“L’argomento al centro di uno degli importanti appuntamenti di questo congresso è l’intelligenza artificiale e l’implicazione che il suo prepotente ingresso, anche in ambito medico, comporterà per la nostra professione”. Lo ha dichiarato alla Dire il vicepresidente vicario Cimo, Sergio Barbieri, durante la seconda giornata di lavori del 32° Congresso nazionale elettivo del sindacato che da 75 anni rappresenta I medici, i veterinari e gli odontoiatri, in servizio e in quiescenza, del Servizio sanitario nazionale.
L’evento, dal titolo ‘Cimo, un grande passato, un futuro da protagonisti’, è di scena fino a domani a Roma.
“Il sogno dell’intelligenza artificiale – ha aggiunto Barbieri – è vecchio come l’uomo. A partire da ‘Pigmalione e Galatea’ per proseguire con ‘Frankenstein’ di Mary Shelley, oppure con il computer HAL 9000 di ‘2001: Odissea nello spazio’, l’uomo ha sempre cercato di sviluppare questo tipo di tecnologia come aiuto nelle proprie attività quotidiane, data la grande capacità di calcolo che queste metodiche hanno”.
Barbieri ha infine sottolineato che “il problema è che adesso, essendosi sviluppata molto di più con l’arrivo delle reti neurali, l’intelligenza artificiale assume contorni che non erano stati previsti all’inizio e che potrebbero avere delle ripercussioni anche sulla nostra attività quotidiana”.
Dalla diagnosi alle terapie: ecco il ruolo della ia
“Connubio tra conoscenze cliniche medico e capacità computazionali macchine”
“L’intelligenza artificiale impatterà in molti modi sulla salute e sul Servizio sanitario nazionale. In realtà lo sta già facendo, ma sempre di più lo farà in futuro”. Lo ha dichiarato alla Dire il vicepresidente vicario Cimo, Sergio Barbieri, durante la seconda giornata di lavori del 32° Congresso nazionale elettivo del sindacato che da 75 anni rappresenta I medici, i veterinari e gli odontoiatri, in servizio e in quiescenza, del Servizio sanitario nazionale.
L’evento, dal titolo ‘Cimo, un grande passato, un futuro da protagonisti’, è di scena fino a domani a Roma.
“Per esempio – ha spiegato Barbieri – una delle situazioni che stanno stravolgendo l’approccio clinico alla malattia è l’impiego della bioinformatica e, di conseguenza, la possibilità di arrivare alla cosiddetta ‘terapia personalizzata’, cioè la terapia che non tiene solamente conto dei parametri clinici di patologia ma anche del profilo genetico del paziente, delle sue abitudini di vita e del luogo in cui vive, dell’ambiente che lo circonda. Questa è una cosa molto importante per lo sviluppo dei cosiddetti ‘farmaci intelligenti’, che andranno a intervenire su specifiche situazioni che possono essere diverse da caso a caso”.
Barbieri ha poi informato che “l’intelligenza artificiale avrà un altro secondo grande impatto sulla professione medica dal punto di vista diagnostico, perché ci sono alcune specialità, come per esempio la radiologia, la cardiologia, la dermatologia e l’oncologia, in cui l’impiego di queste tecniche di intelligenza artificiale, soprattutto quelle basate sulle reti neurali, consente di avere una appropriatezza diagnostica superiore a quella del medico stesso”.
“Quindi – ha proseguito – chiaramente in queste branche l’approccio degli specialisti dovrà cambiare, perché si dovrà creare una sorta di connubio tra le conoscenze cliniche del medico e le capacità computazionali delle macchine”.
“Un altro ambito molto importante in cui impatterà – ha affermato – sono gli studi sperimentali, perché adesso noi partivamo da un’ipotesi creata dallo specialista, dal medico, dal clinico, dal ricercatore che doveva essere confermata con uno studio che, a sua volta, dava origine ad altre idee. I primi due passaggi vengono completamente bypassati perché, utilizzando la cosiddetta ‘Data analysis’, ossia la capacità di analizzare contemporaneamente decine di milioni di dati, è lo stesso algoritmo che ti dice in quali direzione muoverti per la ricerca”.
“Un altro approccio molto importante di intelligenza artificiale – ha aggiunto – è quello relativo alle Biobanche, siano esse di tessuti o elettroniche, di segnali elettrochimici cerebrali. Queste Biobanche si svilupperanno sempre di più e, soprattutto, sarà molto più facile estrarre da esse le informazioni che si devono avere”.
L’ultimo ambito su cui si è soffermato il vicepresidente vicario Cimo è stato “l’impatto sulla terapia del paziente, la medicina territoriale, perché ovviamente ci sono algoritmi che consentono di perfezionare la telemedicina, le visite a distanza e i teleconsulti. Quindi, anche in quell’ambito le cose verranno cambiate da questa nuova introduzione di algoritmi molto sofisticati”, ha concluso.
FONTE: «Agenzia DIRE»