Stando ai dati del Future Health Index (Fhi) 2019, studio internazionale condotto da Philips su 15 Paesi a livello globale, l’Italia è al primo posto in Europa e tra i primi al mondo per l’utilizzo delle tecnologie digitali da parte dei professionisti della sanità.
L’88% degli interpellati dichiara infatti di aver utilizzato digital health technology o app per il proprio lavoro, contro la media del 78% registrata a livello globale. L’indagine evidenzia però un ritardo sul terreno della condivisione dei dati, della cartella clinica elettronica e della telemedicina: a quest’ultima, in particolare, 4 professionisti della salute su 10 ammettono di non aver mai fatto ricorso – eppure, lo strumento potrebbe contribuire a risolvere uno dei problemi più sentiti dai pazienti italiani, la lunghezza dei tempi di attesa per le visite, che 8 intervistati su 10 ritengono troppo lunghi.
“Forti della nostra privilegiata prospettiva di osservatore internazionale, grazie alla consolidata presenza in diversi Paesi europei e americani e al recente ingresso in Medio Oriente, possiamo confermare che in Italia, rispetto ad altri mercati, l’interesse verso la sanità digitale è in costante crescita” commenta Alberto Porciani, CEO di Top Doctors, la piattaforma online che seleziona e mette a disposizione degli utenti un panel di medici specialisti, centri e cliniche privati di livello internazionale.
“Siamo convinti che il futuro passi dalla telemedicina e, anche se il processo di adozione sta accelerando rapidamente, ancora troppi professionisti della sanità continuano a non offrire questo servizio. Noi di Top Doctors abbiamo introdotto funzionalità di telemedicina all’interno della nostra piattaforma ormai da qualche anno, con riscontri davvero positivi sia da parte dei nostri specialisti che dei loro pazienti. Anche in ambito sanitario, chat e videochiamate permettono di instaurare una comunicazione più diretta ed efficiente, abbattendo le barriere di tempo e spazio. Crediamo che, per arrivare alla piena adozione, debba crollare il pregiudizio di mancanza di affidabilità e autorevolezza che molte persone ancora hanno verso il mondo digitale: è quindi assolutamente necessario lavorare, come abbiamo fatto e continuiamo a fare, su professionalità, qualità e sicurezza”.