Presso la Sala del Refettorio della Biblioteca della Camera dei deputati, si è svolto il convegno intitolato “I professionisti sanitari: la sfida della tecnologia nel percorso d’integrazione tra DM 70 e DM 77” organizzato dall’Associazione L’Altra Sanità onlus in collaborazione con FARESANiTÀ. Si è trattato del primo di una serie di approfondimenti tematici in programma per il 2025 rivolto ai Professionisti della Sanità con l’intento di riflettere sulle trasformazioni in corso nel settore sanitario.
Su questi aspetti, in apertura dei lavori, ha fatto il punto Marinella D’Innocenzo, Presidente dell’Associazione L’Altra Sanità e Delegata del Sindaco di Roma per la Asl Roma 2. “L’integrazione tra DM 70 e DM 77, accompagnata dall’innovazione tecnologica, rappresenta un passo fondamentale verso un servizio sanitario più efficace e attento alle esigenze di salute della popolazione. Questi decreti mirano a riorganizzare la rete dei servizi e a promuovere un modello integrato di assistenza basato sulla presa in carico e la continuità assistenziale, e le tecnologie digitali giocano un ruolo cruciale in questo processo. L’adozione di strumenti tecnologici, come le piattaforme di telemedicina e i sistemi di gestione elettronica delle informazioni, può facilitare il flusso di dati tra i diversi livelli di assistenza, migliorandone il coordinamento oltre che la comunicazione e la collaborazione tra i professionisti della salute, ma offrendo anche la possibilità di personalizzare i percorsi di cura in base alle specifiche esigenze dei pazienti. Pertanto, è essenziale che i professionisti sanitari siano adeguatamente formati e supportati nell’uso di queste tecnologie, affinché possano affrontare le sfide poste dalla digitalizzazione e cogliere le opportunità per migliorare la qualità dell’assistenza”.
Il palinsesto di questo appuntamento è stato costellato da autorevoli testimonianze di esperti provenienti da diversi settori e rappresentanti istituzionali. Tra questi, l’On. Paolo Ciani, Segretario di Democrazia Solidale e Deputato alla Camera, il quale ha ricordato che “l’aumento della popolazione anziana comporta una maggiore incidenza di patologie croniche e complesse. Il nostro sistema sanitario universalistico è quindi messo alla prova da questa evoluzione e la pandemia ha reso ancora più evidente una criticità strutturale: il modello sanitario ospedalocentrico, e nel caso degli anziani spesso istituzionalizzato, non è stato in grado di garantire una risposta adeguata ai bisogni di salute. È chiaro che occorre ripensare l’organizzazione dell’assistenza, puntando su soluzioni innovative. In questo senso, le nuove tecnologie rappresentano una grande opportunità, specialmente per lo sviluppo della telemedicina e delle cure domiciliari”.
A sua volta, Antonello Aurigemma, Presidente del Consiglio regionale del Lazio intervenuto al convegno, ha dichiarato: “Dobbiamo avere una visione globale d’insieme per integrare l’ospedale con il territorio (quindi DM 70 e DM77) e portare avanti una giusta programmazione che tenda a rafforzare la sanità territoriale, cercando anche di ridurre gli accessi in ospedale. Non dimentichiamo che, stando ai dati, buona parte degli accessi nei pronto soccorso è impropria. In questo senso, un ruolo fondamentale può essere giocato dall’innovazione tecnologica, come la telemedicina, che può dare impulso alle cure a domicilio, soprattutto per le persone più fragili. In questa direzione, sono indispensabili ricerca (con nuove terapie e nuovi farmaci) e innovazione. Altro aspetto prioritario è quello di effettuare un’attenta opera di semplificazione amministrativa: in tal senso, serve un’uniformità anche in termini di procedure e di rimborsi, per evitare discrasie tra zone differenti”.
La prima Tavola Rotonda ha avuto come obiettivo quello di mettere a confronto Politici e Manager della Sanità sul tema de “L’impatto delle tecnologie digitali nel sistema delineato dal DM 77 integrato con il DM 70. Organizzazione e strumenti per un’implementazione efficace”. L’innovazione tecnologica rappresenta, infatti, uno dei driver di sviluppo strategico più importante per il SSN e per le Aziende Sanitarie chiamate a governare la grande transizione digitale prevista dalla Missione 6 del PNRR. Nel percorso d’integrazione tra DM 70 e DM 77, l’implementazione efficace delle tecnologie in sanità è un processo complesso che richiede una pianificazione accurata, risorse adeguate e un approccio strategico.
Monica Moriconi, Delegata del Sindaco di Roma per la Asl Roma 1 e membro del Direttivo dell’Associazione L’Altra Sanità, ha moderato il dibattito di questa prima tavola rotonda a cui hanno preso parte: Antonello Aurigemma, Presidente del Consiglio regionale del Lazio, Francesco Amato, Direttore Generale Asl Roma 2, Egisto Bianconi, Commissario Straordinario Asl Viterbo, Giuseppe Quintavalle, Direttore Generale Asl Roma 1, On. Paolo Ciani, Segretario di Democrazia Solidale e Deputato alla Camera, Rodolfo Lena, Consigliere regionale del Lazio e Massimiliano Valeriani, Consigliere regionale del Lazio.
Secondo Giuseppe Quintavalle, Direttore Generale Asl Roma 1 “stiamo vivendo un grande cambiamento sociale che necessita una modifica dei setting assistenziali, non più ospedalocentrici ma integrati con il territorio, attraverso percorsi diagnostico terapeutici (PDTA) costruiti in una logica di continuità. Ruolo cruciale di questa trasformazione dell’assistenza è quello dei medici di medicina generale e delle case di comunità che saranno il primo filtro di presa in carico, in grado di ricondurre il paziente all’interno di un percorso di cura migliore, più appropriato e sostenibile. Un sistema salute quindi sempre più integrato e incentrato sui cittadini, per fornire un’assistenza personalizzata e accessibile anche grazie all’utilizzo delle nuove tecnologie che – lo ricordiamo – devono essere interpretate come un mezzo per potenziare il rapporto medico-paziente e non sostituirlo, migliorando così le performance sanitarie ed utilizzando terapie innovative ed avanzate come l’editing genomico, la robotica, la telemedicina o il teleconsulto, solo per citarne alcune”.
A sua volta, il Consigliere regionale del Lazio Massimiliano Valeriani ha sottolineato come “in questa fase, la sfida da affrontare in sanità per il diritto alle cure dei cittadini sia essenzialmente una questione di risorse. Al pari di una migliore organizzazione sanitaria, le nuove tecnologie sono sì importanti, possono sì aiutare ad intervenire più puntualmente e più efficacemente rispetto ad alcune cronicità ma il nodo centrale sta sempre sul quanto il sistema Paese voglia investire sulla sanità pubblica. Oggi, è più che mai questo il tema d’attualità. Perché le tecnologie sono importanti ma la sanità è fatta di persone e, oggi, noi abbiamo bisogno d’investire sul potenziamento del servizio sanitario pubblico, partendo dalle assunzioni. Solo così potremo garantire gli impegni presi con il PNRR che prevedono, insieme al miglioramento dovuto alla tecnologia, anche una maggiore efficacia di tutti i presidi territoriali più vicini sì ai cittadini ma ancora non coperti da personale. Presidi territoriali che dovremmo realizzare nei prossimi anni per deospedalizzare la sanità e renderla più fruibile direttamente dalla popolazione”.
Infine, Rodolfo Lena, Consigliere regionale del Lazio, ha voluto precisare che “si discute molto di case della comunità e ospedali della comunità, ma rischiamo di costruire strutture senza sapere chi vi opererà. Il tema dei medici di medicina generale è cruciale: sono fondamentali per la presa in carico del territorio, ma sappiamo bene che in molte aree mancano. Questo non riguarda solo le modalità di lavoro, ma la disponibilità effettiva dei professionisti. Credo sia essenziale un approccio realistico: dobbiamo partire dalle risorse attualmente disponibili per garantire la continuità assistenziale e la presa in carico dei pazienti più fragili, come gli anziani. L’Italia, dopo il Giappone, è il Paese con la popolazione più anziana, e ciò comporta un aumento degli accessi impropri ai pronto soccorso per carenze nel territorio”.
Per garantire che le tecnologie apportino un reale valore aggiunto al servizio sanitario e migliorino la qualità dell’assistenza ai pazienti, è essenziale affrontare le sfide relative all’integrazione professionale, alla formazione, alle infrastrutture e alla sicurezza dei dati e alla gestione del cambiamento, garantendo così un’implementazione efficace e sostenibile delle innovazioni digitali nel settore sanitario. Su questi temi, si è parlato nella sessione centrale, moderata Enzo Chilelli, Presidente Comitato degli Esperti FARESANiTÀ e nell’ambito della quale sono intervenuti: Antonio Magi, Presidente Ordine dei Medici di Roma con una relazione dal titolo: “Modelli di integrazione orizzontale e verticale per cogliere la sfida tecnologica della collaborazione nella multidisciplinarietà: ci sono le risorse professionali sufficienti per assicurare la trasformazione organizzativa/digitale prevista dal PNRR?”; a seguire Massimo Mangia, Esperto di Sanità Digitale – Editore di Salutedigitale.blog e Francesco Gabbrielli, Responsabile R&D per l’attività clinica in Telemedicina, Agenas, hanno affrontato il tema della “Telemedicina: tra efficacia clinica, sostenibilità economica e competenze digitali dei professionisti, pazienti e Care Giver”.
“L’Italia ha bisogno di una riforma del servizio sanitario nazionale e il fatto di parlare ancora di DM 70 (che parte dalla legge Balduzzi 2012, il cui obiettivo è l’organizzazione dell’attività ospedaliera), e di DM 77 (che parte subito dopo il PNRR per poter organizzare l’attività territoriale), come se fossero due entità differenti per me è un errore perché la sanità deve essere considerata come un unicum che può svolgere attività ospedaliera o territoriale a seconda delle necessità del paziente il quale necessita di una presa in carico totale da parte del Servizio sanitario nazionale” – ha affermato Antonio Magi, Presidente Ordine dei Medici di Roma – “Perché il paziente può aver bisogno sia del territorio per curare una patologia, che dell’ospedale, per curare un’eventuale acuzie. Detto questo per me il punto di forza del DM 77 è il riconoscimento, finalmente aggiungo, dell’importanza del lavoro in equipe multiprofessionale e multidisciplinare composta da medici infermieri e operatori sanitari. Chiaramente bisogna lavorare per far sì che tutti imparino a stare insieme alle altre professionalità nel rispetto reciproco delle proprie competenze e del proprio percorso di studio. La debolezza del DM 77 invece è che il PNRR ha previsto esclusivamente risorse economiche per le mura, le strutture, le apparecchiature e la tecnologia tutto ciò è sicuramente importante però purtroppo non ha previsto risorse per il personale e questo è un elemento di enorme criticità perché difficilmente si riuscirà a riempire le case di comunità”.
Solo attraverso un approccio integrato e strategico sarà possibile realizzare il pieno potenziale delle innovazioni tecnologiche in sanità.
Su questo tema, la seconda ed ultima Tavola Rotonda, che è stata moderata da Massimo Mangia, editoralista di Salutedigitale.blog intitolata “Innovazioni tecnologiche in Sanità: sfide e opportunità per il futuro nel disegnare un nuovo modello di integrazione professionale” ha visto il confronto tra le Aziende di settore sulle questioni rilevanti per promuovere una cultura orientata all’innovazione.
Sono intervenuti come discussant, Donato Scolozzi, Partner @KPMG Italy|Healthcare and LifeScience, Cristina Gasparri, Associate Principal public sector & healthcare Mercer Italia, Daniela Sagarese General Manager & CEO ITLAV s.r.l e altri esperti delle Aziende di settore.
Proprio Donato Scolozzi, Partner @KPMG Italy|Healthcare and LifeScience, ha concluso i lavori della giornata ricordando che “l’adozione dei sistemi informativi è dunque cruciale: stiamo investendo ingenti risorse, ma senza una loro effettiva implementazione rischiamo di minare la credibilità dell’intero ecosistema sanitario. Questo riguarda non solo i responsabili dei sistemi informativi e i manager pubblici, ma anche i giovani professionisti formati per lavorare in questi ambiti. Se questi strumenti non verranno adottati, rischiamo di perdere un’intera generazione di talenti a favore di grandi aziende tecnologiche. Altro tema fondamentale è la privacy. Mentre l’efficienza sanitaria potrebbe essere migliorata significativamente dall’uso dei dati, la regolamentazione europea in materia di privacy rischia di rappresentare un ostacolo. È essenziale trovare un equilibrio tra la protezione dei dati personali e l’efficienza del sistema sanitario. A livello globale, altre realtà con approcci meno restrittivi stanno ottenendo risultati significativi in termini di aspettativa di vita grazie a una gestione più flessibile delle informazioni sanitarie”.