In tempo di Coronavirus è anche la tecnologia che ci aiuterà ad uscire dall’emergenza sanitaria. L’ultimo ritrovato si chiama TOBIS, ed è un termoscanner automatico non presidiato che fa tutto da solo evitando il contatto tra chi deve controllare e chi deve esser controllato. Un elemento essenziale questo per la sicurezza di tutti, e fondamentale nell’emergenza sanitaria che stiamo vivendo.
Altro fattore decisivo per l’utilizzo di TOBIS è che non serve alcuna installazione, perché è già pronto all’uso.
Si tratta, in pratica, di un elemento tecnologico dotato di fotocamera, monitor e termosensori, ad altissima risoluzione, in grado di misurare in tempo reale la temperatura dell’utente, anche con la mascherina, per consentire o bloccarne il passaggio.
Luce verde o rossa, in base alla temperatura senza l’intervento di un operatore addetto. Basta che l’utente si avvicini e venga inquadrato, e si conosce immediatamente se ha la febbre o no, dato rilevabile anche in remoto da un computer posizionato a distanza.
Il prodotto è stato progettato da Intertouch, azienda di Roma specializzata nel settore delle attività interattive e innovative che ha riconvertito la produzione per aiutare il nostro Paese ad uscire dall’emergenza sanitaria, insieme alla cinese Shenzhen MercedesTechnology Co, che si occupa della produzione e lo spedisce in Italia.
L’amministratore di Intertouch, Stefano Brigidi, spiega la motivazione che ha spinto il suo team a introdurre in Italia questo dispositivo e la duttilità dello strumento:
“Ritengo che TOBIS possa salvaguardare la salute di molte persone. Tra poco, si spera, torneremo alla vita di tutti i giorni e proprio per questo abbiamo bisogno di strumenti veloci, che consentano di capire in una frazione di secondo il possibile pericolo di contagio” spiega Brigidi.
In questo momento siamo tutti chiamati a contribuire per una soluzione positiva di questa sfida con un nemico invisibile, una delle più grandi che l’umanità abbia mai affrontato.
Prestigiosi marchi come Ferrari, Tesla e altre aziende importanti stanno riconvertendo parte della propria produzione in sistemi idonei ad affrontare il COVID-19 mettendo in campo le proprie tecnologie per la creazione di prodotti di prevenzione, cura, supporto e ricerca.
Tanti gli ingegneri, professionisti e scienziati italiani che hanno iniziato a sfruttare le competenze di stampa 3D, le più innovative, per supportare le strutture sanitarie con la creazione di pezzi di ricambio per respiratori polmonari.
“Nel nostro piccolo anche noi abbiamo voluto dare una mano al nostro Paese. Per questo abbiamo riconvertito una parte attiva della nostra produzione nella realizzazione di questo innovativo termoscanner che favorisce la sicurezza nelle aziende sanitarie e non, nei negozi e in tutte quelle strutture e mezzi, come aeroporti, stazioni, metropolitane che registrano ogni giorno un significativo afflusso di persone.
Certi che questo momento buio possa essere superato, siamo felici di dare il nostro contributo e accendere una piccola luce di speranza perché si sommi alle molte altre lucine accese per affrontare l’oscurità” conclude Stefano Brigidi.