Nel campo della cardiologia degli ultimi decenni, il mutamento del quadro epidemiologico a favore delle malattie cronico-degenerative e l’invecchiamento della popolazione hanno determinato un’evoluzione dei bisogni di salute; i progressi della tele-cardiologia e le scelte organizzative, così come dettate nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, tendono a favorire la assistenza domiciliare, soprattutto in costanza di patologie quali lo scompenso cardiaco. Per fare questo è indispensabile garantire momenti di formazione sul tema: di Cardiologia Digitale, innovazioni ed esperienza pandemica se ne è parlato al primo congresso internazionale ‘San Camillo Cuore’ – tenutosi in forma ibrida (in presenza e da remoto) così da ampliare il più possibile la platea dei discenti – con gli interventi degli esperti del Dipartimento Toraco-Cardio-Vascolare dell’Azienda Ospedaliera San Camillo Forlanini, punto di eccellenza e riferimento della cardiochirurgia per il territorio nazionale e non solo.
Di particolare interesse è stata la puntualizzazione – da parte del Prof. Gianfranco Gensini e il Prof. Francesco Romeo, insieme al Prof Francesco Gabbrielli responsabile del settore Cardiologia Digitale per l’ISS – sul monitoraggio da remoto dei dispositivi impiantabili, con focalizzazione sullo scompenso cardiaco: esistono infatti dei dispositivi elettrici che sono in grado di trasmettere dati essenziali come informazione sull’andamento del compenso, quali peso, diuresi, altri parametri vitali e, ad esempio, stato di congestione, nonché informazioni sul ritmo cardiaco. Questo consente di intervenire precocemente in caso di problemi e di ridurre il rischio di ospedalizzazione, mantenendo le condizioni di stabilità e migliorando la qualità di vita e la prognosi dei pazienti.
Il futuro vedrà sempre più lo sviluppo di queste modalità di assistenza e monitoraggio, ma serve ovviamente dedicare risorse economiche, umane e di infrastrutture per cogliere tutti i possibili vantaggi che queste evoluzioni tecnologiche possono consentire. “Un punto focale è la possibilità di mantenere a domicilio il più possibile i pazienti, garantendone la sicurezza e di creare uno storico di dati personali relativi alla malattia, che consenta una più facile interpretazioni delle varie fasi e che possa migliorare l’outcome dei pazienti” ha evidenziato il Prof. Domenico Gabrielli, Direttore della UOC di Cardiologia e presidente del congresso assieme al Prof. Francesco Musumeci, Direttore del Dipartimento promotore del Convegno e Direttore della UOC di Cardiochirurgia.
“San Camillo Cuore nasce per favorire un momento di aggregazione della realtà cardiologica romana e laziale – ha commentato Musumeci. È stato creato, con questo primo appuntamento congressuale, un contesto all’interno del quale si può discutere e convenire strategie cliniche sul trattamento dei pazienti, guardando al futuro. L’innovazione tecnologica ha un ruolo centrale nel progresso della cardiologia per garantire ai pazienti soluzioni sempre più nuove per il trattamento delle diverse patologie vascolari”.
Un aspetto fondamentale è cercare di comprendere il futuro della cardiologia in relazione ai quali saranno i cambiamenti epidemiologici, indirizzando le scelte cliniche e organizzative. “Non si può non mettere in risalto il progressivo incremento dell’età media della popolazione – continua Musumeci. Da qui alla fine del nostro secolo, nel mondo la popolazione supererà i 10 miliardi e ci sarà un aumento importante di quella che sarà l’età media della popolazione, con sempre più persone ultra ottantenni e ultra centenarie. Questo è un aspetto molto importante che deve essere recepito al fine di poterci riassettare, guardando a quelle tecnologie che più ci aiuteranno ad affrontare i problemi di questi pazienti e, soprattutto, creando quel contesto assistenziale che garantirà a questi pazienti un adeguato supporto”.
Nel corso del Congresso – patrocinato tra gli altri da ANMCO Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri – sono stati illustrati i vari documenti italiani, europei e internazionali che hanno provato a sistematizzare l’argomento e a consentire il monitoraggio, dando le regole minime per garantire una adeguata sicurezza per i pazienti e gli operatori. Alcune esperienze cliniche significative sono state evidenziate ed è stato rilevato come la pandemia da COVID abbia dato una spinta allo sviluppo della medicina digitale, ponendo allo stesso tempo l’accento sulla necessità di una maggiore informazione per i pazienti e i caregiver, nonché per gli stessi operatori; fondamentale è anche la regolarizzazione burocratica del tutto, anche ai fini della necessaria riduzione del rischio professionale dettata da profili di responsabilità ancora in parte inesplorati.
“L’azienda ospedaliera San Camillo Forlanini vuole ricostruire processi di appropriatezza, di accuratezza e di rigore clinico ma anche una grande sensibilità di accoglienza. Siamo sicuri che ci sono tutte le condizioni per rilanciare una grande partita – ha dichiarato il Dott. Narciso Mostarda, Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera San Camillo-Forlanini che ha accolto il progetto formativo con entusiasmo. Il Covid ci ha costretto in difesa per tanto tempo ma sappiamo come rilanciare la partita, tutti i professionisti sanno cosa fare e questo primo evento ‘San Camillo Cuore’ può davvero significare l’inizio di un percorso, fosse anche un grande progetto di conferenze diffuse che possano durare tutto l’anno”.