L’Istituto dei tumori di Napoli ha stretto un accordo con Healthware Group finalizzato ad attività di ricerca e terapie digitali. Grazie alle reciproche aree di competenza, il gruppo leader internazionale di consulenza in ambito sanitario e il Pascale, con questo protocollo di intesa, promuoveranno e realizzeranno soluzioni innovative nel campo delle tecnologie digitali applicate all’oncologia, orientate a facilitare la pratica clinica e, quindi, a migliorare la vita dei pazienti.
Numerosi i benefici di cui godranno proprio i pazienti partendo già dal fatto che, essendo di natura software e sfruttando spesso piattaforme molto diffuse come gli smartphone, le soluzioni di digital health e le terapie digitali presentano caratteristiche di grandissima accessibilità per gli ammalati, ma anche per i medici.
Ci troviamo dinanzi, insomma, a un cambiamento culturale, in cui la persona viene rimessa al centro del sistema e la tecnologia viene utilizzata per offrire cure migliori, più precise, più accessibili, più olistiche e anche più umane, perché permette ai medici di avere più tempo per curare la relazione con il paziente.
“Healthware – afferma Roberto Ascione, Amministratore Delegato di Healthware Group – è impegnata a stipulare accordi con primarie istituzioni sanitarie per favorire la crescita dell’ecosistema dell’innovazione per la trasformazione digitale della salute. Il partenariato clinico, di dati e tecnologie con un’istituzione di rilievo nazionale e internazionale come il Pascale, offrirà l’opportunità di realizzare soluzioni innovative volte a migliorare la vita dei pazienti oncologici. Tante le aree di applicazione dell’accordo che riguarderanno la Telemedicina (telehealth) per lo sviluppo di modelli innovativi di assistenza da remoto, l’Intelligenza Artificiale e il Data Science per la costruzione di algoritmi tramite il mining di dati retrospettivi disponibili”.
Tra gli obiettivi della sinergia tra Healthware Group e il Pascale quello di creare un hub, una rete oncologica in Campania attiva a livello nazionale e internazionale.
“Questo periodo di pandemia – dice il direttore generale dell’Irccs partenopeo, Attilio Bianchi – ha accelerato la diffusione e l’adozione di soluzioni e strumenti di salute digitale quali sensori, app, dispositivi indossabili per il monitoraggio continuo dei parametri biometrici, assistenti virtuali dotati di intelligenza artificiale che comunicano con il paziente, piattaforme e servizi digitali per l’assistenza medica a distanza, algoritmi che generano biomarcatori fisiologici e comportamentali. Mai come in questo periodo, insomma, è diventata ancora più evidente l’assoluta necessità di integrare la medicina tradizionale con quella digitale, così com’è emerso il ruolo cruciale della digital health nell’offrire nuove dinamiche di comunicazione tra medico e paziente”.