L’osteopatia è una disciplina classificata tra le cosiddette “medicine complementari”, espressione che fa riferimento a quelle pratiche mediche che possono essere affiancate a interventi di medicina convenzionale.
Diversamente da altri approcci, anch’essi messi in atto per migliorare le condizioni di salute di un paziente, nell’osteopatia non è previsto il ricorso a medicinali o a tecniche strumentali; senza entrare in definizioni tecniche troppo complesse, l’osteopata è una figura professionale che tratta i suoi pazienti ricorrendo a particolari tecniche di manipolazione manuale.
Osteopatia neonatale e osteopatia pediatrica
All’interno di questa disciplina si distinguono varie specializzazioni; due di queste, la cui diffusione è in costante crescita, sono l’osteopatia neonatale e l’osteopatia pediatrica.
La figura di riferimento nel caso della prima è l’osteopata neonatale che si occupa di alcune problematiche che riguardano tutti quei bambini che rientrano nella fascia di età compresa tra 0 e 12 mesi.
Nel caso di bambini di età superiore a un anno, invece, lo specialista di riferimento è l’osteopata pediatrico.
Entrambe queste figure operano spesso con il pediatra di famiglia, specialista di importanza fondamentale per la tutela della salute dei bambini, a partire dalla nascita fino ad arrivare all’adolescenza.
Per quali problematiche pediatriche può risultare utile l’osteopatia?
Sono diverse le condizioni più o meno problematiche che possono essere trattate da un osteopata specializzato in ambito neonatale o pediatrico.
Una di quelle che più spesso inducono i genitori a rivolgersi all’osteopata neonatale è la “testa schiacciata”, altrimenti nota come “testa piatta”; più tecnicamente tale disturbo è denominato plagiocefalia.
È una condizione caratterizzata dallo schiacciamento di una zona del capo del neonato. Questa problematica dovrebbe essere preferibilmente affrontata prima possibile e comunque entro il primo semestre di vita poiché più trascorre il tempo, più difficile potrebbe risultare correggere lo schiacciamento senza ricorrere a interventi ortesici.
Un’altra problematica trattata dagli osteopati neonatali è il torcicollo miogeno; è una patologia determinata da un’anomala contrattura dei muscoli del collo del bambino che provoca una flessione/rotazione del collo dal lato opposto. Anche in questo caso è opportuno intervenire precocemente. Peraltro il torcicollo miogeno può indurre plagiocefalia, asimmetrie posturali e anche problemi nell’allattamento (la qualità dell’attacco al seno e la suzione sono peggiori).
Altre problematiche che possono essere trattate dagli osteopati neonatali e pediatrici sono le coliche gassose, il reflusso gastroesofageo, il rigurgito, lo strabismo, i disturbi del sonno, i problemi di deglutizione, la dislessia e la disortografia.
Osteopatia: un approccio manuale e causale
Come accennato, l’osteopatia non contempla né il ricorso a medicinali né quello a terapie strumentali (laserterapia, tecarterapia ecc.), bensì si basa su un approccio esclusivamente manuale. Come facilmente si può immaginare, ciò rende questa disciplina praticamente priva di effetti collaterali.
Altra caratteristica che deve essere sottolineata è l’approccio causale al disturbo, del tutto diverso dal più comune approccio sintomatico. In altre parole, lo specialista osteopata si pone come obiettivi l’individuazione e la risoluzione della causa che determina l’insorgenza di determinati sintomi.
Nell’approccio sintomatico, invece, l’obiettivo principale è l’eliminazione o quantomeno il contenimento della sintomatologia. Un classico esempio di approccio sintomatico è l’assunzione di un antidolorifico per combattere il mal di testa.