Klecha & Co. – investment bank paneuropea indipendente specializzata nei settori tech – dedica il suo nuovo Insight Report al mercato della Digital Health Tech. La “salute digitale” oggi rappresenta un ecosistema che comprende sistemi informativi sanitari, telemedicina e dispositivi mobili (mHealth) e coinvolge pazienti, operatori sanitari, ricercatori, autorità di regolamentazione e sviluppatori di applicazioni.
Il mercato globale della Digital Health Tech registra da tempo una costante crescita che ha subito un’accelerazione con l’avvio della pandemia del Covid 19: secondo il rapporto di Grand View Research, nel 2021 il settore è arrivato a valere 175,6 miliardi di dollari. Si stima che arriverà a valere 216,7 miliardi di dollari (+23%) nel 2022 e a toccare quota 1,5 trilioni di dollari nel 2030, con un CAGR del 27,7% durante il periodo di previsione.
Alla base di questa crescita esponenziale, oltre al Covid 19, figurano tra l’altro la crescente richiesta di trattamenti personalizzati da parte dei pazienti, la riduzione dei costi e l’aumento dell’efficienza
connesso all’adozione di soluzioni tecnologiche da parte delle strutture sanitarie, oltre alla necessità di sopperire alla crescente carenza di personale sanitario.
Su questo fronte, secondo l’OMS, entro il 2030 mancheranno 18 milioni di operatori sanitari.
In Italia, come rilevato dalla Corte dei conti nel Rapporto sul coordinamento della finanza pubblica, l’emergenza sanitaria ha messo in evidenza oltre ai punti di forza, gli aspetti problematici del Servizio sanitario nazionale. Negli ultimi dieci anni il personale a tempo indeterminato del SSN è fortemente diminuito. Al 31 dicembre 2018 era inferiore a quello del 2012 per circa 25.000 lavoratori (circa 41.400 rispetto al 2008). Tra il 2012 e il 2017, il personale (sanitario, tecnico, professionale e amministrativo) dipendente a tempo indeterminato in servizio presso le Asl, le Aziende Ospedaliere, quelle universitarie e gli IRCCS pubblici è passato da 653 mila a 626 mila con una flessione di poco meno di 27 mila unità (-4%).
Sempre in Italia, secondo l’elenco pubblicato dalla Struttura Interregionale Sanitari Convenzionati (Sisac), gli ambiti territoriali carenti per l’assistenza primaria sono già 1.213. Questo significa, ad esempio, che 1,5 milioni di italiani ad oggi sono senza il proprio medico di fiducia.
Investimenti nelle startup europee di Digital Health Tech
Gli investimenti nella sanità digitale sono progressivamente aumentati a partire dal 2016. Ma è con la pandemia che si è assistito a uno straordinario aumento dell’attività dei fondi di venture capital che hanno investito 4 miliardi di dollari nel 2020 in quasi 300 operazioni di raccolta di capitale.
A seguito dei numerosi investimenti appena evidenziati, le aziende europee del settore digital health tech, nel febbraio 2021, hanno raggiunto un valore di 41 miliardi di dollari, in aumento del 412% rispetto agli 8 miliardi di dollari del 2015.
Focus Europa
Il mercato europeo della salute digitale è il secondo più grande al mondo dopo quello degli Stati Uniti. Guida il Regno Unito, che adotta già da tempo soluzioni di intelligenza artificiale in ambito medico. Seguono Germania e Francia.
Il mercato è destinato a crescere ulteriormente. Dopo aver accelerato sulla trasformazione digitale, la Commissione europea si concentrerà sul rafforzamento della governance sanitaria digitale e sul miglioramento delle terapie digitali. Ma in attesa di queste iniziative, i governi e le autorità di regolamentazione nazionali hanno già avviato diverse manovre: la Germania, ad esempio, ha adottato una legge sull’assistenza sanitaria digitale ed ha erogato un incentivo di € 500 per le consultazioni mediche in videoconferenza. La Svezia, dal 2019, integra soluzioni EHR e prescrizioni elettroniche, oltre a rimborsare le consultazioni mediche digitali. Il Regno Unito ha intenzione di investire 300 milioni di dollari in Artificial Intelligence sanitaria. La Francia ha lanciato la diagnosi e il trattamento online dal 2018 e ha consentito ai ricercatori dell’UE di fare delle consultazioni mediche digitali ai pazienti francesi. In Italia, il PNRR ha destinato circa 18,5 miliardi allo sviluppo della sanità, di cui oltre 12 per progetti di digitalizzazione del settore e alla realizzazione di infrastrutture mediche tecnologiche.
Tra i segmenti di mercato attesi in maggiore crescita figurano telemedicina e Internet of Medical Things:
Telemedicina
Da quando nel 2020 è iniziata la pandemia, la telemedicina ha fatto molta strada. Durante i primi mesi le consultazioni sanitarie a distanza sono aumentate dallo 0,1% al 43,5%2 e si prevede che rimangano a tali livelli: questo significa che il 40% dei pazienti continuerà ad utilizzare la telemedicina, una percentuale molte superiore rispetto ai livelli pre-pandemia (11%). A confermare questa tendenza sono i dati 2021: nell’ultimo anno, infatti, la telemedicina ha rappresentando il 35,5% delle entrate totali del settore sanitario ed ha raggiunto un valore 62,4 miliardi di dollari. Gli esperti prevedono che crescerà a un CAGR del 36,5% dal 2022 al 2028 raggiungendo un valore di mercato pari a 577 miliardi di dollari nel 2028.
Internet of Medical Things (IoMT)
Il mercato mondiale dell’Internet of Medical Things (IoMT) avrà un ruolo sempre più centrale nel settore sanitario. Secondo il Precedence Research, l’IoMT raggiungerà i 172,4 miliardi di dollari entro il 20304. I dispositivi medici indossabili, infatti, sono sempre più essenziali per l’informazione tecnologica sanitaria, perché forniscono ai medici informazioni approfondite e in tempo reale sulla condizione di salute dei pazienti. L’Internet of Things consente alle persone di utilizzare i tracker per raccogliere dati in tempo reale sulle loro attività quotidiane e tenere monitorate le proprie condizioni. L’Italia, in tale ambito, secondo un report di Kantar, è il primo paese in Europa per adozione di tali dispositivi, il terzo a livello globale dopo Stati Uniti e Australia.
Il monitoraggio remoto dei pazienti (Sistema RPM), ad esempio, è stato utilizzato da circa 23,4 milioni di persone nel 20205. Pressione sanguigna, peso, frequenza cardiaca e glicemia sono stati i valori più monitorati. Questa pratica è diventata così comune, che, secondo Spyglass Consulting, l’88% degli operatori sanitari ha dichiarato che sta considerando di aggiungere l’RPM alla propria pratica medica.
Intelligenza artificiale (IA)
Si prevede che il mercato dell’intelligenza artificiale si espanderà di ben dieci volte nei prossimi cinque-otto anni6, grazie alla creazione di nuove e numerose soluzioni all’avanguardia. L’AI, già durante la pandemia, ha registrato importanti progressi nei sistemi di riconoscimento facciale o nello screening termico, fondamentale per rilevare eventuali persone sintomatiche, e ha contribuito
in modo significativo allo sviluppo rapido dei vaccini. La crescita esponenziale dell’intelligenza artificiale dovrà andare di pari passo con un’approfondita regolamentazione normativa.
Analisi predittiva e Big Data
Secondo Frost & Sullivan, l’uso dell’analisi predittiva nell’analisi dei dati sanitari potrebbe far risparmiare all’azienda sanitaria almeno 150 milioni di dollari entro il 20257. La capacità di analizzare e valutare i dati dei pazienti a distanza e in tempo reale sarà di grande aiuto e permetterà a questa tendenza tecnologica di decollare nei prossimi anni. La pandemia ha posto l’analisi dei dati in prima linea ed ha spinto professionisti, medici e accademici a prendere molte decisioni in tempo reale. Ecco perché, in un futuro sempre più digitale, saranno incluse tecnologie in grado di elaborare Big Data e fornire analisi in tempo reale per aiutare il personale sanitario.
Guardando al futuro
Le nuove tecnologie sanitarie come robot chirurgici, sensori, assistenti virtuali e sistemi digitali permetteranno ai pazienti di ricevere diagnosi sempre più accurate, tassi di errore diagnostici e terapeutici più bassi, assistenza sanitaria più interattiva e personalizzata.
Sono tantissime le tecnologie applicate alla diagnosi già in uso che nessuno avrebbe mai immaginato di avere a disposizione. Oggi, ad esempio, basandosi sulle foto acquisite nell’arco di un decennio, un tablet può scoprire se la persona è affetta dai primi sintomi della depressione. Oppure, esistono dispositivi e soluzioni IoT che, inseriti all’interno dell’auto, sono in grado di rilevare un possibile problema cardiaco del passeggero. Infine, i dati vocali utilizzati per testare le funzioni cognitive, oggi permettono al medico di fare una prima diagnosi dell’Alzheimer.
In futuro, quindi, vedremo con ogni probabilità le soluzioni di Digital Health Tech sempre più presenti in cliniche, ospedali e a supporto degli operatori sanitari.
“La pandemia ha accelerato un trend di sviluppo già in atto nella Digital Health Tech, settore che registrerà un’ulteriore importante crescita nei prossimi 5 anni – afferma Fabiola Pellegrini, Partner di Klecha & Co.-. Molti investitori, soprattutto all’estero, stanno investendo sia in realtà strutturate sia in startup che cambieranno il mondo della medicina: solo nel 2020 il venture capital ha puntato su queste ultime oltre 4 miliardi di dollari. L’innovazione continuerà quindi a trasformare il settore e a renderlo più efficiente: basti pensare che in Italia il PNRR ha destinato 12 miliardi di euro alla digitalizzazione e sviluppo tecnologico della sanità. Di fronte alla crescente digitalizzazione del settore, andrà posta particolare attenzione sia agli sviluppi regolamentari che dovranno tutelare la corretta gestione della riservatezza e sicurezza dei dati, sia al necessario incremento della cybersecurity, ambito sempre più centrale per qualunque attività, pubblica e privata”.