La fibrillazione atriale è un disturbo del ritmo cardiaco in cui il cuore accelera in modo irregolare, con sintomi come palpitazioni e mancanza di respiro. Questa aritmia aumenta il rischio di insufficienza cardiaca e può provocare la formazione di coaguli di sangue che, una volta entrati in circolo, impediscono il corretto passaggio del sangue, portando a loro volta a trombosi o ictus.
La Cardiologia dell’Ospedale Policlinico San Martino si è così recentemente dotata di un nuovo e innovativo software che permette, durante gli interventi di ablazione della fibrillazione atriale (un intervento chirurgico mini-invasivo), di eseguire una ricostruzione in 3D dettagliata del cuore e di visualizzare, in tempo reale, la sua attività, consentendo una migliore ed estremamente precisa identificazione delle diverse aree responsabili della produzione di aritmie.
“L’ablazione permette di eliminare quelle aree cardiache anomale che generano l’aritmia, riportando il battito cardiaco alla normalità – dichiara Paolo Sartori, cardiologo elettrofisiologo senior – la Cardiologia del San Martino è fra i primi centri in Italia ad utilizzare una nuova tecnologia di mappaggio tridimensionale che facilita e rende più efficace l’ablazione della fibrillazione atriale. Si tratta in sostanza di una ricostruzione computerizzata dell’anatomia del cuore che permette di creare mappe accurate, precise e ricostruite molto velocemente, per consentire la personalizzazione del trattamento di pazienti affetti da aritmie”.
Il trattamento ablativo della fibrillazione atriale è in costante crescita negli ultimi anni grazie alla sempre maggiore efficacia e sicurezza dell’intervento e alle recenti innovazioni tecnologiche: in Europa, ogni anno, vengono eseguite più di 80.000 ablazioni di fibrillazione atriale di cui 9.000 circa in Italia. In Liguria ogni anno si eseguono circa 150 ablazioni transcatetere della fibrillazione atriale, ma la richiesta è sicuramente molto più alta.