187 server non protetti hanno esposto immagini mediche e dati sanitari appartenenti a milioni di persone in tutto il mondo alla mercé di criminali informatici senza scrupoli.
Parliamo di radiografie, risonanze magnetiche e TAC accessibili a chiunque, insieme a milioni di dati altamente sensibili.
La notizia, trapelata dalla redazione statunitense no-profit ProPublica e dall’emittente pubblica tedesca Bayerischer Rundfunk ha fatto il giro del mondo.
La nostra redazione riporta per intero il commento a cura di David Emm, Security Researcher di Kaspersky, secondo cui: «È essenziale che gli operatori sanitari adottino misure adeguate a garantire che il loro perimetro di sicurezza sia protetto, che le banche dati siano criptate e che solo il personale autorizzato possa accedere ai dati personali dei pazienti. Oggi più che mai, si tratta di un aspetto estremamente importante, in quanto il settore sanitario attira molta attenzione da parte dei criminali informatici. Secondo le nostre ultime analisi, nel 2018, il 28% degli attacchi era rivolto ai dispositivi ospedalieri. Tutti questi dispositivi possono diventare i vettori attraverso cui un criminale può accedere ad altre aree dei sistemi dell’organizzazione sanitaria. Inoltre, non dobbiamo dimenticare che circa due anni fa il famigerato ransomware Wannacry ha paralizzato le strutture mediche e altre organizzazioni in tutto il mondo. Questi incidenti possono costare la vita dei pazienti, soprattutto adesso che le infrastrutture mediche fanno uso di molti dispositivi, alcuni mobili, la maggior parte dei quali sempre più connessi a Internet».