Nell’articolo che condividiamo di seguito, Marta Balliano, Practice Leader Application, Data & AI di Kyndryl Italia, affronta il tema della trasformazione digitale in sanità, con particolare attenzione all’impatto concreto dell’intelligenza artificiale generativa: dalla diagnostica predittiva alla gestione delle cartelle cliniche, fino allo sviluppo accelerato dei farmaci. Un cambiamento già in atto, che tuttavia si scontra con ostacoli strutturali e culturali: debito tecnologico, disuguaglianze territoriali, carenza di competenze, necessità di una governance chiara e inclusiva.
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Intelligenza Artificiale e Sanità: dal paradosso dell’innovazione alla trasformazione del settore
La sanità è a un punto di svolta. L’Intelligenza Artificiale generativa (GenAI), l’analisi avanzata dei dati e la modernizzazione delle infrastrutture IT stanno trasformando radicalmente il modo in cui vengono erogate le cure. Eppure, emerge un paradosso significativo tra percezione e preparazione: se da un lato il 92% dei leader sanitari considera la propria infrastruttura IT all’avanguardia, solo il 36% si sente realmente pronto ad affrontare le sfide future. Un dato che mette in luce una realtà complessa: l’innovazione tecnologica non può limitarsi all’introduzione di nuovi strumenti, ma deve essere accompagnata da una strategia solida, che includa le persone, per garantire una trasformazione efficace e sostenibile.
L’Intelligenza Artificiale sta aprendo scenari inediti per la medicina, ponendosi come elemento chiave di questa evoluzione. Se da un lato il suo utilizzo promette di rivoluzionare il settore, dall’altro emergono criticità legate alla sicurezza, alla gestione dei dati e alla capacità delle strutture di adattarsi a un mondo sempre più digitale. È in questo equilibrio tra opportunità e sfide che si gioca il futuro della sanità: un futuro che richiede visione, investimenti mirati e una governance capace di garantire trasparenza e accessibilità.
Dall’AI generativa all’impatto clinico
L’AI generativa è oggi uno dei motori della trasformazione digitale nel settore sanitario. Non si tratta più di una promessa futura: le sue applicazioni stanno già contribuendo a cambiare il modo in cui si cura, si ricerca e si lavora. Tra gli ambiti in cui l’impatto è più tangibile, emergono:
- Supporto diagnostico avanzato e trattamenti personalizzati: analizzando grandi volumi di dati clinici, l’intelligenza artificiale generativa supporta i medici nell’individuare pattern diagnostici complessi e nel definire piani terapeutici mirati, migliorando la qualità e la precisione dell’assistenza.
- Automazione della documentazione medica: i modelli linguistici avanzati automatizzano la redazione e la gestione delle cartelle cliniche, alleggerendo il carico amministrativo e liberando tempo prezioso da dedicare al paziente.
- Sviluppo accelerato di farmaci: la possibilità di testare virtualmente nuove molecole sta abbattendo i costi e i tempi della ricerca farmaceutica, portando sul mercato trattamenti innovativi con maggiore rapidità.
Modernizzazione: oltre la tecnologia
Queste applicazioni segnano il passaggio da un sistema sanitario reattivo a un modello predittivo e personalizzato. Ma, se la tecnologia offre opportunità straordinarie, la sua implementazione si confronta con ostacoli concreti. La sanità è uno dei settori con il più alto tasso di debito tecnologico, con infrastrutture spesso obsolete che rallentano l’integrazione di soluzioni innovative. Il 67% dei leader sanitari, infatti, esprime preoccupazione per l’obsolescenza dei propri sistemi IT, una condizione che espone le strutture a rischi crescenti e rende più complesso affrontare la modernizzazione con tempestività.
Ma la sfida non è solo tecnologica: riguarda anche il capitale umano e i modelli organizzativi. Le strutture sanitarie si trovano a gestire un cambiamento profondo che richiede competenze nuove, una cultura digitale diffusa e investimenti nella formazione. Il personale è chiamato a interagire con strumenti avanzati, e senza un adeguato supporto formativo il rischio è di creare nuove frizioni operative. Allo stesso tempo, l’adozione dell’intelligenza artificiale pone questioni legate alla privacy, alla sicurezza e all’integrazione con sistemi legacy. Le difficoltà non sono solo infrastrutturali, ma riguardano la governance dell’innovazione: come adottarla in modo etico, trasparente e scalabile?
In questo scenario, emerge un’altra criticità spesso sottovalutata: il rischio che la trasformazione digitale avanzi a velocità diverse tra strutture e territori. Se alcune realtà hanno già abbracciato l’intelligenza artificiale e i big data, altre restano indietro, rallentate da vincoli economici, carenze di competenze o complessità operative. Democratizzare l’accesso all’innovazione significa creare le condizioni affinché la sanità digitale non diventi un privilegio per pochi, ma un diritto condiviso.
L’innovazione resta umana
L’introduzione di intelligenza artificiale e tecnologie avanzate non deve mai perdere di vista il cuore della sanità: il rapporto tra medico e paziente. Per questo, la trasformazione digitale deve essere guidata da una visione che metta al centro l’interoperabilità dei sistemi, la sicurezza dei dati e la formazione delle persone. Il futuro dell’ecosistema salute dipenderà dalla capacità di modernizzare le infrastrutture IT, garantire una gestione intelligente dei dati e promuovere una governance chiara delle nuove tecnologie.
Il vero cambiamento non sarà solo tecnologico, ma sistemico. In questa Giornata Mondiale della Salute, il messaggio è chiaro: il progresso non si misura soltanto nel numero di algoritmi impiegati o nella potenza dei nuovi strumenti digitali, ma nella capacità di trasformare l’innovazione in valore concreto per medici e pazienti. Affinché l’intelligenza artificiale non resti una promessa, ma diventi un pilastro di una sanità più equa, efficiente e sostenibile per il benessere di chiunque richieda cure e in qualunque nazione.
di Marta Balliano, Practice Leader Application, Data & AI di Kyndryl Italia