Durante la pandemia le malattie cardiovascolari hanno rappresentato la prima causa di mortalità nel nostro Paese, dovuta principalmente al mancato arrivo in ospedale o a un arrivo tardivo, mettendo in evidenza l’importanza del digitale in Cardiologia.
“Nel maggio del 2019, quasi un anno prima dell’inizio dell’emergenza sanitaria dovuta al Covid, organizzammo il primo Convegno di Cardiologia Digitale, convinti della necessità di dover applicare al più presto le innovazioni digitali. All’epoca i temi trattati sembravano “futuristici” e comunque da attuare solo con un lento processo di modernizzazione della Sanità – afferma il Prof. Fabrizio Ammirati, Direttore della UOC Cardiologia dell’Ospedale G.B. Grassi di Ostia, a Roma -. La pandemia ha invece poi reso ancora più attuale e cogente il tema della digitalizzazione in Sanità, determinando un’accelerazione dell’uso della telemedicina nella pratica clinica come risposta alla drammatica limitazione all’accesso alle cure, imposta dal lockdown”.
Missione 6 Salute del PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza
Alla luce dell’esperienza effettuata in emergenza durante la pandemia, appare ormai imprescindibile proseguire spediti sulla strada dell’innovazione digitale in Sanità.
Fortunatamente il nostro Paese sta andando in questa direzione. Grazie alla Missione 6 Salute del PNRR è stato previsto uno stanziamento di 15,63 miliardi di cui 7 per le Reti di prossimità, strutture intermedie e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale e 8,63 miliardi di euro in Innovazione ricerca e digitalizzazione del servizio sanitario nazionale.
“È questa una occasione da non perdere – spiega il Prof. Ammirati – viste le difficoltà ormai evidenti del nostro Sistema Sanitario così come è stato concepito, con un territorio ormai carente nell’erogazione delle cure e una visione ospedalo-centrica. È importante che il cittadino sia rimesso al centro del percorso diagnostico-terapeutico ridisegnando i percorsi, attualizzandoli e semplificandoli grazie anche alle tecnologie digitali ora disponibili. La tecnologia digitale in cardiologia è oggi fondamentale nei percorsi diagnostico-terapeutici di importanti patologie come la fibrillazione atriale, lo scompenso cardiaco, la cardiopatia ischemica.
L’ospedale deve essere il luogo di cura delle emergenze-urgenze e delle procedure diagnostico-terapeutiche invasive e complesse. Il resto delle cure deve essere trasferito sul territorio e, se possibile, direttamente a casa del paziente”.
Dopo i risultati insoddisfacenti della maggioranza delle case della salute, le case di comunità devono essere in grado di offrire molteplici competenze e di prendere in carico i pazienti con le diverse patologie cardiache. Quando possibile il paziente deve poter essere controllato a casa con televisite, mediante l’automonitoraggio e la trasmissione dei dati clinici rilevati da sensori sempre più performanti, con l’obiettivo di raggiungere una completa aderenza alla terapia e i corretti target terapeutici.
A rischio gli accessi al fascicolo sanitario per la carenza di microchip
“Il Fascicolo Sanitario Elettronico, la cybersecurity, la gestione dei Big data, l’intelligenza artificiale, l’innovazione continua delle internet of Things, la telemedicina nelle sue applicazioni – continua Fabrizio Ammirati – devono essere i nuovi strumenti di una sanità più moderna e performante. Purtroppo la nota carenza dei semiconduttori per la produzione dei microchip sta mettendo a rischio tutte quelle prenotazioni e operazioni online che gli italiani sono soliti fare con la tessera sanitaria. Fortunatamente le Regioni si stanno organizzando suggerendo ai cittadini di conservare la vecchia tessera con il chip, in modo di utilizzarla secondo le indicazioni del Mef per l’aggiornamento del software”.
Per presentare le esperienze in atto e proporre soluzioni innovative, il 21 ottobre 2022 è in agenda la seconda edizione del Convegno “Cardiologia Digitale”, presso l’Hotel Belstay a Roma, con contributi e testimonianze di professionisti ed esperti del settore. L’incontro – aperto a medici chirurghi, farmacisti, farmacisti ospedalieri, infermieri, tecnico della fisiopatologia cardiocircolatoria e perfusione cardiovascolare – riconoscerà ai partecipanti crediti ECM.