“Ci troviamo di fronte ad un momento molto importante: dopo anni fondamentalmente di investimenti pari e costanti rispetto agli anni precedenti, adesso si assiste ad una crescita degli investimenti del sistema sanitario sia pubblico che privato in digitalizzazione. Ci si aspetta di arrivare a circa 3 miliardi di valore di mercato della digitalizzazione per la sanità e questo è importante ed è dovuto alla consapevolezza post-Covid da parte delle strutture ospedaliere, delle istituzioni, ma anche alla grande opportunità che deriva dal Pnrr” ha spiegato Andrea Celli, Managing Director Philips Italia, Israele e Grecia “. Il Pnrr richiede fondamentalmente di modificare il nostro sistema sanitario nazionale, avere ospedali per trattare i pazienti acuti, ospedali di comunità, case di comunità e addirittura valorizzare i domicili dei pazienti, in particolar modo per chi soffre di malattie croniche”.
Alla base di questo nuovo concetto di sanità c’è però un’infrastruttura solida, efficace ed efficiente che metta a disposizione delle strutture ospedaliere e dei centri di cura i dati nel momento esatto in cui vengono richiesti. Da qui il ruolo fondamentale della tecnologia per andare verso una nuova dimensione di cura, che porti a benefici per strutture, medici e pazienti, liberando risorse e consentendo un risparmio anche economico.
A dimostrazione dell’importanza dell’informatica e del digitale per creare sistemi sanitari sempre più efficienti e interconnessi, recenti dati stimano che nel 2023 in Italia il mercato della sanità digitale è cresciuto dell’11% rispetto all’anno precedente e il cloud ha registrato un valore di 200 milioni di euro.
Sono questi i temi che hanno dato il via a “Next Generation Healthcare Informatics”, evento organizzato da Philips in collaborazione con AISIS – Associazione Italiana Sistemi Informativi in Sanità, HIMSS e AIIC – Associazione Italiana Ingegneri Clinici: un momento di incontro importante per la comunità della salute dove ingegneri clinici e responsabili dei sistemi informativi hanno discusso di trend caldi come quello dell’intelligenza artificiale applicata alla diagnostica, dell’adozione del cloud, dell’interoperabilità dei dati e del ruolo sempre più predominante della cybersecurity.
Particolare rilievo si è dato al tema dell’intelligenza artificiale, una delle tendenze più forti al momento e tema ormai mainstream: Victor Saveski, Managing Director AI Center for Health e Chief Innovation Officer presso Humanitas Research Ospital ha illustrato il progetto del centro di eccellenza in AI dell’organizzazione sanitaria, che nasce con la mission di migliorare la qualità clinica dei pazienti.
Humanitas si è avvicinata all’intelligenza artificiale poco prima dell’affermarsi del Covid per esplorarne le potenzialità, i vantaggi e la sostenibilità dal punto di vista economico. “Oggi il gruppo di lavoro è ben strutturato e entro fine anno prevediamo di arrivare a 30 risorse totali con all’attivo già una cinquantina di pubblicazioni – spiega Saveski -. L’AI Center di Humanitas ottimizza, implementa e sviluppa modelli predittivi di AI/ML/DL per risolvere i problemi della data science applicata alla sanità.
Tre le aree di interesse su cui il focus è puntato: la cura personalizzata, l’ottimizzazione del workflow e la GenAI insieme alla medicina di precisione”.
“Finora il centro ha lavorato soprattutto a progetti di matrice europea in ambiti affini a quelli di Humanitas come l’oncologia e la radiologia, ma ci siamo dedicati anche a progetti congiunti con realtà italiane come il Bambin Gesù. Abbiamo inoltre sviluppato una serie di progetti interni” conclude Saveski.
A seguire, al tema dell’intelligenza artificiale applicata alla diagnostica è stata dedicata una tavola rotonda cui hanno partecipato Paolo Poggi, Primario Dipartimento per Immagini ICS Maugeri di Pavia; Alice Ravizza, Founder InsideAI e Membro centro studi, formazione e ricerca di AIIC; Nicola Rosso, CIO e Responsabile Ingegneria Clinica Ospedale Policlinico San Martino di Genova, e Dario Arfelli, Business Marketing Leader Radiology Informatics di Philips.
I lavori sono stati aperti da Alice Ravizza parlando del tema normativo, dove i regolamenti riguardanti l’intelligenza artificiale non devono essere visti in maniera negativa perché vanno appunto a regolamentare una materia ancora in divenire e danno alcune parole chiave che sottolineano i benefici di questo tipo di tecnologia, tra cui sicurezza, qualità e efficacia clinica.
L’AI Act, in particolare individua alcuni pillar che devono guidare l’impiego dell’intelligenza artificiale: la spiegabilità, l’interoperabilità, la fiducia e l’autonomia dell’uomo.
Paolo Poggi, come medico primario, ha raccontato dell’esperienza del Maugeri di Pavia per l’implementazione di progetti legati all’AI, parlando in concreto ad esempio della collaborazione con il Policlinico San Matteo in periodo Covid così da arrivare a una velocizzazione della diagnosi e a un eventuale ricovero senza perdere tempo. Poggi ha poi sottolineato che l’AI non toglie all’uomo il suo ruolo centrale, servendo solo come un supporto alle decisioni portando ad una riduzione delle possibilità di errori.
Nicola Rosso, del San Martino di Genova ha infine raccontato la sua esperienza come informatico e ingegnere clinico.
Dario Arfelli di Philips ha ricordato, in chiusura, il ruolo fondamentale dell’ecosistema e del fornitore di tecnologie sottolineando come il valore di Philips sia quello di semplificare i percorsi attraverso la tecnologia ma anche attraverso la governance.