Un portale in-Cloud con accesso esclusivo al paziente con Sclerosi Multipla e ai medici e personale sanitario dell’equipe che lo segue nel percorso di cura, dall’esordio della malattia alle fasi più complesse, ed un collegamento digitale tra tutti i professionisti coinvolti nel team multidisciplinare per il trattamento della patologia. È il modello di Smart Clinic realizzato ad Augusta, Ospedale Muscatello, e in altri sette centri italiani, partito grazie al progetto SM² – Smart Medicine per la gestione del paziente con Sclerosi Multipla –, percorso formativo ECM organizzato da Edra con il supporto non condizionato di Biogen, ideato per ottimizzare il Sistema di Management del paziente affetto da Sclerosi Multipla attraverso l’attivazione di laboratori di digital transformation e cocreation nei centri che si occupano della patologia.
L’utilizzo dei sistemi digitali per migliorare la gestione del paziente sta portando i primi risultati, come spiega il dottor Sebastiano Bucello, responsabile del Centro SM dell’Ospedale Muscatello, che sta seguendo il progetto.
Nel 2020 si è svolto un primo corso di formazione ECM per consentire al personale medico di acquisire nuove abilità per il miglioramento del patient journey in termini di intervento precoce, appropriatezza terapeutica e outcome clinico. Da lì, in alcuni centri è stato messo in pratica il progetto.
“Abbiamo coinvolto sette centri nazionali che si occupano di Sclerosi Multipla per la creazione di un portale in-Cloud e con i colleghi abbiamo apportato man mano diverse modifiche funzionali al progetto – spiega Bucello -. Nel 2021 si prevede di proseguire il percorso formativo, coinvolgendo i centri per mettere a regime il sistema. Entro la fine del 2021 pensiamo di arrivare ad avere un pacchetto digitale completo e concreto. L’uso delle nuove tecnologie ormai non più differibile e l’automazione dei processi ha un ruolo cruciale perché può portare i medici ad ottimizzare il tempo ed a perfezionare e fluidificare il percorso di cura”.
Bucello entra nel merito della Smart Clinic: “Fino a ora non posso che evidenziare aspetti positivi. C’è un portale in-Cloud a cui il paziente si registra, con estrema attenzione alla problematica della privacy e della protezione dei dati, dove ciascuno degli attori del processo ha la possibilità di scambiare informazioni cliniche, richieste, approfondimenti diagnostici (come risonanze ed esami di laboratorio). Il portale inoltre fornisce la possibilità di gestire l’agenda degli appuntamenti, in modo che il paziente possa scegliere la data dell’appuntamento in relazione ai suoi impegni ed alla disponibilità data dal Centro SM. Oggi però inizia una nuova sfida: vorremmo rendere sempre più autonomo e automatico il sistema Smart Clinic.
Ad esempio, abbiamo già messo a punto un sistema per calcolare, in base ai quantitativi di farmaco che il paziente possiede al domicilio, ed alla quantità che viene consegnata ad ogni visita, quando programmare la visita per il rinnovo del piano terapeutico: questo chiaramente agevolerebbe sia il medico che il paziente. Vorremmo inoltre rendere più semplice, immediata ed “automatizzata” la lettura degli esami inviati per il monitoraggio delle terapie per consentire un intervento più tempestivo possibile sul paziente e ridurre sensibilmente il rischio clinico collegato all’utilizzo di farmaci dal monitoraggio sempre complesso”.
Bucello ricorda dunque che “l’obiettivo di portare il digitale nella vita di medici e pazienti è perseguibile. Bisogna però superare quello che resta ancora un problema di tipo “semantico”: si pensa che “telemedicina” sia solo la tele-visita o il tele-consulto, invece non è così. È necessario accelerare il processo di digitalizzazione nelle strutture e coinvolgere sinergicamente il responsabile della transizione digitale, presente in ogni Azienda, per facilitare questo processo di trasformazione in modo che le idee vengano concretizzate per il bene di tutti i pazienti”.
In molti centri del nostro Paese manca ancora un ecosistema digitale evoluto a supporto dei team che si occupano di Sclerosi Multipla. Il progetto SM² è nato per supportare i centri di Neurologia dal punto di vista organizzativo e digitale, attraverso un’analisi strutturata che permetta di identificare le diverse criticità nella gestione del paziente all’interno del centro, definire le aree di miglioramento e il piano di azione per risolverle e verificare l’efficienza organizzativa sulla base nel nuovo approccio metodologico e di un nuovo modello standardizzato.
“Alla luce della situazione di emergenza che stiamo vivendo e della necessità di una trasformazione in ambito digitale, proseguiamo il nostro impegno a supporto delle cliniche, oggi ancora più decisivo a supporto di patologie, come la Sclerosi Multipla, che necessitano la collaborazione di un team multidisciplinare e una gestione complessa e continua del paziente -, spiega Giuseppe Banfi, Amministratore Delegato di Biogen, che sponsorizza l’iniziativa -. In Biogen ci poniamo ogni giorno come partner dei pazienti, dei clinici e del sistema sanitario per migliorare le cure e di conseguenza la qualità vita di molte persone”.
“La digital transformation è rivoluzione obbligata per migliorare le cure e per rendere più efficiente la sanità – spiega Ludovico Baldessin, Chief Business & Content Officer di Edra –: ma non è l’applicazione di una più o meno complessa piattaforma di telemedicina, è un percorso di trasformazione culturale che vede la ridefinizione dei processi e la definizione di strumenti disegnati su nuovo modelli organizzativi dei centri ospedalieri. I nuovi modelli di cura di prossimità rappresentano una risorsa essenziale per la rinascita del SSN e si possono realmente sostanziare solo attraverso un concreto percorso trasformazionale e formativo che sposa strumenti digitali evoluti e customizzati costruendo nuove reti relazionali e collaborative tra gli attori del sistema”.