Un sofisticato sistema che consente di “vedere” come funziona il cervello, non solo come è fatto, quando una persona svolge attività come parlare, ascoltare, guardare. E “vedere” il funzionamento del cervello offre opportunità mai esplorate prima alla diagnostica, alla neurochirurgia, alla ricerca. E’ il cuore della nuova Risonanza magnetica 3.0 Tesla presentata questa mattina in aula “Edi Maiavacchi” dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma e inaugurata nei locali di Neuroscienze che la ospitano. A raccontare l’importanza della 3Tesla per la conoscenza del cervello il neuroscienziato Giacomo Rizzolatti, che ha vissuto la storia del Centro dalle origini, con il direttore generale dell’Azienda sanitaria Massimo Fabi, il rettore dell’Università Paolo Andrei, il presidente di Fondazione Cariparma Franco Magnani e la direttrice del Dipartimento Diagnostico Nunziata D’Abbiero con i clinici e i ricercatori che la utilizzeranno, e già la stanno utilizzando, per diagnosi e ricerca.
Un ruolo fondamentale per arrivare a questo risultato lo ha svolto Fondazione Cariparma che ha finanziato per 1 milione e 600mila euro (su un costo complessivo di 2 milioni e 344mila euro) l’acquisizione dell’aggiornamento tecnologico della Risonanza Magnetica 3Tesla, garantendo un sostegno di altissimo livello a servizio dell’intera rete dei servizi sanitari di Parma e provincia e dello sviluppo della conoscenza dell’ancora misterioso cervello umano.
“Questo taglio del nastro dimostra la volontà di questa Azienda di investire per mettere a disposizione di professionisti e pazienti le migliori tecnologie. Un obiettivo raggiunto grazie al sostegno di Fondazione Cariparma – ha dichiarato Massimo Fabi che ha sottolineato l’elevata integrazione tra Azienda Ospedaliero-Universitaria e Università “come emerge dalle linee di ricerca che questa apparecchiatura consente. Ricerca che rafforza nuove opportunità di diagnosi e di cura”.
“Questa apparecchiatura di assoluta avanguardia – commenta il Rettore Paolo Andrei – è la testimonianza del fondamentale contributo che la scienza e la tecnologia possono fornire non solo per la ricerca, quindi per l’avanzamento delle conoscenze, ma anche per la diagnosi e l’assistenza ai e alle pazienti. Si tratta di un’acquisizione di grande rilievo, che arricchisce notevolmente la nostra dotazione clinica e di ricerca. Dobbiamo davvero ringraziare di cuore la Fondazione Cariparma, che anche questa volta, con la consueta sensibilità e attenzione, ha dimostrato tutta la sua vicinanza alla nostra comunità”.
“La dotazione all’Ospedale di Parma di una sofisticata apparecchiatura quale la nuova risonanza magnetica è un importante risultato – spiega Franco Magnani, Presidente di Fondazione Cariparma – una dotazione all’avanguardia in grado di offrire un salto di qualità all’attività diagnostica e di ricerca. Per tale motivo la Fondazione ha immediatamente aderito al progetto di acquisizione di questo nuovo sistema, proseguendo sia nell’opera di promozione della salute pubblica e di sostegno al servizio sanitario, sia nel sostenere la ricerca scientifica di alto profilo al fine di accrescere le competenze e di generare innovazione e sviluppo.”
Le nuove frontiere della ricerca e le nuove opportunità diagnostiche sono state spiegate dal dottor Giuseppe Di Cesare, dalla direttrice della Fisica Sanitaria Caterina Ghetti e da Davide Cerasti della struttura di Neuroradiologia diretta da Roberto Menozzi.
L’apparecchiatura, sfruttando un forte campo magnetico, delle radiofrequenze ed anche l’intelligenza artificiale, consente di ottenere immagini che mostrano la configurazione morfologica ma soprattutto la funzionalità del cervello in tempo reale, aiutando clinici e ricercatori a sondarne i complessi meccanismi ed interazioni oltre che a studiarne le patologie. Grazie ad una serie di device di ultima generazione il sistema che governa la nuova RM 3T consente di “accendere” le aree chiamate eloquenti, ovvero le zone che governano funzioni fondamentali come la parola, la vista, l’udito restituendo un’immagine che disegna tali zone. Una mappa sofisticata che può guidare la mano del neurochirurgo preservando quanto più possibile le zone eloquenti e quindi le funzionalità cerebrali dei pazienti. Oltre ad offrire un’ulteriore possibilità per terapie che consentano il recupero di funzionalità perdute. Inoltre le alte prestazioni e l’intelligenza artificiale garantiscono un’immagine ad alta definizione in tempi ridotti dell’esecuzione dell’esame ed un maggior confort per il paziente grazie a bobine leggerissime, un tunnel più grande e un rumore più contenuto.