Il dolore cronico al ginocchio è causato, tipicamente, dall’artrosi. Una patologia che, in realtà, è conseguenza di diverse situazioni. La più diffusa, ovviamente, è l’artrosi senile, dovuta all’età avanzata del paziente. Ma non mancano problematiche dovute all’artrite reumatoide (una malattia infiammatoria), o alle conseguenze di un trauma o di quello che viene comunemente definito infarto dell’osso).
Indipendentemente dalla cause, come viene spiegato sul sito dell’Istituto Ortopedico Rizzoli, la scelta di sottoporsi ad un intervento chirurgico di protesi del ginocchio deve prendere in considerazioni numero variabili, poiché “non esiste un’età assoluta o limitazioni di peso per la chirurgia protesica del ginocchio, anche se è bene ricordare che questi impianti non durano in eterno (in media 15 anni) e che il peso eccessivo del vostro corpo può essere la causa di una minore longevità della vostra protesi. Quando una protesi fallisce perché si è usurata, dovrà essere sostituita; questo intervento detto di revisione della protesi di ginocchio è un intervento più complesso e più rischioso rispetto all’intervento di primo impianto”.
In generale, spiegano gli esperti dell’Istituto, “La maggior parte dei pazienti che si sottopongono a protesi totale del ginocchio è di età compresa tra i 50 a gli 80 anni, ma i chirurghi ortopedici valutano i pazienti individualmente. Le protesi di ginocchio sono eseguite con successo a tutte le età, dal giovane adolescente con artrite giovanile al paziente anziano con artrosi degenerativa.
Più del 90 % delle persone sottoposte a protesi del ginocchio hanno sperimentato una notevole riduzione del dolore del ginocchio e un significativo miglioramento della capacità di eseguire attività comuni della vita quotidiana. Ma la protesi del ginocchio non vi permetterà di fare di più di quanto facevate prima di iniziare a soffrire di artrosi”.
Un aiuto dalla tecnologia
Proprio nell’ambito degli interventi di protesi, anche la tecnologia elettronica sta sempre più supportando l’attività dei medici con nuove soluzioni in grado di valutare con estrema precisione gli sforzi cui sono sottoposte le protesi stesse. Un esempio emblematico è fornito da Metior, l’azienda specializzata nella progettazione e realizzazione di celle di carico, che ha lanciato sul mercato il proprio modello Metior FDC-N. Gli ingegneri interni, sfruttando l’esperienza maturata in trent’anni di progettazione e realizzazione di celle di carico indirizzate ai settori più svariati, hanno infatti creato una cella di carico biocompatibile e in grado di misurare il carico su tre diversi assi. La soluzione, grazie alle sue dimensioni compatte, viene utilizzata proprio per valutare, con estrema precisione, tutti gli sforzi cui è sottoposta l’articolazione di un ginocchio, consentendo ai medici e agli ingegneri biomedici di creare protesi sempre più performanti, grazie alle quali i pazienti possono riprendere una vita pressoché normale.
É questo un esempio emblematico di come le competenze specifiche, sviluppate in ambiti industriali, vengano sempre più spesso messe a disposizione della medicina.