Salvaguardare l’autenticità dei prodotti e la loro integrità, così come tutelare il marchio – che si tratti di beni di lusso o di consumo, di eccellenze agroalimentari o di medicinali – sta diventando sempre più un’emergenza. L’aumento esponenziale del ricorso all’e-commerce, anche nel pharma, spinto dalla pandemia a volumi fino a poco fa inimmaginabili nel nostro Paese e destinato a crescere ancora con gli acquisti di Natale, ha infatti moltiplicato anche il rischio di truffe, mettendo in pericolo non solo il portafoglio dei consumatori, ma anche la loro salute.
Accanto agli abiti firmati, ai vini di pregio, agli oggetti hi tech, anche i farmaci infatti hanno bisogno di essere protetti dalla contraffazione e controllati in tutti i passaggi della filiera: in particolare i vaccini anti-Covid, che nei prossimi mesi dovrebbero finalmente essere prodotti e immessi sul mercato.
Come difendersi dunque da un fenomeno che rappresenta sia un danno che un rischio per i consumatori? Una prima barriera semplice ma efficace contro la contraffazione e la manomissione delle confezioni nel pharma è rappresentata da carte e film di sicurezza per la protezione del brand come quelle realizzate dal Gruppo Fedrigoni, tra i principali operatori al mondo nella produzione di carte speciali per editoria, grafica, packaging ed etichette autoadesive ma anche all’avanguardia nelle misure anti-contraffazione come fili di sicurezza, bande e patch olografici, accorgimenti simili a quelli che vengono utilizzati nella realizzazione di banconote.
“Il problema – spiega Micaela Di Trana, Marketing Director Paper&Security del Gruppo Fedrigoni – non risiede solo nel fatto che il prodotto venga sostituito, adulterato o falsificato, dunque che il consumatore paghi come autentica una merce contraffatta, ma anche che articoli a tutti gli effetti originali vengano deviati verso i cosiddetti ‘mercati grigi’ ed escano dalla catena di distribuzione corretta, causando un grave danno al brand. Fedrigoni può mettere al servizio della tutela dei consumatori e dei marchi la pluriennale competenza tecnica della sua divisione ‘security’, tra le poche autorizzate a produrre banconote in moltissime valute, anche le più sofisticate e con il più alto contenuto di sicurezza come l’euro”.
Anche in ambito pharma, la gamma di soluzioni possibili è molto ampia: sul fronte degli autoadesivi, si va dai sigilli di garanzia che lasciano un segno indelebile quando vengono rimossi e non si possono più riposizionare, a quelli che si rompono irrimediabilmente oppure danneggiano anche la confezione, mostrando chiaramente il tentativo di manomissione. Diverse caratteristiche di carte e cartoncini possono contribuire a creare astucci, shopping bag e certificati di autenticità non replicabili al di fuori della cartiera, ad esempio aggiungendo nell’impasto coloranti, fibre e altri elementi visibili a occhio nudo o mediante appositi dispositivi, oppure trattamenti superficiali con reagenti, inchiostri, goffrature e filigrane che non ne influenzano la riciclabilità.
A protezione del marchio corrono in aiuto anche i materiali olografici personalizzati e i fili di sicurezza, con dettagli nascosti visibili solo a chi li conosce o attraverso specifiche tecnologie, in modo che i falsari non possano copiarli, oppure le etichette identificative numerate, che garantiscono la tracciabilità e la produzione limitata di un prodotto ed evitano che venga venduto attraverso canali non autorizzati.
Che la contraffazione sia un danno per l’economia – e per quella italiana in particolare, vittima dell’”italian sound”, cioè della vendita all’estero di prodotti che “suonano” come italiani senza esserlo affatto – lo dicono i numeri: l’OECD (Organization for Economic Cooperation and Development) ha stimato che nel solo 2018 l’immissione sul mercato di merce contraffatta è costata ai produttori italiani di cibo e bevande ben 4,2 miliardi di euro di vendite perse, 2,7 miliardi (il 7% del fatturato) solo di vino. Nel mondo, si parla di 460 miliardi di dollari di perdita all’anno. A venire falsificati oggi non sono più solo i beni di lusso, come abiti firmati, orologi, gioielli, cibi e vini gourmet, alta tecnologia, cosmetici e profumi griffati, ma anche articoli di consumo, giocattoli, parti di ricambio hi tech di veicoli. E il fenomeno tocca anche il mercato pharma con i medicinali.