Le nuove tecnologie sono al centro delle raccomandazioni rivolte agli Stati e ai sistemi sanitari europei contenute nelle linee guida europee sul primo soccorso che saranno presentate sabato 27 marzo in anteprima italiana da Italian Resuscitation Council (IRC), società scientifica accreditata dal Ministero della Salute, i cui soci hanno contribuito alla definizione del nuovo documento.
Uno dei punti cardine delle nuove linee riguarda infatti l’adozione di tecnologie e applicazioni per cellulari che consentano la geo-localizzazione dei defibrillatori più vicini ai luoghi di emergenza, in modo da garantire un intervento il più possibile tempestivo. Ulteriori sviluppi prevedono anche la possibilità di geo-localizzare i potenziali soccorritori in zona.
Tra gli altri punti messi in cima alla lista delle priorità ricordiamo la necessità di introdurre a scuola la formazione obbligatoria sul primo soccorso e la spinta a far sì che gli operatori del 112 (118) diano subito al telefono alle persone che hanno chiamato le istruzioni su come effettuare la rianimazione cardiopolmonare.
Le nuove linee guida, che sono aggiornate ogni 5 anni sulla base delle evidenze scientifiche relative ai dati epidemiologici e alle misure più efficaci di intervento, sono state pubblicate dallo European Resuscitation Council (ERC), di cui IRC è parte, sulla base delle raccomandazioni di International Liaison Committee on Resuscitation (ILCOR), consenso mondiale sul trattamento dell’arresto cardiaco.
I relatori di IRC presenteranno le nuove linee guida sabato 27 marzo in un webinar in programma a partire dalle 9.45 e rivolto ai medici, agli infermieri, agli operatori sanitari, ai professionisti del soccorso e ai soccorritori volontari. Per maggiori informazioni visita il sito ufficiale a questo link.
Lo scenario
Ogni anno in Europa si stima siano colpite da arresto cardiaco oltre 400.000 persone. Si calcola che nel 33% dei casi sia possibile ripristinare la circolazione (ROSC, return of spontaneous circulation), ma le persone che sopravvivono dopo il ricovero in ospedale sono l’8% dei casi totali. La percentuale di persone che assistono all’arresto cardiaco e che intervengono con le manovre salvavita (massaggio cardiaco, ventilazioni) è in media del 58% ma varia molto nei diversi Paesi. L’utilizzo dei DAE avviene solo nel 28% dei casi.
“La possibilità di sopravvivenza all’arresto cardiaco diminuisce del 10% per ogni minuto che passa” osserva Giuseppe Ristagno, presidente di Italian Resuscitation Council (IRC) “Per questo motivo le nuove linee guida vogliono gettare le basi per una ‘catena della sopravvivenza’ che preveda, anche attraverso il diretto coinvolgimento dei cittadini, il rapido riconoscimento dell’arresto cardiaco, la chiamata al 112 (118), l’avvio delle manovre salvavita e l’uso del defibrillatore.
E’ importante che questi punti, che si basano su forti evidenze scientifiche e che hanno come premessa fondamentale le necessità di formare quante più persone sul primo soccorso, siano stati fissati all’interno delle linee guida europee perché d’ora in avanti rappresenteranno per gli Stati e i sistemi sanitari un modello a cui adeguarsi e su cui costruire procedure di intervento più efficaci.”
Formazione a scuola e applicazioni per cellulari
Uno dei punti centrali del documento europeo, che sarà pubblicato in versione integrale sulla rivista scientifica “Resuscitation” e sul sito dell’European Resuscitation Council, è la formazione dei cittadini, il cui coinvolgimento è fondamentale per rendere più veloci ed efficaci i soccorsi. Gli esperti chiedono agli Stati europei di introdurre a scuola la formazione obbligatoria sul primo soccorso e di promuovere iniziative per formare quanti più cittadini possibile. Le persone formate, infatti, sono in grado di svolgere le operazioni necessarie in caso di emergenza, in attesa dell’arrivo dei soccorsi: riconoscere l’arresto cardiaco, chiamare subito il 112 (118), iniziare immediatamente le manovre salvavita (massaggio cardiaco, ventilazioni), utilizzare il defibrillatore semiautomatico (DAE), quando disponibile.
Se le persone che assistono a un arresto cardiaco non sono formate, è essenziale che gli operatori del 112 (118) diano loro al telefono le istruzioni su cosa fare. Secondo le linee guida gli operatori devono adottare criteri uniformi ed efficaci per capire velocemente se la segnalazione ricevuta riguarda un arresto cardiaco. In questo caso gli operatori devono dare indicazioni su come effettuare la rianimazione cardiopolmonare (se la vittima non risponde e in caso di respiro assente o non regolare).
Inoltre, gli esperti chiedono agli Stati europei di adottare tecnologie e applicazioni per cellulari che consentano di allertare più rapidamente il 112 (118) e di geo-localizzare i defibrillatori disponibili sul territorio per capire dove si trova quello più vicino al luogo dell’emergenza. La stessa tecnologia consentirebbe di geo-localizzare anche i potenziali soccorritori (medici oppure persone formate sul primo soccorso) che si trovano in zona e che, avendo scaricato l’applicazione, hanno dato la loro disponibilità a intervenire in caso di necessità. Il tutto a costi contenuti.
Queste novità previste dalle nuove linee guida sono già state inserite, anche su iniziativa di IRC, nel disegno di legge sul primo soccorso che oggi è in attesa di una definitiva approvazione alla Commissione Igiene e Sanità del Senato, dopo aver già ottenuto il sì della Camera nel 2019.
Il webinar di IRC in programma domani sarà la prima presentazione delle nuove linee guida in Italia. IRC provvederà inoltre alla traduzione e all’adattamento della versione italiana delle linee guida che sarà disponibile gratuitamente sul sito dell’associazione.
Gli esperti di IRC che hanno collaborato alla definizione del documento europeo sono Giuseppe Ristagno (presidente di IRC), Andrea Scapigliati (past president di IRC), Federico Semeraro (ex presidente e membro del comitato scientifico di IRC, attuale presidente eletto di European Resuscitation Council), Claudio Sandroni (già membro del comitato scientifico di IRC), Tommaso Pellis (coordinatore del comitato scientifico di IRC) e Daniele Trevisanuto (professore associato di pediatria e socio IRC). Ha collaborato inoltre Tommaso Scquizzato, studente di medicina.