Il Decreto Gelli, ufficialmente conosciuto come Legge 24/2017, rappresenta un punto di svolta nella riforma del sistema di responsabilità civile nel settore della sanità in Italia. Questo provvedimento legislativo mira a delineare chiaramente le responsabilità dei professionisti e delle strutture sanitarie e sociosanitarie pubbliche e private in caso di errori medici, introdurre al contempo standard più stringenti per la sicurezza del paziente e la qualità delle cure, e ridurre la pratica della medicina difensiva – un fenomeno che costa al Sistema Sanitario Nazionale oltre 10 miliardi di euro l’anno1.
L’errore medico, o malpractice, si verifica quando un medico o una struttura sanitaria non aderisce ai protocolli stabiliti, causando un danno al paziente. Questo può avvenire attraverso una diagnosi errata, un trattamento inadeguato o un intervento chirurgico mal eseguito. Se si verificano queste condizioni, i pazienti o i loro familiari hanno il diritto di richiedere un risarcimento per danni materiali, perdite economiche o disagi psicologici.
I dati della Federazione nazionale degli ordini dei medici e dei chirurghi (Fnomceo) parlano chiaro: quasi cento cause legali al giorno nella sanità, per un totale di oltre 35.000 all’anno. E, secondo una ricerca condotta da Eurispes in collaborazione con il Tribunale di Roma ed Enpam, due casi su tre di malasanità vengono risolti a favore del paziente tramite accertamenti tecnici preventivi. Tuttavia, in sette casi su dieci, la colpa non è attribuibile ai medici.
I dati2 ci dicono anche che i reparti ospedalieri più coinvolti nei contenziosi sono quelli di Ortopedia (16,3%), Chirurgia (13,2%) e Infettivologia (11,7%). Nel 40,4% dei casi, inoltre, gli accertamenti tecnici preventivi riguardano strutture pubbliche, nel 36,1% strutture private, e nel restante medici o assicurazioni.
Il decreto attuativo della Legge Gelli-Bianco si inserisce in questo complesso scenario e non solo aumenta la protezione dei pazienti, ma ridefinisce anche i criteri di responsabilità per gli operatori sanitari, modificando profondamente la gestione dei rischi legati alla pratica medica. Il decreto impone che tutti i professionisti sanitari e le strutture sociosanitarie pubbliche e private siano coperti da una polizza assicurativa adeguata, che li tuteli in caso di reclami per negligenza. Entrato in vigore il 16 marzo, esso stabilisce un periodo transitorio di 24 mesi durante il quale assicuratori e operatori sanitari devono adeguare le proprie polizze e misure organizzative ai nuovi requisiti. Questo ha spinto le compagnie di assicurazione a rivedere e adattare le proprie offerte per rispondere alle nuove esigenze, spesso con polizze più personalizzate e dettagliate che coprono specifici scenari legati all’errore medico.
Avere una polizza assicurativa che rispetti le disposizioni del Decreto Gelli offre numerosi benefici. Primo fra tutti, la protezione finanziaria e legale in caso di accuse di malpractice, salvaguardando la propria reputazione e carriera. Inoltre, se le strutture e i professionisti dispongono coperture assicurative adeguate, riescono a gestire i reclami e sinistri in modo più efficace, evitando costosi processi legali e mantenendo la fiducia dei pazienti.
Ma trovare e scegliere la polizza assicurativa più adatta può essere una sfida. È essenziale selezionare coperture che rispettino pienamente le disposizioni del Decreto Gelli, ma che siano anche conformi alla propria pratica specifica. A tal proposito, consultare esperti del settore assicurativo è fondamentale per capire le proprie necessità specifiche e assicurarsi che la polizza offra una protezione completa in ogni scenario possibile.
Comprendere e adattarsi alle disposizioni del Decreto Gelli è essenziale per tutti gli operatori del settore sanitario. Con l’introduzione di queste normative, è diventato indispensabile valutare e, se necessario, rinnovare le proprie coperture assicurative. Ciò garantirà non solo la conformità legale, ma anche una solida protezione contro i rischi crescenti legati alla responsabilità professionale nel settore sanitario.
A firma di Sauro Mostarda, CEO di Lokky
Note
1 Federazione nazionale degli ordini dei medici e dei chirurghi (Fnomceo)
2 ricerca condotta da Eurispes in collaborazione con il Tribunale di Roma ed Enpam