Secondo una nuova ricerca di Sony Healthcare Europe, i professionisti del settore medico in tutta Europa stanno sperimentando problemi di salute mentale pari a quelli riscontrati nel 2021, quando i professionisti erano nel pieno delle conseguenze della pandemia.
L’indagine condotta su 600 oncologi e chirurghi di Regno Unito, Germania, Francia, Spagna, Italia e Paesi nordici ha rilevato che il 99% ha avuto almeno un problema di salute mentale negli ultimi 12 mesi, con un aumento dell’15% rispetto all’anno scorso e con la stessa percentuale per quanto riguarda i risultati del 2021.
La depressione è stato il problema di salute mentale più comune (46%) e ha registrato il maggiore aumento (19%) di casi rispetto allo scorso anno. Tutti i problemi esaminati (insonnia, burnout, ansia e angoscia) hanno registrato un aumento, in particolare ansia e angoscia hanno interessato rispettivamente il 37% e il 34%.
Condotto per il terzo anno consecutivo da Sony, lo studio si pone di valutare il sentimento dei principali professionisti del settore medico nei confronti del loro lavoro, nonché il ruolo delle nuove tecnologie mediche nell’affrontare le principali sfide dei sistemi sanitari.
La stragrande maggioranza (89%) di questi professionisti del settore medico ha indicato che l’attuale carenza di personale sta avendo un impatto negativo sullo smaltimento delle liste d’attesa arretrate di pazienti, che secondo loro richiederà in media altri tre anni per essere smaltito (media di 3,19). Questa aspettativa è aumentata di anno in anno (2,95 nel 2021 e 3,2 nel 2022), determinando una tempistica esponenziale, che indica la presenza di sfide continue e/o nuove da affrontare.
Questi problemi sembrano avere un impatto sul loro atteggiamento nei confronti del lavoro nel 2024. Rispetto all’anno scorso, gli intervistati si sentono più preoccupati, tristi, disperati e arrabbiati quando riflettono sul loro ruolo nell’anno a venire, con la frustrazione che registra l’aumento maggiore, passando da uno su cinque (20%) nel 2022 a oltre un quarto (26%) nel 2023.
L’indagine mostra un potenziale riflesso di questi sentimenti nel rapporto con le risorse, in quanto gli intervistati hanno mostrato un maggiore pessimismo quando si tratta del ruolo che la tecnologia può svolgere nel supportare lo smaltimento degli arretrati, con meno di due terzi (62%) che ritengono che abbia un ruolo vitale, con un calo del 21% rispetto allo scorso anno.
Questo studio evidenzia il lavoro che i partner tecnologici del settore sanitario devono svolgere per riaccendere la speranza che tali risorse possano essere utilizzate in modo da non aggiungere ulteriori sfide ai sovraccarichi, ma da alleggerire gli oneri quotidiani in periodi di tensione e pressione, con un impatto reale e sperimentato.
Ludger Philippsen, Head of Healthcare Solutions Europe di Sony, ha dichiarato:
“Sappiamo che nessuna tecnologia può sostituire i professionisti del settore medico, che lavorano duramente e con grande competenza; tuttavia, con questi livelli di oneri logistici ed emotivi a tre anni dall’inizio della pandemia, non possiamo negare che ci sia un forte senso di responsabilità nel fornire un supporto attraverso le nostre partnership”. Anche quest’anno la fiducia nella tecnologia è diminuita e quindi il nostro ruolo di fornitori responsabili non è quello di convincere che la tecnologia è la risposta completa, ma di ascoltare attivamente e supportare il personale per fornire soluzioni che possano realmente alleviare le loro attuali sfide quotidiane”.
Tuttavia, le opinioni non sono completamente negative: quasi la metà (45%) degli intervistati prova emozioni positive nei confronti del proprio ruolo nel 2024, con il 29% che si sente positivo e il 23% che si sente entusiasta per l’anno a venire.