La pandemia ha indebolito il settore sanitario, provocando un incremento dei furti di dati sanitari come le cartelle sanitarie e un incremento dei danni contro le strutture ospedaliere.
Secondo quanto riferito da Helpransomware, azienda specializzata in rimozione di ransomware e recupero dati crittografati, durante l’anno appena trascorso, il 20% degli attacchi ransomware ha riguardato le aziende sanitarie. 1 cittadino su 7 ha subìto un attacco.
Da novembre c’è stato un aumento del 45% dei cyber attacks contro gli ospedali, pari al doppio di quelli avvenuti in tutti gli altri settori (22%). Le aree con le percentuali di incremento più elevate sono state:
- Europa centrale (145%).
- Asia Orientale (137%).
- America Latina (112%).
Gli hacker più motivati prendono il controllo anche degli apparati ospedalieri, determinando delle conseguenze pesanti per la salute dei cittadini:
- Danneggiamento di macchinari e dispositivi informatici.
- Impiego di protocolli diagnostici errati.
- Consegna di un esame non attendibile al paziente.
- Non a caso, c’è stato un aumento del 3,6% di incidenti mortali per eventi cardiaci, negli ospedali che hanno subito, recentemente, un attacco informatico.
Gli hacker, durante la pandemia, hanno attaccato questi ospedali sfruttando due metodologie:
- E-mail di pishing con allegati creati per trarre in inganno l’utente.
- Campagne di password spraying per accedere ai sistemi e portare a termine operazioni di spionaggio.
- Inoltre, il furto di informazioni sensibili a discapito delle aziende sanitarie, incentiva nuovi tentativi di frodi online: truffare i pazienti o i parenti potrebbe essere più facile avendo a disposizione le informazioni sanitarie delle persone.
Ecco perchè i dati sanitari possono valere anche più delle informazioni relative alle carte di credito.
Come precisato dagli esperti di Helpransomware:
“Il prezzo attuale di una singola cartella contenente i dati identificativi degli individui, con nomi, codici della previdenza sociale, date di nascita e numeri di conto corrente, varia da 14 a oltre 25 euro cadauno”.
Inoltre, i pirati informatici prendono di mira le aziende sanitarie perchè, in questa fase, pagano più facilmente di altre organizzazioni il riscatto: dovendo gestire una situazione emergenziale, gli ospedali, spesso, preferiscono sborsare migliaia di euro pur di recuperare i dati sanitari trafugati.
Nonostante le problematiche legate alla gestione della pandemia, è preferibile non cedere alle proposte dei criminali informatici: in questi casi le soluzioni specifiche create ad esempio da Helpransomware aiutano ad eliminare, in brevissimo tempo, il ransomware ed i file criptati.