L’intelligenza artificiale (AI) può aprire scenari incredibilmente positivi per diversi settori della società, ma soltanto se utilizzata nel modo giusto. E il modo giusto prevede che non si eclissi il valore umano: è l’essere umano che è investito del ruolo di governare questa nuova tecnologia. Questo il messaggio emerso dal convegno “A.I. Attenzione all’innovazione: sanità e ricerca, tra neo-tecnologie e dati personali”, che si è svolto questo pomeriggio nella sala Capitolare del chiostro del convento di Santa Maria sopra Minerva, su iniziativa del senatore Antonio Guidi. L’iniziativa si è pregiata del patrocinio del Senato della Repubblica ed è stata organizzata in collaborazione con l’associazione Scudomed.
L’evento si è posto come obiettivo individuare, nell’ambito della sanità e della ricerca, l’adeguato equilibrio nell’uso dell’AI, con attenzione al corretto trattamento dei dati personali.
Diversi i temi sviluppati sul tema, dalle potenzialità nel mondo sanitario, alla necessità di garanzie per i dati personali, fino alla necessità di regolamenti aggiornati di livello internazionale.
I relatori: dalle istituzioni nazionali ai principali tecnici
In sede di saluti istituzionali, ha aderito il professor Rocco Bellantone, presidente ISS. Con la moderazione dell’avvocato Massimiliano Parla, presidente di Scudomed, sono intervenuti il dottor Andrea Piccoli, direttore generale ISS, l’avvocato Sarah Masato, responsabile area legale Scudomed, la dottoressa Silvia Melchionna, funzionario area direttiva Garante per la protezione dei dati personali, il dottor Stefano Lorusso, direttore generale della Digitalizzazione, del Sistema informativo sanitario e della Statistica del ministero della Salute, l’ammiraglio Andrea Billet, capo del servizio Certificazione e Vigilanza dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale e la dottoressa Elettra Carini dell’Unità di progetto di Telemedicina di Agenas.
Dichiarazioni
In apertura è stato letto l’intervento del sottosegretario di Stato alla Salute Marcello Gemmato, impossibilitato ad essere presente: “La disponibilità di dati sanitari è una leva fondamentale per poter orientare al meglio le scelte politiche e la programmazione: pensiamo, ad esempio, alle potenzialità del Fascicolo sanitario elettronico, uno strumento prezioso per i cittadini e per i professionisti sanitari. O ancora, alle innumerevoli possibilità e applicazioni dell’Intelligenza artificiale che può aiutare i medici a fare diagnosi sempre più precise. Voglio però ribadire un concetto fondamentale: le tecnologie e l’intelligenza artificiale in particolare devono essere governate in modo appropriato, integrandosi nel flusso di lavoro dei professionisti sanitari ma senza mai sostituire il rapporto tra medico e paziente. La sfida cui siamo chiamati è quella di coniugare innovazione e umanità”
Si è dato inizio ai lavori con il senatore Antonio Guidi (FdI), già ministro alla Famiglia e oggi membro della commissione Affari sociali e sanità: “L’intelligenza artificiale può offrire scenari molto vantaggiosi, ma deve essere usata nel modo giusto. Soltanto in questo modo può aumentare le chance positive di una sua applicazione nella società. Da questo punto di vista, non deve mai venir meno l’elemento umano – precisa il neuropsichiatra – il vero rischio infatti è quello di collassarsi con se stessi, mentre il valore positivo che l’AI può apportare è incredibilmente ampio”.
Il professor Rocco Bellantone, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, ha affermato: “Il mondo della sanità sta avendo e potrà avere sviluppi straordinari per quello che riguarda la computazione di dati e l’analisi di scenari. Detto questo, è fondamentale tenere fermo il ruolo del medico, l’intuizione e il calore umano del dottore, il cui valore non potrà mai essere sostituito dalla tecnologia”.
Il dott. Andrea Piccioli, direttore generale dell’Istituto Superiore di Sanità, ha dichiarato: “Nel mondo sanitario l’intelligenza artificiale oggi può offrire vantaggi enormi: penso per esempio alla velocità con cui potranno essere analizzate le cartelle cliniche e verificati dati in questo senso. Un lavoro che senza le ultime tecnologie sarebbero stati molto più dispendiosi in termini di tempo”.
L’avvocato Sarah Masato, responsabile area legale Scudomed Health Risk Manager e Legal Advisor, è così intervenuta: “Nell’ambito della ricerca scientifica della sanità, che oggi vede l’approdo di nuove tecnologie, risulta fondamentale costruire un approccio etico e adeguato tra i sistemi di intelligenza artificiale e il corretto trattamento dei dati personali, salvo non voler perdere la migliore occasione che oggi ci si presenta per la soluzione di seri problemi appartenenti al nostro sistema sanitario. Adottiamo, dunque, un approccio volto al rispetto della dignità della persona, anche nel corso del trattamento dei dati personali, senza conseguenze distorsive e/o violative dei diritti fondamentali della persona, della discriminazione e della violazione della libertà”.
Il dottor Stefano Lorusso, direttore generale della Digitalizzazione, del Sistema informativo sanitario e della Statistica del ministero della Salute ha affermato: “È necessario un approccio programmatorio secondo una logica by design e inclusiva degli attori, nonché porre attenzione al dato nella sua triplice dimensione: qualità, tempestività e completezza. L’Unione europea e l’Italia, capendo l’importanza della sfida, hanno approcciato in termini propositivi provando a regolare lo sviluppo e l’introduzione di sistemi di IA. Infatti, un approccio eccessivamente burocratico e conservativo rischierebbe di limitarne le possibilità e lo sviluppo, che avverrà a prescindere. Allo stesso tempo, uno sviluppo incontrollato e non governato causerebbe rischi sul piano della violazione della privacy”.
La dottoressa Silvia Melchionna, funzionario area direttiva per il Garante per la protezione dei dati personli, è così intervenuta: “Gli studi sull’intelligenza artificiale rilanciano il tema della protezione dei dati personali, emerso con forza anche con lo sviluppo delle tecnologie web. Oggi diventa fondamentale concepire la tutela della privacy non come un ostacolo alla questione, ma come un elemento di crescita ulteriore della tecnologia”.
L’ammiraglio Andrea Billet, capo del servizio Certificazione e Vigilanza dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale ha spiegato: “La prima domanda da porsi è perché dobbiamo applicare queste tecnologie. Un tema fondamentale da questo punto di vista è portare la sanità al cittadino: per questo l’obiettivo è creare un ecosistema sanitario sicuro per erogare prestazioni sempre più efficaci tramite le nuove tecnologie”.
Ha chiuso i lavori la dottoressa Elettra Carini dell’Unità di progetto di Telemedicina di Agenas che ha affermato: “La telemedicina può sfruttare al meglio le funzionalità della AI. Noi ci stiamo occupando in particolare degli sviluppi previsti dal Pnrr nel settore dell’assistenza primaria e della medicina territoriale. Nuovi servizi rivolti ai medici ma anche ai pazienti e ai caregiver, in particolare per il supporto e la prevenzione”.