E’ stato presentato a Milano il report “Il ruolo della filiera distributiva healthcare per il Servizio Sanitario Nazionale” (DISPONIBILE QUI) curato da Fondazione GIMBE con l’obiettivo di fornire una fotografia organica e strutturata del funzionamento del complesso e articolato ecosistema che assicura alla collettività l’accesso a servizi sanitari, medicinali e prodotti per la salute, evidenziando il contributo apportato dai diversi attori coinvolti.
Il report è stato finanziato da Consorzio Dafne, la Community B2b no-profit di riferimento per tutti gli attori della filiera healthcare, che annovera oltre 230 aziende consorziate e da anni è impegnata nel promuovere l’integrazione e la collaborazione trasversale lungo l’intera supply chain della Salute, con l’obiettivo di contribuire a realizzare un ecosistema sempre più interconnesso, digitale e sostenibile.
«Il dibattito pubblico, al pari di quello istituzionale, tende a trascurare alcuni elementi strutturali della filiera healthcare, nonché intere categorie di attori che pure ne sono parte integrante e che rivestono un ruolo fondamentale e indispensabile al corretto funzionamento dell’ecosistema Salute in tutto il Paese. Questa consapevolezza – sottolinea Irene Facchinetti, Head of Advocacy & Community Enhancement del Consorzio Dafne – ha spinto il Consorzio Dafne a ricercare un partner qualificato e autorevole come Fondazione GIMBE che potesse condurre un’indagine rigorosa, in grado di fungere da base di partenza per un confronto serio e costruttivo tra tutte le parti interessate.»
Forse per la prima volta, sono state organizzate e sintetizzate in un unico punto tutte le principali informazioni disponibili sulla filiera distributiva healthcare, prendendo in esame in modo oggettivo e neutrale le diverse fonti ufficiali. Valorizzandone il contributo a delineare il quadro generale, ma anche facendone emergere eventuali lacune o evidenziando dove sarebbe opportuno un maggior dettaglio, al fine di una più efficace comprensione delle dinamiche e, di conseguenza, per poter valutare compiutamente gli impatti derivanti da eventuali diversi scenari d’intervento.
La difficoltà a dimensionare l’esatta magnitudo di un problema come quello dei farmaci carenti, per esempio, si manifesta in modo evidente nell’attuale necessità di interpretare il contenuto di un elenco pubblico – dal nome forse un po’ fuorviante – che ricomprende sì questa informazione puntuale, ma l’annega all’interno di una numerica ben più elevata. L’analisi effettuata sull’elenco dei farmaci carenti pubblicato il 20/10/2023 evidenzia, infatti, che per il 43% dei medicinali la cessata commercializzazione è definitiva, ma soprattutto che per l’89% dei medicinali è specifica la disponibilità di un’alternativa terapeutica, mentre per il restante 11% è autorizzata l’importazione dall’estero. Una indeterminatezza che, evidentemente, presta il fianco a letture imprecise – siano queste ingenuamente superficiali piuttosto che volutamente tendenziose – non contribuendo a stemperare le tensioni che, comprensibilmente, si accendono intorno a un argomento così delicato.
Analoga considerazione si può applicare alla quantificazione e qualificazione dei diversi attori che operano all’interno della filiera distributiva healthcare. A oggi, infatti, rientrano nei medesimi elenchi ufficiali realtà che hanno natura intrinsecamente diversa e che svolgono, conseguentemente, funzioni anche decisamente differenti lungo la supply chain.
«Questo report – sottolinea Nino Cartabellotta, Presidente di Fondazione GIMBE – evidenzia il determinante contributo della filiera healthcare: un aspetto per lo più sconosciuto ai cittadini, ma cruciale per la sostenibilità del SSN, per la riduzione delle diseguaglianze nell’accesso ai farmaci e, in ultima analisi, per l’efficacia delle cure ai pazienti.»
Lo studio conferma l’importanza di attribuire il giusto riconoscimento al contributo fornito dai diversi attori per il corretto e regolare funzionamento della filiera della Salute.
«Siamo convinti che sia indispensabile traguardare l’ecosistema healthcare adottando un approccio inclusivo e trasversale», afferma Daniele Marazzi, Consigliere Delegato del Consorzio Dafne. «Troppo spesso, infatti, vediamo decisioni che si rivelano miopi, di corto respiro, se non addirittura dannose, discendere dalla semplice mancanza di considerazione prestata alla prospettiva di questa o quella categoria di attori, che poi si rivelano essenziali per la traduzione concreta, nell’operatività quotidiana, di scelte anche istituzionali prese sulla scorta di tavoli parziali.»
Oggi è tanto imprescindibile, quanto non più procrastinabile, cambiare passo, per fare scelte anche coraggiose, che muovono da un’assunzione di responsabilità. L’ambizione del Consorzio è quella di poter contribuire affinché queste decisioni possano emergere dalla consapevolezza reale del contesto e da un confronto aperto, capace di trovare sintesi tra le prospettive di tutti gli attori in gioco superandone gli interessi di parte.