In una survey condotta da Deloitte su 60 leader del mondo farmaceutico e dall’analisi testuale delle dichiarazioni degli investitori e nel report di Deloitte Biopharma leaders prioritize R&D, technological transformation, and global market presence emergono le priorità strategiche e le sfide da affrontare per il mondo farmaceutico.
Se è vero che il Covid-19 ha accelerato ricerca e investimenti, altrettanto importanti sono le nuove sfide che le aziende del biopharma devono tenere in considerazione e che possono avere un impatto sul loro business. Tra queste spiccano i cambiamenti negli atteggiamenti e nel comportamento dei consumatori, le minacce informatiche, nonché la rapida trasformazione di tecnologia e normative. Le aziende farmaceutiche, al centro dell’attenzione pubblica per il loro ruolo cruciale in questo momento storico, ora si trovano di fronte a grandi opportunità, ma anche a sfide complesse.
La corsa contro il tempo per debellare la pandemia da nuovo Coronavirus, infatti, ha spinto le aziende farmaceutiche di tutto il mondo alla ricerca di trattamenti e vaccini efficaci per il Covid-19, promuovendo molteplici partnership tra aziende per sviluppare un vaccino. Grandi opportunità a cui, però, si sono affiancate anche numerose sfide sia di breve che di lungo termine, come le sperimentazioni sospese per farmaci diversi da quelli per Covid-19, l’impossibilità del comparto commerciale di effettuare visite di persona, le interruzioni della catena di approvvigionamento e i ritardi generalizzati nella commercializzazione dei farmaci. Il tutto in un contesto generale in cui va tenuto conto della volatilità dell’economia globale e dell’incertezza sul tema degli approvvigionamenti futuri.
Dalle 60 interviste ai leader del mondo farmaceutico e dall’analisi testuale fatta sulle dichiarazioni degli investitori del settore, emergono quali sono le principali tematiche che, secondo il loro punto di vista, avranno il massimo impatto sulle aziende farmaceutiche nel prossimo anno.
L’80% degli intervistati si aspetta sostanziali cambiamenti nell’atteggiamento e nel comportamento dei consumatori. I consumatori stanno cambiando i loro atteggiamenti e comportamenti in molti modi: dall’aumento dell’uso della tecnologia e della volontà di condividere i dati, al loro interesse nell’utilizzo di strumenti per prendere decisioni su prescrizioni e cure.
Cruciali per il futuro del settore sono anche la gestione della cyber-security – indicata come priorità dal 70% degli intervistati – e gli avanzamenti tecnologici (68% degli intervistati). Le aziende del settore Life Science, infatti, sono spesso target di attacchi informatici a causa dei ricavi elevati, delle spese importanti in Ricerca & Sviluppo, della proprietà intellettuale sensibile, dei segreti commerciali e della dipendenza dalla tecnologia.
Più della metà degli intervistati (58%) ha citato come punto di attenzione l’adeguatezza degli investimenti in innovazione rispetto ai ritorni in termini di redditività. Secondo uno studio Deloitte i rendimenti degli investimenti in R&S sono diminuiti significativamente negli ultimi 10 anni, dal 10,1% all’1,8%. Per invertire questa tendenza è necessario un cambiamento nella produttività della R&S, alternativamente il settore rischia di non essere più attrattivo per gli investitori.
Altro nodo importante è quello delle attività regolatorie e di policy. Secondo il 58% dei leader del settore una serie di questioni politiche e normative influenzano notevolmente il ritmo con cui i farmaci arrivano sul mercato, la catena di approvvigionamento, le tasse e i prezzi finali.
Per fronteggiare queste sfide, le prime tre priorità strategiche indicate dagli stessi leader sono il rafforzamento di Ricerca & Sviluppo, l’espansione della loro presenza sul mercato globale e la trasformazione tramite la tecnologia digitale e l’IT.
Il 43% dei leader ritiene che sia necessario investire in Ricerca e Sviluppo nel prossimo anno. Un must che diventa ancora più importante (63%) in una prospettiva quinquennale.
L’espansione nel mercato globale è un altro dei pilastri strategici secondo gli intervistati (45%). Per quanto riguarda l’espansione geografica, molte multinazionali che in precedenza consideravano la Cina principalmente come una fonte di materie prime o di ricerca, ora la vedono come un mercato chiave. Altri che sono già entrati nel mercato attraverso joint venture con società cinesi e istituti di ricerca sono pronti a incrementare la loro crescita tramite licenze e acquisizioni di farmaci. Ma la Cina non è l’unica fonte di innovazione e crescita. Molte aziende si stanno concentrando anche sull’UE e in altre parti dell’economia globale.
Il 42% degli intervistati ritiene che la trasformazione digitale sarà strategica e prioritaria nei prossimi cinque anni. Il focus degli investimenti digitali per le aziende biofarmaceutiche sarà finalizzata a comprendere e adattarsi ai cambiamenti nel comportamento dei clienti (28%), migliorare l’efficienza del processo di ricerca e sviluppo (25%) e il fast-tracking dei prodotti sul mercato (15%). Il Covid-19 potrebbe aver accelerato le tendenze di investimento per le aziende farmaceutiche. Proprio a causa della pandemia, infatti, molte aziende non hanno avuto altra scelta che spostare molte delle loro operazioni in un ambiente virtuale – dai trial alle vendite, fino ad altre funzioni strategiche e operative.
«I leader del campo biofarmaceutico oggi sono sottoposti a una grande pressione, perché devono adattarsi a un ecosistema sanitario in continua evoluzione e allo stesso tempo soddisfare le aspettative della società e degli investitori. I leader dovranno puntare sempre più sugli investimenti digitali per accelerare l’innovazione nelle attività di ricerca e sviluppo, creando valore», spiega Valeria Brambilla, Life Sciences & Health Care Industry Leader. «Come emerge chiaramente dal quadro tracciato dai leader intervistati, il nostro settore è nel pieno di una grande fase trasformativa, in cui chi saprà cogliere le opportunità offerte dalle innovazioni tecnologiche e dalla globalizzazione dei mercati avrà a disposizione un vantaggio competitivo. Inoltre, come ha dimostrato questa crisi pandemica, anche i modelli di business più consolidati non sono esenti da cambiamenti e obbligano le aziende del pharma a investire e adottare modelli più evoluti e innovativi. Si tratta di sfide complesse che, per essere affrontate, richiedono ai player del biopharma un approccio strategico capace di coniugare esigenze presenti e future, ma anche grandi doti di gestione del rischio».