Tutte le Regioni italiane rendono attivabile il fascicolo sanitario elettronico.
Si conclude, dunque, il percorso di adesione all’infrastruttura nazionale, un percorso complesso, che ha portato le Regioni aderenti dalle 10 del 2016 all’attuale copertura completa, con la recente aggiunta della Regione Calabria.
Prosegue nel frattempo l’attività per rendere fruibili i dati e i documenti sanitari in ogni Regione italiana, nel rispetto della protezione dei dati e dei criteri di sicurezza, oltre che per rendere disponibili nuove funzionalità e incentivare l’utilizzo del fascicolo da parte dei cittadini e delle strutture sanitarie.
Un punto d’accesso unico
Sul tema dell’interoperabilità è stato aggiunto recentemente un importante tassello. AgID, Agenzia per l’Italia digitale, ha infatti pubblicato una circolare, la n. 3 del 2 settembre 2019, in attuazione del Decreto Ministero Economia e Finanze (MEF) 4 agosto 2017 e successive modifiche.
La circolare prevede un punto unico di accesso al fascicolo sanitario elettronico attraverso il portale nazionale. I cittadini, autenticandosi con SPID, potranno così consultare la propria storia sanitaria in qualsiasi momento e da ogni parte del mondo.
Con la circolare, AgID ha definito le specifiche tecniche alle quali le Regioni dovranno uniformarsi per dialogare con l’infrastruttura centrale e permettere ai cittadini di accedere ai propri FSE ovunque si trovino. L’entrata in funzione della nuova modalità di accesso unica avviene una volta conclusa la fase di test da parte delle Regioni, iniziata questo mese con il supporto operativo dell’Agenzia.
Cosa cambierà esattamente con la piena applicazione della nuova circolare?
Il portale nazionale garantirà un accesso centralizzato ai fascicoli sanitari regionali e ciò comporterà un superamento dell’attuale frammentazione e la possibilità per il cittadino di consultare il proprio FSE anche in caso di trasferimento.
Ad oggi il cittadino può consultare il proprio fascicolo esclusivamente dal punto di accesso della propria regione e, se si trasferisse, potrebbe trovarsi in difficoltà o nell’impossibilità di accedere al fascicolo, ove non avesse dichiarato formalmente il cambio di residenza o si fosse trasferito in uno stato estero.
Nel prossimo futuro il sistema nazionale FSE (fascicolo sanitario elettronico) permetterà una continuità di servizio, secondo una logica once only, principio fondamentale dell’ultimo Piano triennale per l’Informatica nella PA, in base al quale le informazioni ai cittadini andrebbero richieste una volta sola.
Attualmente il fascicolo elettronico può raccogliere una serie di documenti sanitari, tra i quali il profilo sanitario del paziente, i referti medici, i verbali di pronto soccorso, le lettere di dimissione, i dossier farmaceutici e il consenso o diniego alla donazione degli organi e tessuti. A tali documenti, in alcune Regioni, se ne vanno aggiungendo altri, come ad esempio la raccolta dei bilanci di salute, i programmi di assistenza domiciliare, i piani diagnostico terapeutici, i certificati medici, le vaccinazioni ed altri ancora. Affinché l’offerta di servizi s’incrementi, è necessario che le strutture sanitarie completino il processo di alimentazione del fascicolo coerentemente agli standard definiti a livello nazionale e che i cittadini diano il proprio consenso all’attivazione dello stesso.
La circolare emanata a settembre da AgID s’inserisce nel quadro del percorso già avviato, insieme ad altri attori istituzionali come il MEF, il Ministero della Salute e le Regioni, per favorire un’evoluzione del fascicolo sanitario elettronico come punto di accesso unico delle informazioni cliniche del cittadino.
L’obiettivo, in prospettiva, è quello di trasformare il fascicolo nello strumento cardine per abilitare nuovi percorsi di cura e prevenzione personalizzati, soprattutto per i malati cronici e gli anziani, anche con l’utilizzo di strumenti di telemedicina.