“L’impatto dell’Intelligenza Artificiale nella professione medica è profondo e multiforme. Rimane comunque evidente che il ruolo del medico rimarrà centrale nella gestione del paziente, soprattutto per quanto riguarda l’approccio empatico e la capacità di sintesi”. Filippo Anelli, presidente di Fnomceo – Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, ha sintetizzato così la propria audizione presso la Camera, evidenziando gli enormi vantaggi, ma anche i possibili limiti legati all’impiego dell’Intelligenza artificiane nell’ambito delle cure mediche. Ma davvero l’AI cambierà le nostre cure e, soprattutto, quanto i medici conoscono davvero l’AI?
A chiederlo è stato Miodottore.it, in un’indagine che ha coinvolto mille medici di medicina generale, 500 tra Direttori/Responsabili e Medici Specialisti e 500 Specialisti Ospedalieri. I risultati di questo sondaggio sono, per molti versi, inaspettati, poiché evidenziano sia il desiderio di sfruttare le nuove tecnologie, sia i ritardi culturali che affliggono la categoria. I dati della ricerca sono sintetizzati da un interessante white paper, disponibile a questo link.
I medici non sfruttano l’informatica
Ancora prima di approfondire le tematiche legate all’intelligenza artificiale, la ricerca ha indagato quale sia la confidenza dei nostri medici con l’utilizzo delle tecnologie informatiche. Emerge che poco più di un quarto dei medici dichiara di avere una buona conoscenza delle tecnologie. Mentre il 64% dei medici di medicina generale ammette una conoscenza media (ovvero 3, su una scala da 1 a 5). E questa percentuale scende al 55% nel caso di direttori, specialisti e ospedalieri.
Competenze limitate, quindi, che si riflettono anche sulla tipologia di strumenti impiegati nell’attività quotidiana. Accade così che i medici di medicina generale utilizzano soprattutto i software di gestione agenda (32%), le piattaforme digitali (22%) e il teleconsulto (19%).
Perché non piacciono le tecnologie?
Ancor prima di approfondire le frontiere dell’intelligenza artificiale, occorre quindi capire quali barriere trovino oggi i medici. E dalla ricerca emerge come oltre il 15% ammetta una scarsa formazione nell’ambito delle tecnologie digitali.
Di contro, tra i principali problemi evidenziati dagli stessi medici, emerge come le pratiche burocratiche e la gestione amministrativa rappresentino spesso problematiche in grado di sottrarre importante spazio alla cura dei pazienti. Una situazione paradossale, anche a fronte della consapevolezza che proprio l’intelligenza artificiale cambierà il rapporto con i pazienti e che, quindi, rappresenta uno strumento da utilizzare necessariamente.
L’intelligenza artificiale sconvolgerà la medicina
Oltre tre quarti dei medici coinvolti ammette, infatti, che, nei prossimi cinque anni, la propria attività sarà radicalmente modificata dall’impiego dell’intelligenza artificiale. E proprio l’Intelligenza Artificiale, secondo i medici di medicina generale, agevolerà la progettazione di piani terapeutici personalizzati (24%), la gestione dei farmaci e loro efficacia tollerabilità (20%) e l’analisi avanzata dei dati pazienti (17%).
Aspettative diverse, invece, per direttori e specialisti, come si legge nel White paper, tutto da scoprire…
L’intero white paper può essere scaricato gratuitamente a questo link