Il test Oncotype DX, raccomandato dalle principali linee guida internazionali sul carcinoma mammario, sarà rimborsato da Regione Lombardia.
In Lombardia il test viene ora erogato pazienti con “tumore alla mammella positivo ai recettori ormonali (HR+)in stadio precoce e a rischio intermedio”.
Tumore al seno: numeri e linee guida
Il tumore al seno è la malattia neoplastica più comune nelle donne, con un’incidenza stimata in Europa di 562.500 casi nel 2018 (in Italia 52.800).
La chemioterapia post-intervento chirurgico è raccomandata come misura cautelativa per evitare il ritorno della malattia alla maggior parte delle pazienti con un tumore al seno in stadio iniziale, ma va detto che non sempre la chemioterapia è la soluzione più efficace. La ricerca ha infatti dimostrato che solo una minoranza di pazienti con un tumore al seno in stadio precoce e senza interessamento linfonodale trova sostanziale giovamento dalla chemioterapia e che alla grande maggioranza delle pazienti tale trattamento e le relative tossicità possono invece essere risparmiate. Ne deriva che riuscire a individuare con precisione le pazienti che hanno più probabilità di trarre beneficio dalla chemio può essere di grande aiuto per aumentare l’efficienza delle scelte terapeutiche, migliorare i risultati delle pazienti e ridurre i costi sanitari.
Il test Oncotype DX
Lo strumento che risponde a questa esigenza è il test Oncotype DX, sviluppato da Genomic Health, un test che aiuta il medico a guidare le decisioni terapeutiche, in quanto è in grado di identificare una maggioranza di donne (circa l’80%) che hanno un punteggio di Recurrence Score ≤25, alle quali può essere evitata la somministrazione della chemioterapia, come pure una minoranza di donne che hanno un punteggio compreso tra 26 e 100, che possono invece trarre beneficio dalla chemioterapia.
“La Regione Lombardia, prima in Italia, ha deliberato di rimborsare il test genomico per garantire alle donne che si ammalano di tumore al seno percorsi di cura sempre più personalizzati. Il test Oncotype DX consente infatti di selezionare con precisione tra le donne che hanno tumori positivi ai recettori ormonali, quelle che trarranno beneficio dalla chemioterapia, evitando invece questo trattamento nei casi in cui non risulterebbe utile – afferma il Prof. Riccardo Masetti, Presidente di Susan G. Komen Italia, l’organizzazione di volontariato in prima linea nella lotta ai tumori del seno.–Mi auguro che anche le altre Regioni adottino provvedimenti analoghi per evitare disequità tra le donne italiane, garantire i migliori trattamenti oncologici e al tempo stesso assicurare ai sistemi assistenziali quei vantaggi economici che il test ha dimostrato di poter garantire.”
Il test Oncotype DX è eseguito su un piccolo campione di tessuto prelevato durante l’intervento chirurgico (biopsia)e valuta l’espressione di geni accuratamente selezionati per fornire informazioni sulla biologia del tumore. In particolare, è stato sviluppato per identificare con precisione i pazienti che presentano cellule tumorali sensibili alla chemioterapia e quali invece non trarrebbero beneficio da questo trattamento.
I vantaggi del test
Prima regione a rimborsare il test genomico Oncotype DX, la Regione Lombardia è stata anche “il laboratorio” in cui gli esperti hanno voluto valutare l’utilità di un test di profilazione genomica in una popolazione di pazienti non selezionate, afferenti a quattro grossi ospedali della regione. Si tratta di un ulteriore studio denominato BONDx che ha previsto l’utilizzo del test Oncotype DX, fornito alle pazienti osservate grazie al supporto di Genomic Health.
“Lo studio BONDx è stato effettuato su donne affette da un tumore della mammella del tipo ormono-sensibile in stadio iniziale – 400 pazienti in Lombardia con e senza interessamento dei linfonodi nell’arco del 2018 – operate e selezionate dall’oncologo per ricevere una chemioterapia ritenuta protettiva del rischio di ricaduta – spiega il Dr. Carlo Alberto Tondini, Direttore dell’Unità di Oncologia dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII, Bergamo. – Dopo l’esecuzione del test, lo scenario si è notevolmente modificato ed è stato possibile osservare un cambiamento significativo della scelta di cura con una riduzione netta di circa il 50% del ricorso alla chemioterapia. Proiettando questi risultati a livello regionale, è stato calcolato che l’utilizzo del test consente di risparmiare circa 1.000 chemioterapie all’anno nella sola regione Lombardia. Ne deriva una diminuzione del numero di pazienti in cui la chemioterapia sarebbe inefficace evitando le relative tossicità. Infine, va considerato il risparmio per il sistema regionale sul costo delle chemioterapie, notevolmente più alto del costo del test”.