Visite mediche ed esami diagnostici a domicilio, video-consulti online, psicoterapia da remoto: il futuro della sanità sarà digitale. Questo è quello che è emerso durante il webinar: “Sanità verso il paziente. Scenari futuri di un settore in evoluzione” promosso da Medicilio, start-up innovativa specializzata nel portare esami medici al domicilio del paziente ,con la presenza di player di rilievo quali Ospedale San Raffaele, Humanitas, MioDottore e UGO.
La pandemia ha accelerato in tutta Europa il percorso di digitalizzazione della Sanità, rendendo disponibili prestazioni e servizi da remoto che fino ad un anno fa sembravano impensabili. Secondo un recente studio di Frost&Sullivan, si stima un giro d’affari di 17 miliardi entro il 2026 per il mercato della sanità digitale. Durante il periodo pandemico, i servizi digitali si sono dimostrati uno strumento essenziale per garantire la qualità della presa in carico e la tempestività dell’assistenza, favorendo l’azione sinergica tra professionisti sanitari con differenti specializzazioni e sviluppando l’assistenza domiciliare integrata.
La strategia presente nel PNRR prevede l’aumento della telemedicina e un maggiore investimento nei presidi territoriali in ambito medico e farmaceutico attraverso un nuovo metodo innovativo di dispensazione e prescrizione dei farmaci. In questo contesto, le nuove tecnologie si impegnano a progettare l’esperienza degli utenti affinché possano accedere più facilmente e velocemente a informazioni e servizi secondo modelli di cura innovativi e sostenibili. In particolare, il progresso tecnologico ha reso più semplice il trasporto dei macchinari necessari a fornire diagnostica di primo livello, permettendo un aumento delle prestazioni erogabili a domicilio.
Di seguito alcuni highlight emersi durante l’evento:
“Medicilio risponde ad un’esigenza di pazienti che hanno bisogno di esami diagnostici a domicilio e non trovano una reale alternativa. Sono spesso pazienti anziani, fragili e affetti da disabilità, pazienti che hanno difficoltà a recarsi fisicamente in ospedale. Questo significa che i nostri servizi si presentano in modo complementare con le grandi strutture”, ha spiegato Mattia Perroni, founder di Medicilio. “Quando parlo di complementarità intendo esigenza territoriale, si stima che entro il 2025 la medicina domiciliare crescerà di quattro volte! Inoltre, le normative stanno cambiando, aprendo le porte a questi nuovi modelli di cura territoriale”.
“Oggi le opportunità delle nuove soluzioni di telemedicina soprattutto per le strutture sanitarie sono complesse. Siamo davanti ad utenti che hanno nuove abitudini. Ciò che stiamo riscontrando è che da parte dei nostri pazienti c’è un’aspettativa fortissima” ha dichiarato Valeria Ingrosso, Strategic Initiatives Manager di Humanitas. “Con Medicilio nel 2020 abbiamo avviato una collaborazione per cominciare a sperimentare una nuova modalità di erogazione del servizio di diagnostica. Crediamo infatti che anche rendendo i servizi domiciliari un’alternativa possibile, si potrà gradualmente ridurre la pressione sugli ospedali focalizzandoli sulla gestione dei pazienti cronici o gravi. Ma non solo, i sistemi digitali potranno anche aiutare ad aumentare l’adesione ai protocolli di riabilitazione post-intervento. Il protocollo può essere reso digitale su un app che ricorda quando prendere i farmaci, come fare gli esercizi, che rende possibile una connessione con un tutor virtuale in caso di aiuto, etc. Questo approccio, accompagnato da opportuni modelli operativi, sarà indispensabile per rendere il sistema sanitario più sostenibile a livello nazionale. Quello che le prime esperienze di telemedicina ci hanno insegnato, è che non solo tutto questo si può fare, ma che il paziente/utente è pronto a farlo davvero”.
“Proprio negli ultimi due anni la nostra piattaforma di Telemedicina OSR ha cercato di soddisfare tutte le necessità dei pazienti, garantendo delle esperienze multicanale di visita e/o diagnostica domiciliare, successivamente a diagnosi online in contatto diretto con i nostri specialisti. Nel tempo siamo stati in grado di completare l’intero parco di branche specialistiche offerto da Ospedale San Raffaele, ottenendone ben 55 diverse tra specialisti sanitari e professionisti” ha spiegato Giorgio Marra, Coordinatore Area Medicina Digitale-Domiciliare di Ospedale San Raffaele. “Siamo riusciti dunque a ribaltare rapidamente la nostra offerta, la forma, gli strumenti e la concezione solita di “Ospedale”: un’assistenza sanitaria non più ospedale-centrica, ma nei pressi del paziente. Una delle forme di esperienza incrociata è stato il servizio dedicato ai pazienti positivi al Covid-19: la possibilità di accedere ad un primo screening digitale sanitario potendo richiedere un intero pacchetto di prestazioni a domicilio, seguito da un follow-up di monitoraggio”.
“La domanda sanitaria è passata e sta passando sempre di più attraverso l’online. C’è stata una crescita esponenziale di flussi di pazienti che richiedono prestazioni o anche solo consulti con i professionisti attraverso piattaforme online o app soprattutto durante l’emergenza, ma in realtà il trend si stava già verificando anche prima – ha affermato Giacomo Bandini, Public Affairs Manager di MioDottore – secondo alcuni recenti dati dell’Osservatorio per la Sanità Digitale del Politecnico di Milano, più del 60% dei cittadini ha utilizzato servizi sanitari digitali come piattaforme o app di prenotazione online. Per esempio, noi di MioDottore stiamo cercando di ridisegnare un nuovo modello di rapporto tra medico e paziente, intercettando l’esigenza di razionalizzare il proprio tempo”.
“Il digitale ha reso i servizi che tutti i giorni usiamo on-demand, agili, tracciati. Anche la figura del Caregiver sta cambiando – o meglio, deve cambiare – per rispondere a parametri imprescindibili di efficienza ed efficacia, a sostegno delle famiglie. Oggi 7 famiglie su 10 si occupano direttamente della gestione di un caro fragile, un asset assistenziale informale che di fatto mantiene in equilibrio un sistema di welfare ancora insufficiente” – dichiara Michela Conti, Founder di UGO. “In UGO lavoriamo per innestare nello scenario socio-culturale il ‘Caregiver professionale’, un operatore selezionato e formato che si avvicina a un famigliare per l’empatia e la cura che dedica ma dispone allo stesso tempo degli strumenti professionali giusti: mi riferisco alle competenze, in continuo sviluppo grazie a un’Academy digitale dedicata, sia agli strumenti di lavoro, in primis la nostra piattaforma digitale che permette di richiedere un caregiver on-demand 24/7, in pochi click e monitorare interamente il servizio”.