di Giancarlo De Leo – Consulente in Editoria Medico-Scientifica e Sanità Digitale, Socio e Segretario dell’Osservatorio Sanità Digitale dell’Associazione Italian Digital Revolution (AIDR)
Nell’attuale emergenza pandemica i cambiamenti economico-sociali derivanti dalla globalizzazione, la popolazione sempre più anziana e il conseguente incremento delle malattie croniche ha reso necessario modificare e adattare i modelli di cura. Il costo dell’assistenza sanitaria tradizionale è diventato sempre di più insostenibile e riuscire a far ricorso a misure che riescano a contenere i costi senza pregiudicare il livello di assistenza è diventato assolutamente prioritario. Nel Sistema Sanitario Nazionale la crescente diffusione delle Tecnologie dell’Informazione e Comunicazione, assurte ad un ruolo pervasivo e strategico, in grado di modificare profondamente le attività economiche delle imprese e il comportamento dei cittadini nei confronti dell’utilizzo consapevole degli strumenti digitali, ha richiesto il superamento di ostacoli strutturali e culturali.
Durante i mesi più impegnativi del CoViD-19 la necessità ha portato a riscoprire anche in Italia il lavoro agile e un notevole aiuto è arrivato dalla Telemedicina (una modalità di erogazione di servizi di assistenza sanitaria tramite il ricorso a tecnologie innovative che porta direttamente a casa del paziente il servizio del medico, senza che questo si allontani dal suo studio e senza che il paziente stesso sia costretto a muoversi), che ha permesso tra le altre cose di supportare i pazienti cronici, di sveltire gli incontri tecnici e burocratici e di salvare vite umane.
Le applicazioni della Telemedicina (come ad es. l’APP ASL ROMA 3 COVID 19) già da tempo giocano un ruolo importante nei processi di cura e hanno reso possibile curare, studiare e monitorare i pazienti a domicilio nel decorso della loro malattia (continuità assistenziale tra ospedale e territorio).
È doveroso precisare che l’utilizzo di strumenti tecnologici per il trattamento di informazioni sanitarie o la condivisione online di dati e/o informazioni sanitarie non costituisce di per sé un servizio di Telemedicina, come la posta elettronica, i social network e i forum sulla salute.
Ma i dati prodotti dai pazienti nella gestione pro-attiva della propria salute (Patient Empowerment), attraverso le applicazioni di monitoraggio, medicina narrativa e informazione, sempre più numerose e diffuse sugli smartphone, costituiscono un patrimonio inestimabile, al quale potrebbero attingere le istituzioni e le aziende farmaceutiche per migliorare i percorsi di cura e la qualità dei servizi sanitari.
La virtualizzazione delle cure e delle terapie, sempre di più digitali (Digital Therapeutics), potrebbe essere l’unica soluzione possibile al problema.
Bisogna incentivare il passaggio, per quanto possibile, dall’attuale e dispendioso sistema che pone l’ospedale al centro ad un modello di assistenza distribuito sul territorio e incentrato sul paziente (sempre più esperto e digitale).
Quindi è importante che da questa situazione straordinaria il Sistema Sanitario Nazionale prenda una volta per tutte in seria considerazione l’adozione della Telemedicina identificando concretamente i vantaggi e ponendo attenzione alla formazione del personale, dando importanza alla protezione e alla sicurezza dei dati.
Pertanto, utilizzando al meglio le risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (il programma di investimenti che l’Italia deve presentare alla Commissione europea nell’ambito del Next Generation EU, lo strumento per rispondere alla crisi pandemica provocata dal Covid-19), diventa urgente e non più rimandabile che venga realizzato un “Piano Nazionale di Formazione sulla Salute Digitale”, che preveda corsi di ehealth literacy per i pazienti e l’assessment, la formazione e la certificazione delle competenze digitali di tutto il personale che opera in Sanità (manageriale, clinico, sanitario, tecnico ed amministrativo) e degli studenti delle facoltà medico-scientifiche.
La tecnologia applicata alla salute deve essere a supporto dei professionisti sanitari e dei cittadini per la sostenibilità e la rinascita del Paese.
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