L’applicazione dell’AI in Gastroenterologia è senza dubbio tra gli strumenti più interessanti degli ultimi anni. Si tratta di software che, grazie al continuo apprendimento, sono in grado di rendere l’esame endoscopico sia del tratto digestivo inferiore (colonscopia) che di quello superiore (esofagogastroduodenoscopia) sempre più accurato, segnalando al gastroenterologo la presenza di tumori o lesioni vascolari che, per differenti motivi, possono altrimenti non essere sempre visualizzati anche da operatori esperti.
“La maggiore precisione delle indagini portata dall’AI in Gastroenterologia – spiega Marco Soncini, Presidente AIGO e direttore dipartimento scienze mediche ASST Lecco – permette al medico una diagnosi più accurata e anche di caratterizzare le lesioni, consentendogli così di identificare subito quelle meritevoli di analisi dopo la loro asportazione. In studi preliminari di videoendoscopia capsulare, – prosegue – l’intelligenza artificiale consente, per esempio, una lettura non solo accurata ma anche più rapida dei filmati che studiano il piccolo intestino, ricercando in questo lungo tratto di circa 6,5 metri la presenza di tumori, ulcere, lesioni vascolari che possono essere responsabili di un sanguinamento altrimenti non documentabile con la gastroscopia e colonscopia. Per il paziente che si sottopone all’esame diagnostico non vi è alcuna differenza rispetto a una classica colonscopia. Cambia invece molto per il medico, che riceve anche alert, sia visivi che sonori, sulla presenza di lesioni difficilmente diagnosticabili, senza una strumentazione specifica”.
Il tema è di estrema importanza poiché rilevare nel corso di una colonscopia un numero superiore di lesioni, consente di ridurre il rischio di un cancro del colon. Recenti studi effettuati nel 2020 (su 4354 pazienti) hanno dimostrato un incremento dei rilevamenti di polipi e lesioni tra il 44 e il 70%, confermando pertanto l’importanza dell’incorporazione dell’intelligenza artificiale nella diagnostica.
“Gli esami – ribadisce però il Presidente AIGO – dovranno essere eseguiti sempre con estrema attenzione e con il miglior grado possibile di pulizia intestinale e condotti con endoscopi aggiornati di alta definizione come quando si esegue una colonscopia nel corso di uno screening del colon, ma saranno sempre più focalizzati e precisi nei responsi. Pur non potendo comunque, nè oggi nè in futuro, sostituirsi al medico e ad una buona preparazione del tubo digerente esaminato, certamente nel prossimo futuro l’intelligenza artificiale potrà costituire uno strumento costantemente presente in tutte le piattaforme endoscopiche delle gastroenterologie italiane per agevolare e affinare il lavoro del clinico”.
Resta aperto il problema poi della sostenibilità dei costi di queste pratiche e, soprattutto, di una sempre più accurata e costante formazione degli operatori.
“L’innovazione tecnologica riveste sicuramente un grande interesse per i Gastroenterologi italiani, – conclude quindi il Presidente dell’AIGO – tuttavia per rendere più efficaci e sostenibili le cure delle malattie dell’apparato digerente occorre proseguire con progetti formativi che coinvolgano sia gli specialisti che i medici delle cure primarie. Questo, per migliorare una appropriatezza che in endoscopia digestiva non appare così evidente in almeno un quarto dei 2,5 milioni di gastroscopie e colonscopie effettuate ogni anno in Italia”.
Al momento le nuove tecnologie di AI in Gastroenterologia sono utilizzate in maniera sperimentale in alcune strutture ospedaliere italiane: AIGO auspica una diffusione sempre più importante in tutta la penisola per migliorare l’appropriatezza delle cure e agevolare il benessere del paziente.