Il Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR), che opera per proteggere e assistere le vittime di conflitti armati e altre forme di violenza in tutto il mondo, ha scelto le soluzioni di VMware per proteggere i considerevoli volumi di dati che l’organizzazione raccoglie nelle aree di crisi. In particolare, il CICR ha scelto VMware NSX Data Center per offrire una rete sicura dalla propria sede centrale in Svizzera ai dipendenti dislocati nelle zone in cui il CICR opera.
Attualmente, in tutto il mondo, sono in corso 32 conflitti armati e il numero di disastri naturali non fa che aumentare. Milioni di persone sono interessate da queste guerre e uno dei compiti più importanti del Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) è portare loro gli aiuti umanitari di cui hanno urgente bisogno. L’organizzazione umanitaria ha inoltre il compito di salvaguardare la vita e la salute della popolazione e tutelare la dignità umana.
Un sistema IT efficiente, che integri le tecnologie più innovative, è indispensabile per il lavoro del CICR: personale e volontari in tutto il mondo devono essere in grado di comunicare tra loro in modo rapido e semplice, facendo affidamento su un collegamento globale e sicuro. Le soluzioni tecnologiche di VMware contribuiscono in modo determinante a proteggere le operazioni della più grande rete umanitaria a livello mondiale e a facilitare le comunicazioni.
Deployment dei server facile e rapido grazie a VMware vSphere
Il personale e i volontari CICR sono dislocati su tutto il territorio mondiale e devono rimanere in stretto collegamento con la sede centrale di Ginevra. Spesso manca loro il supporto in loco per questo scopo.
Grazie alla virtualizzazione del data center mediante VMware vSphere, il CICR è in grado di distribuire in modo veloce e affidabile nuovi servizi in tutto il mondo nel rispetto della complessità della propria infrastruttura, che prevede sedi distaccate e campi in diversi paesi. Il CIRC dispone attualmente di oltre 1.500 macchine virtuali nel data center di Ginevra.
La sicurezza è uno degli aspetti cruciali della virtualizzazione del data center: per questo motivo Il CICR ha scelto di adottare NSX, che permette di microsegmentare le farm di dati cruciali nei loro data center.
Il trasferimento dei dati può fare la differenza tra la vita e la morte
La sicurezza dei dati è un altro fattore chiave per le aree di crisi. Grazie alle informazioni raccolte, il CICR ha un quadro più chiaro della situazione e delle esigenze della popolazione locale, soprattutto se la situazione è talmente pericolosa da sconsigliare la presenza di personale CICR in loco. Grazie alla raccolta dei dati, l’organizzazione è in grado di coprire un’altra importante area di attività: i dati permettono infatti di riunire le famiglie e individuare le persone scomparse.
“Il CICR gestisce grandi quantità di dati che risiedono in ambienti altamente insicuri e la cattiva gestione di tali dati potrebbe mettere a rischio proprio le persone che stiamo cercando di aiutare, esponendole a pericolose ripercussioni. Dobbiamo quindi investire in tecnologie che tutelino la privacy, la crittografia e l’anonimato. Lavoriamo con VMware da oltre un decennio e insieme abbiamo costruito un’infrastruttura affidabile a sostegno delle nostre operations globali, cercando al contempo di garantire la protezione dei nostri dati”, ha dichiarato Charlotte Lindsey-Curtet, Director of Digital Transformation and Data del CICR.
Per evitare di mettere inutilmente in pericolo delle vite umane, il CICR ha quindi bisogno di una rete assolutamente sicura e ha trovato una soluzione al problema nella piattaforma di virtualizzazione della rete VMware NSX Data Center. La piattaforma è stata integrata nell’ambiente CIRC nel 2017, grazie alla collaborazione di lunga data tra VMware e il CICR e consente al CICR di proseguire il proprio lavoro.
“In quanto organizzazione umanitaria, siamo investiti di una grande responsabilità. Raccogliamo i dati esclusivamente per motivi di assistenza e una perdita di dati rappresenterebbe un danno incalcolabile per la reputazione della Croce Rossa” ha continuato Charlotte Lindsey-Curtet.