Il 2020 era atteso come un anno di svolta per le tecnologie: un nuovo decennio, con nuovi inizi e nuove opportunità.
Contro ogni aspettativa, però, l’anno è iniziato con l’emergenza Covid-19 e il suo impatto senza precedenti su sanità, lavoro ed economie globali. Ma, oltre all’evolvere dell’emergenza sanitaria, questi mesi sono anche stati anche testimoni della crescita esponenziale di attacchi informatici fraudolenti, aumentati nelle scorse settimane dal 200% al 400%, a seconda del settore.
Infatti, approfittando di eventuali falle di sicurezza durante la pandemia, i cyber criminali stanno mettendo in atto tentativi sempre più sofisticati per accedere a dati e informazioni sensibili degli utenti, come ad esempio social engineering, email phishing e creazione di siti web fasulli.
In questo scenario complesso e nell’ottica di fare chiarezza sulle potenziali minacce attuali e future legate alla continua evoluzione e sofisticazione degli attacchi fraudolenti, Nuance Communications, specialista nelle innovazioni di intelligenza artificiale conversazionale, ha analizzato i limiti dei metodi di autenticazione tradizionale – PIN e password – mettendoli a confronto con i possibili benefici derivanti dall’implementazione della tecnologia biometrica nella lotta alle frodi informatiche.
La vulnerabilità dell’autenticazione tradizionale
La continua evoluzione delle tecnologie e delle minacce informatiche ha messo a rischio i tradizionali metodi di accesso basati su password e informazioni personali per autenticare l’identità online. Nei momenti più difficili – come quello dell’attuale emergenza sanitaria – gli hacker prendono di mira i clienti più vulnerabili per carpirne le informazioni sensibili tramite email, SMS o anche di persona. In assenza di un sofisticato sistema di protezione in grado di identificare l’attività fraudolenta, i malintenzionati possono facilmente utilizzare tali dati per accedere a fondi o account privati. Nemmeno le OTP (One Time Password) inviate tramite SMS sono efficaci per scongiurare un attacco: se un truffatore informatico è già in possesso di sufficienti informazioni su una potenziale vittima, sarà anche a conoscenza dei dati necessari per appropriarsi del suo account telefonico e intercettare eventuali SMS che gli vengono inviati.
Basti pensare che, solo lo scorso anno, gli attacchi fraudolenti sono costati all’economia globale 5 bilioni di dollari. Anche uno studio condotto da Nuance a livello globale relativamente allo stesso periodo ha confermato che il 24% degli utenti è stato vittima di frode durante i dodici mesi precedenti, con una perdita media di 2.000 dollari a causa di password inefficaci. Considerando il volume di attività fraudolenta legata al coronavirus, tali numeri sono destinati a crescere. Le perdite economiche non colpiranno solo i clienti o gli enti assicurativi, ma anche le aziende stesse: il 62% dei consumatori, infatti, dichiara di essere pronto a cambiare fornitore di servizi se dovesse subire una truffa attraverso il suo utilizzo.
La biometria per migliorare la sicurezza informatica
Ad oggi la biometria rappresenta l’evoluzione più prossima all’autenticazione digitale per permettere alle aziende di prevenire le frodi informatiche e garantire la sicurezza dei propri clienti e dipendenti. Questa tecnologia, infatti, rappresenta un’alternativa più sicura ed efficace rispetto all’utilizzo di password e PIN in quanto non è suscettibile di manomissioni alla stregua dei metodi di sicurezza knowledge-based.
Le voci umane, infatti, sono uniche come le impronte digitali: grazie a sofisticati algoritmi che analizzano oltre 1.000 caratteristiche del parlato proprie di ciascun individuo, la biometria vocale utilizza la voce di un utente non solo per validarne l’identità ma anche per proteggerlo dagli attacchi hacker.
Un ulteriore livello di protezione è rappresentato dalla biometria comportamentale, una tecnologia che misura l’interazione degli utenti con il dispositivo in uso – il modo in cui digitano i caratteri, toccano lo schermo, fanno scorrere le dita e persino il modo in cui lo tengono in mano – per identificare se sono effettivamente chi sostengono di essere. Utilizzata insieme ad altre tecnologie, quali autenticazione multifattoriale, crittografia end-to-end e infrastruttura a chiave pubblica, la biometria rappresenta un potente scudo antifrode a disposizione delle aziende.
Apprese le comprovate funzionalità della biometria nel prevenire e contrastare le frodi il 36% dei consumatori si dice favorevole a interfacciarsi con aziende che offrono la biometria e il 25% auspica un più diffuso utilizzo di tale tecnologia.
“Lo scenario attuale, caratterizzato da incertezze ed equilibri precari, ha visto le aziende impegnate a prendere provvedimenti straordinari per re-mobilitare la propria forza lavoro, rivedere i modelli di business e pensare a soluzioni innovative per proteggere i clienti dalle frodi informatiche. La biometria potrebbe assumere un ruolo di crescente importanza, di pari passo con il numero crescente di richieste destinate ai ai Contact Centre, nonché in linea con il bisogno dei clienti di sentirsi rassicurati e usufruire di servizi chiave. Gli agenti confinati a casa in smart working ed eventuali lacune nell’assistenza tecnica rischiano di influire negativamente sulla fornitura di servizi. Grazie alla biometria, l’agente del Contact Centre può gestire l’autenticazione concentrandosi sull’effettivo compito da svolgere, ovvero il servizio clienti” ha dichiarato Brett Beranek, VP and GM, security and biometrics, Nuance. “In questo contesto l’innovazione potrebbe quindi fornire un contributo chiave. È importante che le aziende comprendano le esigenze e le problematiche dei clienti digitali e investano in tecnologie di autenticazione biometrica che garantiscano quella sicurezza e velocità che i clienti si aspettano tanto più in un momento di emergenza, migliorando così l’esperienza complessiva e mantenendo contestualmente il proprio vantaggio competitivo.”