dome Healthcare risponde quindi alla doppia esigenza di sicurezza ed efficientamento dei dispositivi medicali”, ha spiegato Domenico Dominoni, RVP South Europe e Middle East di Claroty.