Le domande che in questo periodo tutti si sono posti sono almeno due: quando finirà la pandemia da COVID-19? Quando si tornerà alla normalità? Un dibattito quotidiano sempre più accesso che ruota attorno a due parole chiave: immunità di gregge e New Normal. Con “immunità di gregge” si intende la capacità collettiva di resistere al contagio grazie all’immunizzazione della gran parte degli individui (75%), mentre con “New Normal” si allude alla “nuova normalità” tanto attesa, in cui mascherina e distanziamento saranno ancora obbligatori, ma tutte le attività sociali ed economiche saranno completamente aperte e finalmente libere da restrizioni. Un traguardo, quest’ultimo, che si potrà raggiungere quando tutti gli over 60 saranno vaccinati, fascia d’età scelta non per caso.
Secondo uno studio del Center for Disease Control and Prevention (CDC), infatti, il rischio di ospedalizzazione aumenta esponenzialmente all’aumentare dell’età. Nel piano vaccinale dare precedenza a soggetti con età avanzata incide sensibilmente sulla diminuzione del sovraffollamento degli ospedali e garantisce le basi per una riapertura graduale delle attività economiche.
A complicare la realizzazione di questi scenari, però, intervengono fattori quali la diffusione delle varianti e la propensione dei cittadini a sottoporsi al vaccino. Con l’aiuto di alcuni modelli epidemiologici, Iconsulting, data-driven transformation company italiana, è tuttavia riuscita a simulare l’impatto degli aspetti principali che potranno condurci al cosiddetto “Independence Day” da Coronavirus.
Il simulatore di Iconsulting
Il simulatore di Iconsulting (visualizza e naviga qui), basato sull’estensione di un modello SIR (Palladino et al., 2020; Palladino, 2021), mostra in che modo variabili come la contagiosità del virus e il ritmo di vaccinazione influiscano sul raggiungimento della cosiddetta immunità di gregge e sul New Normal a livello sia nazionale che regionale.
Per calcolare il raggiungimento di questi due obiettivi il modello prende in considerazione il ciclo completo di vaccinazione. I cicli parziali, ovvero una sola dose per i vaccini che ne richiedono due, infatti non forniscono una copertura completa e non garantiscono il prevenire delle varianti, come dichiarato da Paul Offit, membro del comitato consultivo sui vaccini della Food and Drug Administration, e come testimoniato dall’aumento dei contagi di inizio Giugno in UK che ha colpito maggiormente i vaccinati con la prima dose, oltre ai non vaccinati.
Calibrando il modello e utilizzando i dati sull’epidemia e sulle vaccinazioni estratti dagli archivi ufficiali del Ministero della Salute, la società ha quindi simulato il decorso dell’epidemia fino a settembre 2022.
NEW NORMAL IN ITALIA: settembre 2021
Considerando come unica variabile il ritmo delle vaccinazioni, se l’Italia riuscisse a mantenere un ritmo incrementale (ovvero 500.000 dosi fino ad agosto e 750.000 dosi da settembre in poi, in modo da considerare il potenziale rallentamento della campagna vaccinale nel periodo estivo) raggiungerebbe il New Normal a settembre 2021.
Periodo che potrebbe ridursi ad agosto 2021 nello scenario migliore (750.000 somministrazioni al giorno).
Entrando nel dettaglio regionale, considerando un ritmo di vaccinazione incrementale, le regioni sperimenteranno un New Normal tra agosto e settembre 2021.
Classifica:
Agosto 2021: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Lazio, Lombardia, Puglia, Sicilia, Valle d’Aosta
Settembre 2021: Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Marche, Molise, P.A. Bolzano, P.A. Trento, Piemonte, Sardegna, Toscana, Umbria, Veneto
IMMUNITÀ DI GREGGE IN ITALIA: febbraio 2022
Prendendo in esame sia la variabile del ritmo delle vaccinazioni che quella della contagiosità del virus, è possibile anche definire il mese in cui il nostro Paese raggiungerà l’immunità di gregge. Qualora le somministrazioni perseguissero un ritmo di vaccinazione incrementale (ovvero 500.000 dosi fino ad agosto e 750.000 dosi da settembre in poi, considerando un potenziale rallentamento della campagna vaccinale nel periodo estivo) e la contagiosità del virus restasse quella attuale, tale obiettivo verrebbe conquistato a febbraio 2022. Simulando però 750.000 somministrazioni al giorno e una diminuzione del 25% della contagiosità del virus, il traguardo verrebbe raggiunto già a novembre 2021.
Al contrario, se le somministrazioni dovessero diminuire a circa 414.886 al giorno (tornando quindi al ritmo di vaccinazione del periodo aprile-maggio) e la contagiosità del virus dovesse incrementare del 75% rispetto a quella attuale – ad esempio a causa di una variante estremamente virulenta – si verificherebbe lo scenario peggiore e l’Italia non riuscirebbe a raggiungere l’immunità di gregge entro settembre 2022, limite massimo temporale preso in considerazione.
Osservando poi le singole regioni, se la contagiosità dovesse rimanere quella attuale e il ritmo della vaccinazione dovesse proseguire in maniera incrementale (ovvero 500.000 dosi fino ad agosto e 750.000 dosi da settembre in poi, in modo da considerare il potenziale rallentamento della campagna vaccinale nel periodo estivo), la classifica delle Regioni nel raggiungimento dell’Immunità di gregge è la seguente:
Gennaio 2022: Basilicata, Liguria, Lombardia
Febbraio 2022: Abruzzo, Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Puglia, Toscana, Umbria, Valle d’Aosta
Marzo 2022: Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Marche, Piemonte, Sicilia, Veneto
Aprile 2022: Molise, P.A. Bolzano, Sardegna
Maggio 2022: P.A. Trento