Anche le suore, al termine di una vita dedicata all’evangelizzazione e alla promozione umana, negli ultimi anni di vita terrena devono confrontarsi con le limitazioni dell’età. Per questa ragione a San Pietro di Felletto, nei pressi di Conegliano Veneto, l’Istituto Ancelle di Gesù Bambino ha ristrutturato un’ala dell’edificio esistente per realizzare una struttura in grado di accogliere 20 sorelle che, ormai avanti con gli anni, necessitano di un’adeguata assistenza.
Un progetto affidato all’architetto Domenico Perona, che ha lavorato in stretto contatto con le suore dell’istituto per creare una struttura caratterizzata da bassi costi di gestione e manutenzione. Da qui la creazione di un edificio con un’attenzione particolare alla distribuzione degli spazi e all’efficienza energetica.
Facile ed efficace
Proprio la progettazione elettrica, affidata all’ingegner Vincenzo Conte, rappresenta uno dei fattori caratterizzanti dell’intera struttura. Gli spazi sono fruiti da persone anziane, non abituate ad utilizzare soluzioni tecnologiche. La semplicità d’uso deve quindi “mascherare” la complessità tecnologica, per goderne i vantaggi a fronte di comandi semplici ed intuitivi. Anche per questa ragione i quadri di piano, che ospitano anche le apparecchiature di networking, sono nascosti dietro pannelli che hanno anche il compito di garantire un perfetto isolamento acustico delle ventole di raffreddamento.
Trattandosi di una struttura di assistenza “privata “, in realtà, non sarebbe necessario rispettare le stringenti normative delle case di cura aperte al pubblico. I progettisti, in accordo con suor Dolores Maccari, la superiore dell’Istituto, hanno invece scelto di adeguarsi agli standard più rigorosi, nell’ottica di garantire un maggior livello di sicurezza e facilitare le attività di assistenza.
Alla luce di questi criteri, ancor prima di indicare i possibili fornitori della componentistica elettrica, i progettisti hanno identificato, sul mercato, Vendor in grado di proporre tecnologie caratterizzate da un protocollo aperto, capaci di dialogare anche con i prodotti forniti da aziende specializzate in settori specifici, come quello del condizionamento o del ricambio d’aria.
Da qui la scelta di orientarsi sulla tecnologia SCS BTicino, che comunica attraverso un semplice doppino conforme alle norme CEI 46-5, permettendo di creare impianti con topologia libera o a stella, su cui viaggiano alimentazione, dati, video e audio, aperto alla comunicazione con i produttori di soluzioni complementari all’ambito elettrico. Il protocollo in questo caso consente di dialogare anche con KNX, il protocollo utilizzato per la termoregolazione.
MyHome, l’offerta domotica di BTicino, si è affermato sul mercato per la sua stabilità e affidabilità. Qualità particolarmente apprezzate anche dalla società di installazione Punto Light, guidata da Ivano Carraro.
Accanto agli aspetti di sistema, l’offerta di BTicino è risultata vincente per la completezza del catalogo. Spiega lo stesso Carraro, “abbiamo installato una serie di componenti del building automation che ormai conosciamo bene, affidabili e semplici da configurare. Sono progettati per essere nativamente interoperabili, per questo la comunicazione tra di loro è semplice”.
L’assistenza parte dal testaletto
Accanto ai prodotti usuali di un impianto elettrico, Carraro è stato chiamato a installare anche alcuni componenti dedicati come i testaletto per camere di degenza. “Sono prodotti che normalmente non installiamo, ma grazie al supporto del personale specializzato di BTicino, che ci ha affiancato nell’installazione e nella configurazione, il lavoro è stato rapido e soddisfacente. Queste soluzioni, nella versione Classic in alluminio anodizzato, sono infatti caratterizzate dai classici sistemi di illuminazione e di erogazione dei gas medicali, ma spiccano soprattutto per l’efficienza dell’impianto di chiamata sviluppato da BTicino.
Per un malato allettato, infatti, una delle esigenze più comuni è quella di dover richiedere l’assistenza del personale per un improvviso malore, ma anche per le necessità quotidiane. In questi casi si rivela determinante l’efficienza dei sistemi di chiamata integrati nel testaletto. Per ottimizzare gli interventi del personale di assistenza, infatti, ogni chiamata viene indirizzata sul terminale della sala di assistenza e sul pannello luminoso posto all’esterno della stanza; un segnale acustico segnala la richiesta. Il personale può così rendersi conto dell’origine della richiesta in arrivo, mettendosi istantaneamente in contatto vocale con la persona che ha premuto il pulsante. L’infermiera è così informata sulla tipologia di assistenza richiesta e, oltre a tranquillizzare la paziente, può assegnare la corretta priorità alle singole chiamate. Diverso, infatti, è il caso di chi ha sete rispetto a chi si trova in crisi respiratoria o è assalito da un attacco di panico.
In ogni caso, quando il personale entra nella stanza in cui è stata chiamato, preme un pulsante per spegnere il segnale presente in corridoio, evitando che altri infermieri intervengano nella stessa stanza. Di contro, nel caso in cui si abbia effettivamente bisogno del supporto di un collega, la chiamata può essere riattivata.