Costruire un nuovo mindset di valori e di comportamenti per creare consapevolezza sul “benessere digitale”, partendo dai ragazzi: da questa dichiarazione di intenti nasce il progetto di sensibilizzazione Unblaming.
Una piattaforma integrata, di persone e strumenti, che intende contrastare il fenomeno della “violenza digitale” e dare voce ai ragazzi e alle loro emozioni, taciute troppo a lungo durante il lockdown. Sono i più giovani, infatti, le persone che hanno risentito maggiormente del distanziamento sociale e dell’interruzione improvvisa delle proprie relazioni sociali.
Lo confermano i dati dell’ultimo anno:
- Il 93% dei ragazzi dice di essersi sentito solo in qualche momento della propria vita (durante la pandemia);
- il 63% dei ragazzi e delle ragazze è connesso oltre tre ore al giorno in aggiunta a quelle impiegate per la DAD;
- sei ragazzi su dieci dichiara di non sentirsi al sicuro online;
- il 38% dei ragazzi dichiara di avere la consapevolezza di essere iperconnesso; il 32,5% mostra comportamenti verbali e fisici di aggressività verso gli altri; il 18% episodi di autolesionismo;
- un ragazzo su sette dichiara di aver assistito a episodi di cyberbullismo e uno su dieci di esserne stato vittima.*
Partendo dalla situazione delineata dai dati sopra, la piattaforma integrata Unblaming offre una dimensione digitale che, integrando e non sostituendo quella reale, intende garantire ascolto, informazione e intrattenimento agli adolescenti, con lo scopo di coinvolgerli in progettualità concrete e linguaggi artistici universali.
Obiettivi ambiziosi che sposano perfettamente la filosofia di Zambon SpA – azienda leader nel settore farmaceutico – che inserisce Unblaming all’interno dell’offerta formativa della sua “Digital School”, un programma di formazione aperto a tutti i dipendenti, con l’obiettivo di favorire lo sviluppo delle competenze digitali e dell’innovazione in azienda.
L’offerta si propone di dare voce a professionisti del settore -psicologi, insegnanti, ragazzi- persone che hanno fatto del digitale il proprio lavoro o che lo hanno sfruttato come strumento di valorizzazione e rinascita.
Unblaming intende valorizzare il “benessere digitale”, supportando e incoraggiando i più giovani a credere nei propri sogni e offrendo loro l’opportunità concreta di mettersi in gioco attraverso un progetto di storytelling visivo e autoriale.
“Durante l’emergenza Covid-19 i più giovani hanno dimostrato un’enorme capacità di resistenza, che però è stata messa a dura prova e rischia di lasciare segni nel tempo – ha commentato Marisa Marraffino – Avvocato e ideatrice del progetto – È quindi necessario ascoltarli e coinvolgerli maggiormente. Unblaming è una piattaforma digitale che intende accogliere i ragazzi, supportarli contro ogni forma di abuso relazionale e aiutarli a esprime il proprio talento. Offrire loro uno spazio online di informazione, intrattenimento e ascolto può essere utile per educarli a un uso consapevole e responsabile dei mezzi digitali.
La piattaforma integrata presenta anche un’area dedicata alla “help chat line”: uno spazio virtuale in cui ogni giovane può scriverci, anche in forma anonima, per ottenere supporto senza essere giudicato.”
Il progetto vede l’attivazione di diversi strumenti e la collaborazione con un network di qualificati professionisti impegnati sul campo.
L’attività digitale e di comunicazione a supporto dell’iniziativa – sito web, canali social, percorso formativo dei podcast- è realizzata da Insana – the healthy agency.
“La nostra agenzia si occupa di comunicare la salute e il modo con cui usiamo il digitale, interagendo con gli altri, può farci molto bene o molto male e concorre in modo importante al nostro benessere” Ha commentato Simona Bertoglio, CEO di Insana. “Durante il lockdown in cui il digitale è diventata l’unica dimensione di relazione e interazione possibile ci siamo chiesti come traslare la nostra esperienza nella realizzazione di un progetto a supporto degli adolescenti che, più di tutti, hanno sofferto il distanziamento sociale. Una generazione in DAD, obbligata agli “arresti domiciliari” per mesi, privata di ogni forma di socialità e costretta a ingabbiare la propria libertà in Rete. L’idea di mettere al centro i ragazzi e coinvolgerli in una progettualità concreta in cui fossero loro a raccontare in prima persona è nata anche grazie all’esperienza e alla tenacia dell’Avvocato Marisa Marraffino, con cui collaboriamo da anni. Siamo convinti che una “buona” cultura del digitale, che passa attraverso la conoscenza degli strumenti, l’educazione al rispetto e la valorizzazione del talento, sia l’unico modo per costruire oltre che denunciare”.
Il progetto di storytelling visivo autoriale e documentaristico vede alla regia Gianpaolo Bigoli, filmmaker e regista specializzato nella realizzazione di documentari narrativi su tematiche sociali, ed è veicolato attraverso la call to action: “Contagio emotivo: riscriviamo insieme l’alfabeto delle emozioni” presente sul sito ufficiale del progetto.
“Realizzare un video-storytelling che esplori l’intimità e le emozioni dei giovani, basato sui materiali girati dai ragazzi stessi, è un progetto molto ambizioso e sfidante”. Ha detto Gianpaolo Bigoli, regista del progetto di storytelling. “Mettersi a nudo non è mai semplice, soprattutto quando si è adolescenti. Ma è proprio in questa fase della vita che nascono le consapevolezze più profonde. Si inizia a entrare in contatto con se stessi, a vivere le emozioni in maniera più forte e a sentire l’esigenza di comunicarle agli altri. Sono sicuro che alla forte fase di compressione emotiva, dovuta al distanziamento fisico e alla didattica a distanza, possa seguire un momento di esplosione creativa, altrettanto importante. Ogni loro contributo, con la sua diversità, ci aiuterà a riscrivere un alfabeto delle emozioni in grado di stupirci.
Ne uscirà un progetto autentico in grado di fare riflettere tutti, giovani e adulti.”