Oggi il cittadino viene supportato da sistemi tecnologici avanzati nelle più disparate e semplici attività quotidiane come spostamenti, prenotazioni e durante la spesa al supermercato. Anche il settore farmaceutico negli ultimi anni è stato oggetto di importanti cambiamenti evolutivi, non solo sotto il punto di vista del farmaco in sé, ma anche per quanto riguarda la tecnologia di gestione e erogazione dei servizi. Infatti, sono state introdotte la dematerializzazione delle ricette, le prestazioni di telemedicina, sistemi di assistenza online e vendita sul web di farmaci che non necessitano di prescrizione medica. È proprio in questo contesto che si inserisce Francesco Zaccariello, Managing Director di Atida eFarma. Francesco ha ricoperto il ruolo di visionario fondando nel 2012 eFarma, primo e-commerce farmaceutico, poi venduto nel 2021 ad Atida, piattaforma per la salute attiva in 9 Paesi europei, con 4 milioni di clienti e oltre 700 dipendenti. L’imprenditore napoletano, oltre ad essere investitore è anche farmacista, aspetto che gli consente di comprendere logiche e sistemi interni che ai più sono pressoché sconosciuti, uno di questi è l’introduzione dell’intelligenza artificiale nelle farmacie, nello specifico ChatGPT.
Cosa riserva il futuro per il farmacista tradizionale?
“L’intelligenza artificiale non deve essere demonizzata, ma nemmeno osannata, come sempre, la soluzione deve stare nel mezzo. Il settore farmaceutico e in particolare le farmacie e il farmacista, negli ultimi anni stanno attraversando un boom evolutivo, ne sono io stesso testimone quando ho fondato eFarma, all’epoca sembrava un’idea molto lontana dalla realizzazione e invece eccomi qui 10 anni dopo. Ricordo che con l’avvento dell’e-commerce nel settore farmaceutico, ci si era posti lo stesso quesito, ma come possiamo ben vedere, la farmacia tradizionale e il settore e-commerce, dopo 10 anni continuano a convivere tranquillamente e ognuno ha trovato la propria dimensione di crescita.” ha commentato Francesco Zaccariello.
Alcuni ricercatori dell’Università di Cagliari, tra i primi in Italia a testare le capacità di ChatGPT nell’ambito medico, hanno messo alla prova la piattaforma di intelligenza artificiale sottoponendogli il Test nazionale di ammissione alle Facoltà di Medicina e Odontoiatria 2022 e i risultati emersi sono stati molto interessanti: ChatGPT risulta aver superato il test classificandosi nella fascia più alta degli idonei. Il sistema è pressoché infallibile nella parte di comprensione del testo (4 risposte esatte su 4) e biologia (16 su 23), l’aspetto che più colpisce sono i risultati ottenuti nella sezione che comprende il ragionamento logico in cui emergono importanti lacune (solo 1 risposta corretta su 5), chimica (9 su 15) e fisica e matematica (7 su 13) (1).
ChatGPT rappresenta uno strumento funzionale per migliorare e facilitare alcuni aspetti tecnici della tradizionale farmacia come, ad esempio, sono stati introdotti alcuni programmi basati su set di dati preimpostati in grado di pianificare gli ordinativi di farmaci e prodotti in automatico. L’intelligenza artificiale risolverebbe anche i problemi legati ai turni dei farmacisti e all’operatività delle farmacie in luoghi scarsamente popolati o difficilmente raggiungibili, garantendo una copertura H24 dell’assistenza e una diffusione territoriale uniforme e capillare.
“L’aspetto che più mi lascia dubitare di una totale sostituzione del farmacista è che l’utilizzo di queste piattaforme annienta interamente l’attività di relazione, cioè la parte più nobile di qualsiasi lavoro. In questo modo vengono a mancare le fasi di ascolto, consulto, elaborazione delle informazioni ricevute dal paziente, il feedback e in ultimo, il contatto umano, quello che si fa guardandosi negli occhi. Quest’ultimo è forse l’aspetto più importante, spesso i pazienti si rivolgono al farmacista, oltre che per una cura, anche per avere conforto e rassicurazione. Penso quindi che il farmacista non verrà mai sostituito dall’intelligenza artificiale, però se vorrà continuare ad avere un ruolo cardine in questo settore dovrà imparare a sfruttare le potenzialità di ChatGPT a proprio favore e abbinare alle proprie conoscenze tecnologiche anche un servizio che sia di valore per i propri clienti.” spiega Zaccariello.